[Community] [cc-it] Segnalazione: "Come utilizzare una licenza Creative Commons e guadagnare dalla libera circolazione della propria opera?"

Davide d'Atri davide a beatpick.com
Lun 14 Lug 2008 18:34:48 CEST


io suggerisco di lasciar perdere per un attimo il significato giuridico
della parola "intermediario". Non penso che sia così rilevante a i fini
della discussione. Ipotizziamo che per intermediari siano si chi detiene i
diritti altrui, sia chi provvede a offrire tecnologia. Non cambia molto in
effetti. Da una parte si usa la propria esperienza discografica, dall'altra
la propria esperienza tecnologia (in realtà spesso servono entrambe per
avere successo). O magari si può semplicemente usare la propria esperienza
economica creando nuovi business model che magari non si basano
principalmente ne sull'esperienza ne sulla tecnologie: semplicemente fanno
le cose in maniera diversa a prima.
In effetti il mio discorso è semplicemente che ogni società propone il mix
di tecnologia ed esperienza nella musica che preferisce... o che sembra
ottimale per offrire un buon servizio. Ma questo non sta a significare che
chi mette esperienza è meno bravo di chi mette tecnologia o il contrario.
Bisogna sempre andare a fondo nel business model e vedere di che si tratta..
e non mi pare che questo lo stiamo facendo.
Davide

p.s. molte società non detengono più i diritti (come la nostra) ma
semplicemente li controllano ad uso non esclusivo, che può essere terminato
in ogni momento. Molto differente dal vecchio editore che deteneva per
anni...


2008/7/14 Nicola A. Grossi <nag a area01.org>:

> Per rispondere a TUTTA LA LISTA, utilizzate il comando 'Rispondi a tutti' o
> 'Rispondi alla lista';
> con il comando 'Rispondi', invece, risponderete solo all'autore del
> messaggio.
> -------------------------------------------------------------------
> Hai ragione, dobbiamo metterci d'accordo sul termine "intermediario".
> E' importante perché c'è effettivamente il rischio che sorga del fud
> (del resto, come la pubblicità ci insegna, i parassiti si annidano negli
> angoli più nascosti, insomma, tendono a mimetizzarsi).
> Intermediario è chi gestisce i diritti altrui sulla base di contratto,
> non è chi fornisce gratuitamente i mezzi tecnologici per distribuire, a
> vario titolo, la musica.
> Quindi, una piattaforma in cui domanda e offerta si incontrano non è un
> intermediario, è uno strumento tecnologico
> che ha proprio l'intento di eliminare gli intermediari. E chi gestisce
> la piattaforma non è un intermediario, in quanto non svolge alcuna
> attività di intermediazione come specificata due righe sopra.
>
> Quand'anche il gestore della piattaforma vi inserisse pubblicità per
> avere un certo ricavo economico o facesse pagare una quota di iscrizione
> (quindi non è detto che il gestore debba essere un'opera pia), non
> svolgerebbe anche in quel caso alcuna attività di intermediazione.
>
> Ma attenzione, intermediari sono anche i soggetti che si occupano di
> rappresentare gli interessi altrui.
>
> Quando CC dice "diventa creativo, è semplice quando salti gli
> intermediari" (http://it.youtube.com/watch?v=mIjlOCJr9IU), fa
> riferimento proprio
> al fatto che, come dicevo, se l'autore dispone di certi strumenti
> giuridici, non serve - ti cito testualmente - "l'intermediazione di una
> label specializzata in music licensing, una sociètà specializzata in
> diffusione in esercizi pubblici e privati ed un avvocato esperto e
> propositivo".
>
> Le CC sono nate proprio per eliminare questi intermediari. ;-)
>
> bye
> nag
>
>
> Davide d'Atri ha scritto:
>
> > mi sembra che stiamo giungendo ad un punto d'incontro comune. Nel
> > senso che anche tu riconosci che che all'artista indipendente servano
> > iniziative di intermediazione:  "Innovative sarebbero quelle
> > piattaforme in cui domanda e offerta si incontrano".
> >
> > Ora mi pare che ci sia un problema con la parola "intermediazione".
> > Facciamo l'ipotesi che qualsiasi piattaforma che metta in
> > comunicazione domanda ed offerta possa essere considerata un'attività
> > di intermediazione. A questo punto myspace può essere considerato un
> > intermediario. Così come potrebbe essere considerato un'attività di
> > intermediazione un programma file sharing (attraverso la sua
> > intermediazione tecnologica users sono connessi e possono condividere)
> >
> > A questo punto è solo un problema di individuare quali intermediari
> > sono più o meno efficienti, più o meno equi, più o meno sostenibili
> > nel lungo tempo. A questo punto diventa solo un porblema di essere
> > realistici e con foglio excel alla mano calcolare eventuali surplus
> > (se proprio vogliamo fare i conti in tasca a i business).
> >
> > In sostanza quello che voglio dire è che le attività di
> > intermediazione sono costose e più tecnologiche sono (o lavoro
> > intensivo) e più costose diventano. é forse quindi troppo
> > semplicistico dire che quell'intermediazione o quell'altra
> > intermediazione siano più o meno parassitarie. Bisognerebbe analizzare
> > a fondo i differenti business model.
> >
> > Myspace genera pubblicità per l'artista indipendente ma non guadagni
> > (almeno non direttamente). Altri intermediari generano guadagni e meno
> > pubblicità.
> >
> > L'importante è che ci sia scelta per l'artista in modo da rispettare
> > le loro esigenze. Certo è che tecnologie e lavoro umano a disposizione
> > dell'artista vanno in qualche modo remunerate.
> >
> > IN passato i "parassiti" erano presenti in quanto c'era oligopolio o
> > addirittura monopolio. Per fortuna grazie a gli "intermediari del web"
> > le cose stanno cambiando.
> > Davide
> >
> > 2008/7/14 Nicola A. Grossi <nag a area01.org <mailto:nag a area01.org>>:
> >
> >     Per rispondere a TUTTA LA LISTA, utilizzate il comando 'Rispondi a
> >     tutti' o 'Rispondi alla lista';
> >     con il comando 'Rispondi', invece, risponderete solo all'autore
> >     del messaggio.
> >     -------------------------------------------------------------------
> >     Francamente io il nuovo non lo vedo. Non voglio essere polemico a
> >     tutti i
> >     costi ma davvero non lo vedo.
> >     Vedo semmai il rinnovamento del vecchio sistema "parassitario", in
> >     cui una
> >     catena di intermediari si frappone tra l'autore e gli utilizzatori.
> >
> >     Che senso ha oggi, per l'autore, con gli strumenti che ha a
> >     disposizione
> >     (possiede infatti i mezzi di produzione, di diffusione e anche,
> >     grazie alle
> >     licenze modulari, di gestione),
> >     farsi sfruttare da una net-label del tipo descritto da liberius?
> >     Chissà come
> >     si chiamerebbe marxianamente il surplus di cui beneficiano questi
> >     intemediari... ultrasurplus? :-)
> >
> >     Innovativo sarebbe semmai, come nello spirito (originario? spero
> >     di no) di
> >     CC, che l'autore gestisse direttamente i rapporti con gli
> >     utilizzatori,
> >     senza intermediari di sorta.
> >     Innovative sarebbero quelle piattaforme in cui domanda e offerta si
> >     incontrano e l'autore riesce a gestire i propri interessi senza
> >     intermediari.
> >     Mancano forse i mezzi tecnologici?
> >
> >     Quello sarebbe il vero 2.0 in questo campo.
> >     Però non possiamo aspettarci questa rivoluzione dai commercianti.
> >     Loro si
> >     occupano dei propri sacrosanti interessi.
> >
> >     Dopodiché bisogna anche tenere presente un dato di fatto: le
> >     scelte degli
> >     artisti c.d. emergenti.
> >     Non possiamo pensare che gli autori siano acefali. Possiamo anzi
> >     dire che
> >     scelgono nel proprio interesse.
> >
> >     Quanti giovani artisti italiani si rivolgono alle net-label?
> >     Pochissimi.
> >     Perché?
> >     Ci sarà pure un motivo, no?
> >
> >     E invece tutti hanno un myspace.
> >
> >     Allora l'interesse primario è evidentemente quello di farsi
> >     conoscere, non
> >     quello di fare "affari" con una net-label.
> >
> >     Quindi stiamo attenti a confondere l'innovazione con il
> >     rinnovamento del
> >     vecchio paradigma economico. :-)
> >
> >     Innovativo è qualcosa che rivoluziona un sistema, non qualcosa che
> >     trova il
> >     modo di salvarlo.
> >
> >     Innovativo è, ad esempio, il copyright 2.0 di cui parla Ricolfi.
> >
> >     Poi si può discutere sull'opportunità di quel copyright 2.0, ma
> >     non c'è
> >     dubbio che si tratta di innovazione.
> >
> >     Infine, resta da chiederci, chi cura gli interessi dell'autore
> >     fuori dal
> >     giro di affari delle net-label?
> >
> >     Ecco che ritorna la SIAE, e le net-label tutte intorno.
> >     No, per carità, voglio scendere. :-)
> >
> >     bye
> >     nag
> >     _______________________________________________
> >     Questa e' la lista Community (Community a creativecommons.it
> >     <mailto:Community a creativecommons.it>)
> >     Per informazioni su questa lista visitate
> >     http://creativecommons.it/mailman/listinfo/community
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