[community] Creative Commons 3.0, arrivano le licenze italiane

Giuseppe Futia giuseppe.futia a gmail.com
Sab 25 Giu 2011 09:40:04 CEST


  *Creative Commons 3.0, arrivano le licenze italiane
  *


      *Torino, 25 giugno 2011
      *

http://creativecommons.it/3.0

    Le /Creative Commons Public Licenses/
    <http://www.creativecommons.it/Licenze> sono delle licenze di
    diritto d'autore che si basano sul principio "alcuni diritti
    riservati". Le licenze Creative Commons (CC) rendono semplice per il
    titolare dei diritti segnalare in modo chiaro che la riproduzione,
    la diffusione e la circolazione della propria opera è esplicitamente
    permessa, indicando eventualmente a quali condizioni (es. solo per
    uso non commerciale). La legge italiana sul diritto d'autore - così
    come le corrispondenti normative nazionali e internazionali -
    riconosce automaticamente al creatore di un'opera dell'ingegno una
    serie di diritti e permette al titolare di tali diritti di disporne.
    L'obiettivo principale delle licenze CC è dunque quello di evitare i
    problemi che le attuali leggi sul copyright e l'approccio "tutti i
    diritti riservati" creano per la *diffusione* e la *condivisione*
    delle informazioni, associando fin da subito ad un'opera una serie
    di facoltà, che l'autore concede ai fruitori rispondendo a semplici
    domande <http://creativecommons.org/choose/?lang=it>.

    Oltre a milioni di utenti della Rete, importanti realtà del panorama
    editoriale italiano hanno deciso di diffondere i propri contenuti
    sotto licenza CC. Il quotidiano torinese /*La Stampa*/*//*, dopo la
    scelta di pubblicare gli inserti
    <http://www.creativecommons.it/node/498> /TuttoScienze/,
    /TuttoLibri/ e /TuttoSoldi/ sotto licenza CC BY-NC-ND2.5, alla fine
    dello scorso annoha rilasciato il proprio archivio storico
    <http://www3.lastampa.it/archivio-storico/> con la medesima licenza.
    La stessa soluzione è stata adottata da */Il Fatto Quotidiano
    /*/**/per la pubblicazione delle proprie notizie e dal settimanale
    /*Internazionale */che sfrutta le licenze CC 3.0 unported
    <http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/>. Anche le
    pubbliche amministrazioni, sull'onda del movimento Open Data
    <http://en.wikipedia.org/wiki/Open_data>, cominciano a diffondere
    l'immensa quantità di dati a loro disposizione utilizzando licenze
    CC: il portale dati.piemonte.it <http://dati.piemonte.it/> mette a
    disposizione le informazioni prodotte dalla *Regione Piemonte* con
    licenza CC0, che equivale a "nessun diritto riservato", o CC BY 2.5,
    che prevede soltanto l'attribuzione della paternità dei contenuti,
    lasciando agli utenti una notevole libertà d'azione e riutilizzo
    (anche commerciale).

    Secondo i dati diffusi dal progetto CC Monitor
    <http://monitor.creativecommons.org/Main_Page>, attualmente
    *l'Italia <http://monitor.creativecommons.org/Italy> si trova al
    terzo posto per numero assoluto di licenze adottate (più di
    5.500.000)*, alle spalle di Stati Uniti
    <http://monitor.creativecommons.org/United_States> e Spagna
    <http://monitor.creativecommons.org/Spain>. Tuttavia, il 43% di
    queste licenze risulta essere del tipo più restrittivo (CC BY-NC-ND
    <http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/>), una
    percentuale che ci colloca al trentottesimo posto su cinquantadue
    Paesi monitorati per "libertà" delle licenze.


          *Elementi di novità*

    Le licenze CC 3.0 in versione italiana - oltre alla *traduzione
    nella nostra lingua* - comprendono specifici *adattamenti al nostro
    sistema giuridico*, nonché alcune novità come la menzione del
    diritto di noleggio e prestito di copie dell'opera. In generale, le
    revisioni introdotte dalla versione 3.0 hanno determinato un
    processo di *armonizzazione* attraverso cui *uniformare le soluzioni
    adottate a livello internazionale*. Sul tema dei diritti morali e
    della gestione collettiva, in realtà, il gruppo di ricerca italiano
    aveva percorso i tempi, dettagliando questi aspetti già nella
    versione 2.5 delle licenze. La nuova versione introduce utili
    chiarimenti, rendendo le licenze *ancora più chiare e legalmente
    "robuste"*.


      *Opere derivate e attribuzione
      *

    Un chiarimento importante è legato al tema della creazione di opere
    basate su lavori dati in licenza. La versione 3.0 sancisce che *il
    linguaggio utilizzato dal creatore di un'opera derivata non deve in
    alcun modo suggerire avvallo o sponsorizzazione dell'autore
    originario*: questo elemento rende ancor più facile preservare il
    prestigio e la reputazione degli autori stessi. Non a caso, le
    modifiche in questione sono state concordate anche con il
    prestigioso */MIT/*, che usa le licenze CC per la sua iniziativa
    OpenCourseWare <http://ocw.mit.edu/>.


          *Compatibilità delle licenze*

    Un ulteriore elemento di novità è legato all'introduzione di licenze
    compatibili, in particolare nel caso della licenza BY-SA
    (/Attribution Share Alike/): gli sviluppi in questa direzione hanno
    consentito l'*uso delle licenze Creative Commons in Wikipedia*,
    nella quale la compatibilità è andata dalla licenza GNU FDL
    <http://it.wikipedia.org/wiki/GNU_Free_Documentation_License> alla
    CC BY-SA <http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/it/>. Per
    ora, non sono state individuate licenze pienamente compatibili con
    CC BY-SA 3.0, tuttavia la scelta di aprire alla possibilità di
    individuare licenze compatibili è strategica. In particolare,  CC
    intende offrire agli utenti delle community online la possibilità di
    mescolare a piacimento i loro contenuti e sono in corso discussioni
    con varie organizzazioni, che hanno sviluppato licenze "share alike"
    per settori specifici (es. banche dati).


      *Rinuncia al diritto sui generis sulle banche dati*

    In Europa le licenze CC devono confrontarsi con il cosiddetto
    diritto "sui generis" sulle banche dati. Quest'ultimo, a differenza
    del diritto d'autore, finisce per *proteggere il contenuto* dei
    database e per questa ragione si tratta di una norma insidiosa,
    specie in ambiti come la ricerca scientifica. Creative Commons
    Science <http://www.creativecommons.it/ScienceCommons> ha
    sottolineato come l'esistenza di tale diritto su opere scientifiche
    contenenti banche dati e rilasciate sotto licenza CC rischiasse di
    vanificare completamente le finalità della licenza stessa in ambito
    europeo.*Le licenze CC 3.0 europee sono dunque caratterizzate dalla
    completa rinuncia a far valere il diritto sui generis sulle banche
    dati*: resta comunque tutelato il diritto d'autore per quel che
    riguarda la struttura della banca dati, assieme ad altre
    caratteristiche "espressive" della stessa. Ma è garantito il libero
    utilizzo dei fatti e delle informazioni contenute nella banca dati.

    Riccardo Luna, già direttore di */Wired/*, magazine di tecnologia e
    innovazione che utilizza per la sua versione online le lincenze 3.0
    unported, sostiene
    <http://mag.wired.it/rivista/storie/se-il-web-e-morto-il-copyright-cos-e.html>
    che le restrizioni del copyright attuale «*danneggiano la
    circolazione delle idee e della conoscenza* e limitano la
    possibilità degli autori di farsi conoscere». A questo proposito, lo
    stesso Luna riporta le parole del giornalista e scrittore Cory
    Doctorow, che afferma: «Il mio problema non è essere copiato, è
    essere ignorato».


      *Che cosa è Creative Commons?
      *

    Creative Commons <http://creativecommons.org/> è un'organizzazione
    no-profit fondata nel 2001 da Lawrence Lessig
    <http://www.lessig.org/info/bio/> con sede a San Francisco, che
    sviluppa, supporta e sovrintende alle infrastrutture tecniche e
    giuridiche in grado di massimizzare la creatività, la condivisione e
    l'innovazione, in particolare online. Per favorire il ricorso
    creativo a opere di ingegno altrui, nel pieno rispetto delle leggi
    esistenti, Creative Commons offre diverse articolazioni dei diritti
    d'autore per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in
    genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le
    proprie opere. Diventa così possibile, senza essere esperti
    giuristi, adottare un modello "alcuni diritti riservati",
    contrapposto alla rigida protezione "tutti i diritti riservati"
    offerta automaticamente dal diritto d'autore. L'attuale CEO di
    Creative Commons  è Catherine Casserly
    <https://creativecommons.org/about/people#catherinecasserly>.****


      **Che cosa è Creative Commons Italia?
      **

    Creative Commons Italia <http://www.creativecommons.it/> (CCIT) è il
    gruppo di lavoro italiano affiliato a Creative Commons e parte del
    progetto CC Affiliate Network
    <http://wiki.creativecommons.org/CC_Affiliate_Network>. Il gruppo di
    lavoro volontario è formato da giuristi, tecnologi ed altri esperti,
    che sin dal 2003 si occupano della traduzione italiana delle licenze
    Creative Commons e soprattutto del loro adattamento al sistema
    giuridico nazionale. Il gruppo di lavoro è coordinato dal Centro
    NEXA su Internet & Società <http://nexa.polito.it/> del Politecnico
    di Torino, che ospita e gestisce anche il sito
    <http://www.creativecommons.it/> e le mailing list
    <http://www.creativecommons.it/Liste> di CCIT. Con il supporto della
    community dei "commoners" italiani, il Centro NEXA organizza anche
    iniziative di divulgazione e socializzazione, come gli incontri CCIT
    <http://creativecommons.it/eventi> ed i Creative Commons Party
    <http://creativecommons.it/ccparty10>.


      **Che cosa è il Centro NEXA su Internet & Società?**

    Il Centro NEXA su Internet & Società <http://nexa.polito.it/> del
    Politecnico di Torino** nasce a partire dalle attività di un gruppo
    di lavoro multidisciplinare -- tecnico, giuridico ed economico --
    formatosi a Torino nel 2003 e che da allora ha concepito, progettato
    e realizzato diverse iniziative in ambito Internet: Creative Commons
    Italia <http://creativecommons.it/> (2003-presente), CyberLaw Torino
    <http://cyberlaw.ieiit.cnr.it/> (2004), Harvard Internet Law Program
    Torino <http://ilaw.ieiit.cnr.it/> (2005), SeLiLi
    <http://selili.polito.it/> il servizio licenze libere per creatori e
    programmatori (2006-presente), COMMUNIA
    <http://communia-project.eu/>, la rete tematica europea sul pubblico
    dominio digitale finanziata dall'Unione Europea (2007-2011) e LAPSI
    <http://lapsi-project.eu/>, la rete tematica europea sulle
    informazioni del settore pubblico, anch'essa finanziata dall'Unione
    Europea (2010-2012).




*Ufficio Stampa Centro NEXA:*
Giuseppe Futia

NEXA Center for Internet & Society
Politecnico di Torino
Dipartimento di Automatica e Informatica

Tel. +39 333 1103017
http://creativecommons.it/contact <http://creativecommons.it/contact>

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