[Community] blogbabel rischia di chiudere per "colpa" delle licenze creative commons
Micaela Gallerini
mat.r.gl a gmail.com
Ven 28 Mar 2008 17:42:41 CET
2008/3/28, Simone Aliprandi <simone.aliprandi a gmail.com>:
>
> Tutto vero e sacrosanto. Ma non credo che c'entri con il discorso che
> stiamo facendo. Non siamo sul piano della prova della paternità
> dell'opera da parte dell'autore, quanto sul piano della prova da parte
> del fruitore dell'opera del reale regime di diritto d'autore in cui è
> distribuita l'opera. Come ha detto elegantemente Grossi, è più una
> questione lato-licenziatario che lato-licenziante.
>
effettivamente sono un po' confusa, da ragioniere ho sempre pensato
che bastasse una stretta di mano per rendere valida una proposta
contrattuale (da usi e costumi della camera di commercio). Senza per
cui bisogno di un contratto scritto che certificasse le volontà di
entrambe le parti.
Nello stesso modo in informatica, se si legge un contratto online, o
prima di installare un software che evidenzia una licenza e si
schiaccia "sì, sono d'accordo" installa il software o accedi al sito
secondo queste norme (che comunque non devono differire o essere
contrarie alle leggi statali vigenti) si instaura un contratto con chi
ha creato il sito o il programma.
Non capisco l'esigenza di crittografare una firma per rendere valido
un contratto sarebbe come dire che gli usi e costumi della camera di
commercio non sono validi in nessuna forma giuridica.
o sbaglio, se ci aiutate a capire a noi non addetti ai lavori è
meglio, non tanto perchè solo gli addetti ai lavori devono parlarne,
ma perchè tutti devono capire cosa fare nei vari casi che possono
capitare.
Penso sia un discorso per tutti e non solo per i giuristi, grazie.
--
"Colui che fugge prima o poi viene preso"
Rashna
Micaela Gallerini
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