[Community] [Cc-it] "Diventa creativo": presentata l'animazione flash di introduzione al progetto Creative Commons

Nicola A. Grossi k2 a larivoluzione.it
Mer 10 Maggio 2006 22:41:09 CEST


J.C. De Martin ha scritto:

>>La sostanza di cui lei parla non corrisponde a quanto è possibile
>>ascoltare:
>>si fa infatti esplicito riferimento a situazioni in cui il potenziale
>>licenziante
>>si trova nell'impossibilità di diffondere liberamente le proprie opere
>>perché
>>altri non glielo consentono.
>>
>>    
>>
>Mi permetto di continuare a dissentire - non per caparbieta' anti-Grossi,
>ci mancherebbe, ma solo perche' quell'animazione, dopo mesi di
>frequentazione,
>la conosco a memoria.... :-)
>
>Se ascolta con attenzione, infatti, si sta discutendo del
>fatto che e' spesso difficile capire come fare a usare un'opera
>(capire di chi sono i diritti dell'opera che ci interessa,
>contattare gli aventi diritto o i loro intermediari, negoziare, ecc.).
>  
>

Forse non ho spiegato bene le ragioni della mia osservazione:
non metto in dubbio la sostanza (quindi non devo fare alcuno sforzo per 
capirla),
ma suggerisco semplicemente una forma di comunicazione meno ambigua.
Si tratta di un'animazione che magari si ascolta una volta: cosa resta?

Mi sono posto questa domanda per la prima volta quando una persona, che, 
se non ricordo male, aveva visto l'animazione alla conferenza CC
del 2005, mi ha contattato per chiedermi informazioni, dimostrandomi di 
averla fraintesa.


>Dallo script dell'animazione:
>
>[...]
>La legge è chiara su cosa si deve fare per avere la tutela - non bisogna
>fare nulla –
>ma non dice assolutamente niente su come si possa comunicare al pubblico
>che si concedono certi usi dell’opera.
>E allora?
>Se sei un regista di un film digitale e devi avere il permesso di un
>esercito di avvocati per ogni fotogramma,
>o se fai parte di un gruppo musicale la cui casa discografica non ti
>permette di mettere una canzone sui circuiti peer-to-peer,
>o se sei un professore che sta cercando di mettere on-line del materiale
>didattico,
>o se sei un DJ che deve continuamente capire a chi chiedere permesso per
>utilizzare parti di canzoni per creare i propri collage musicali
>*- se sei una di queste persone, allora lo sai quanto sia difficile.*
>Interrompiamo questo brainstorming per chiamare gli avvocati!
>Ti fermi, e chiami tutti gli avvocati per chiedere il permesso. [...]
>  
>
Bene, a questo punto la persona può essere indotta a credere che con le 
CCPL tali
problemi vengano risolti o quanto meno attenuati, invece, non è vero.

E' come se una pubblicità di un detersivo dicesse:
"*Macchie ultraresistenti ad ogni lavaggio? Un bel problema vero?*
*Da oggi c'è Lo Smacchiatutto!*".

*Chi ascolta la pubblicità del detersivo, secondo lei, è indotto a pensare
che quel detersivo le macchie le faccia sparire o che non serva 
assolutamente
a farle sparire?

Glielo spiega lei poi ai consumatori che Lo Smacchiatutto non serva a 
smacchiare
le macchie ultraresistenti e che la pubblicità non dice assolutamente che
Lo Smacchiatutto serve a eliminarle?

*

>Le licenze Creative Commons si propongono come
>uno strumento per attenuare o eliminare
>-almeno in alcuni casi- i problemi sopra descritti.
>
>
>  
>
In alcuni casi, certo, ma il problema è che primi due esempi non 
rientrano fra i casi risolvibili:
se la mia casa discografica non mi dà il permesso di mettere la mia musica
su circuiti p2p, che me ne faccio della licenza Creative Commons? Nulla.

Però qualcuno potrebbe pensare che la licenza Creative Commons gli serva a
svincolarsi legalmente dalla sua casa discografica.

Purtroppo non c'è un De Martin "in ogni confezione" e quindi è 
preferibile utilizzare
un linguaggio inequivocabile.


Saluti,
n.a.g.


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