[Community] Re: 1 Febbraio: impressioni a memoria
Nicola Alcide Grossi
copernico a larivoluzione.it
Ven 11 Feb 2005 13:24:01 CET
>Zammataro, dal canto suo, ha evidenziato nelle parole "pubblico dominio" >la chiave delle difficoltà del progetto. Secondo lui, infatti, la >locuzione è un po' troppo forte e non salvaguarda i diritti morali, in >particolare la paternità dell'autore. La proposta di Zammataro è quella di >apporre all'opera finanziata dall'ente pubblico una CCPL.
I diritti morali sono **inalienabili**, **imprescrittibili** e
**irrinunciabili**.
Alla morte dell'autore il diritto alla paternità e il diritto all'integrità
possono essere fatti valere, senza limite di tempo, dal coniuge e dai figli
e, in loro mancanza, dai genitori e dagli altri ascendenti e dai discendenti
diretti; mancando gli ascendenti e i discendenti, dai fratelli e dalle
sorelle e dai loro discendenti. Ognuno di essi può agire senza il consenso
degli altri.
In altre parole: quando un'opera diventa di pubblico dominio, i diritti
morali persistono... non si estinguono ***mai***, nemmeno per volontà dello
stesso autore.
>Marco Marandola ha riportato la discussione su un terreno almeno >compatibile con l'iniziativa. Per lo meno ha presentato un escamotage per >dare un vestito semplice e chiaro alla proposta di legge: un addendum >all'Art. 11 della legge del 22 aprile 1941 numero 633 e successive >modifiche (legge sul diritto d'autore). Non si parla ancora di portale, ma >qualcosa c'è.
Riporto la proposta di Marandola e lo ringrazio pubblicamente per il lavoro
svolto.
Osservazioni in merito al possibile emendamento dell’Art. 11 legge del 22
aprile 1941 num. 633 e successive modificazioni
Art. 11 attuale
- 1 Alle Amministrazioni dello Stato, alle provincie ed ai comuni spetta il
diritto di autore sulle opere create e pubblicate sotto il loro nome ed a
loro conto e spese.
- 2 Lo stesso diritto spetta agli enti privati che non conseguano scopi di
lucro, salvo diverso accordo con gli autori delle opere pubblicate, nonche’
alle accademie e agli altri enti pubblici culturali sulla raccolta dei loro
atti e sulle loro pubblicazioni
Si potrebbe aggiungere il seguente comma:
- 3 Le opere pubblicate dalla Amministrazione dello Stato e dalle provincie
e comuni, i cui diritti d’autore spettano a detti enti, possono essere
liberamente riprodotte, diffuse, distribuite e rese accessibili, in ogni
forma o mezzo, con la menzione della fonte e l’obbligo di rispettare
l’integrita’ dell’opera stessa.
Inoltre si dovrebbe modificare/abrogare l’art.29 della stessa legge:
Art. 29 La durata dei diritti esclusivi di utilizzazione economica
spettanti, a termini dell'art. 11, alle amministrazioni dello stato, [al
partito nazionale fascista], alle provincie, ai comuni, alle accademie, agli
enti pubblici culturali nonché agli enti privati che non perseguano scopi di
lucro, è di vent'anni a partire dalla prima pubblicazione, qualunque sia la
forma nella quale la pubblicazione è stata effettuata. Per le comunicazioni
e le memorie pubblicate dalle accademie e dagli altri enti pubblici
culturali tale durata è ridotta a due anni; trascorsi i quali, l'autore
riprende integralmente la libera disponibilità dei suoi scritti.
La direttiva 93/83/CE prevede necessariamente la durata dei diritti
economici a 70 anni per le persone giuridiche, pertanto la attuale dottrina
ritiene che scaduto il temine di 20 anni dalla prima pubblicazione i diritti
tornino in capo agli autori (persone fisiche).
- A mio avviso sarebbe opportuno chiedere la abrogazione dell’articolo 29
>Secondo De Martin la legge può essere studiata in vari modi, come modifica >dell'art. 11 del diritto d'autore, o con un dettato ad hoc, ma >l'iniziativa ha valore simbolico, e sarà un successo non se diverrà legge, >ma se riuscirà a muovere l'opinione pubblica. Per questo va espressa nella >forma più semplice possibile, per raccogliere adesioni in rete e non, poi >ci penseranno i tecnici e legulei a mettere a terra la potenza.
Mi sembra un discorso ragionevole (oltreché ***inerente al tema***).
Saluti, Nicola.
________________________________________
La nostra coscienza
ci sembra inadeguata,
quest'assalto di tecnologia
ci ha sconvolto la vita.
Forse un uomo che allena la mente
sarebbe già pronto,
ma a guardarlo di dentro
è rimasto all'ottocento.
- Giorgio Gaber -
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