[Community] 1 Febbraio: Public domain enhancement act

Lorenzo De Tomasi lorenzo.detomasi a creativecommons.it
Ven 11 Feb 2005 15:35:43 CET


Il giorno 11/feb/05, alle 10:58, Michele C. Bottari ha scritto:

> Posto le mie *personalissime* impressioni sull'incontro del primo 
> febbraio a
> Roma avente oggetto "Scarichiamoli!".

[É]

> Con l'intervento di De Tomasi, "Scarichiamoli" perde la centralità a 
> favore di CC. Viene presentato il sito e la lista, e vengono fatte una 
> serie di proposte legate più alle CC che al progetto in agenda. Tra le 
> altre, una proposta di allungamento oneroso dei diritti d'autore 
> (versione edulcorata della proposta cassata di Lessig).

Vorrei semplicemente chiarire di non aver proposto un "allungamento 
oneroso dei diritti d'autore" :-)
La mia proposta, descritta in questi termini, potrebbe essere fraintesa.

Ho semplicemente ripreso un discorso giˆ proposto in lista, invitando a 
valutare gli effetti che la proposta di Lessig "Public domain 
enhancement act" potrebbe avere per il raggiungimento di un obiettivo 
comune con l'iniziativa Scarichiamoli!, ovvero l'obiettivo di aumentare 
le possibilitˆ di libero accesso alla conoscenza.
Vorrei anche chiarire che la proposta di Lessig non  stata "cassata", 
ma bens“ elaborata dallo stesso Lessig in seguito alle riflessioni 
maturate dopo aver perso la causa Eldred-Ashcroft di fronte alla Corte 
costituzionale americana. La richiesta fatta da Lessig alla Corte 
costituzionale era di ammettere l'incostituzionalitˆ dell'incremento 
periodico della durata dei diritti d'autore. In parole povere: se ogni 
20 anni la durata dei diritti d'autore viene allungata di 20 anni, 
questa durata non  "limitata nel tempo" come sancito nella 
Costituzione Usa, ma illimitata e quindi incostituzionale. Questa 
richiesta non  stata accettata (3 voti contrari su 5, se non ricordo 
male).

"Public domain enhancement act"  la proposta successiva e tiene conto 
della considerazione che richieste estreme o eccessive difficilmente 
verranno approvate in sede politica:  pi probabile che vengano 
accettate proposte moderate che non stravolgono, ma modificano in modo 
discreto l'attuale realtˆ, che si pongono come primo passo di un 
programma di graduale di modifica radicale, volto a sperimentare a 
piccoli passi i pregi e difetti delle innovazioni, volto a 
sensibilizzare l'opinione pubblica senza spaventarla con rivoluzioni di 
cui non si possono prevedere gli effetti sul breve e lungo periodo. Non 
chiedere 10 per ottenere 0, ma chiedere 1 o 2 per far capire che non  
rischioso e potersi poi permettere di chiedere sempre pi, a passi di 
+1, per giungere a 10. Un iter graduale permetterebbe anche di valutare 
possibili imprevedibili difetti di una proposta che potrebbero anche 
rivelarsi catastrofici, per correggerli al passaggio successivo.

Sinceramente non so se Lessig abbia portato avanti o proposto la sua 
idea. Mi informer˜.

Per chiarezza riporto la traduzione della proposta "Public domain 
enhancement act", integrata con alcune osservazioni maturate su diverse 
liste di discussione nel corso del 2003-2004.
_____
Il Public Domain Enhancement Act
Lessig risponde allĠesito della sentenza Eldred-Ashcroft con una 
proposta che aiuterebbe a rendere di pubblico dominio le opere che non 
hanno pi valore commerciale. [Si stima che di tutte le opere coperte 
da copyright tra il 1923 e il 1942 solo il 2% abbia ancora un valore 
commerciale.]
LĠidea di base del Public Domain Enhancement Act  che dopo un certo 
numero di anni che unĠopera  stata pubblicata il detentore del 
copyright  tenuto a pagare una tassa per rinnovare il diritto 
dĠautore.
Questa tassa potrebbe anche essere molto bassa (ad esempio di 50$, ma 
potrebbe essere anche di 1$). Se la tassa non viene pagata per 3 anni 
lĠopera perde il copyright e diventa di pubblico dominio.
[Lessig propone di introdurre la microtassa sul copyright dopo 50 anni 
dalla dalla pubblicazione dellĠopera. Ha scelto un periodo cos“ lungo 
perchŽ crede che una richiesta moderata faciliterebbe lĠapprovazione 
della proposta. Ci˜ sarebbe giˆ un grande passo avanti dato che si 
stima che solo questo, in tre anni, renderebbe di pubblico dominio 
oltre il 90% delle opere registrate tra il 1923 e il 1952. In seguito, 
se gli effetti saranno positivi, lĠopinione pubblica potrebbe essere 
maggiormente sensibilizzata e potrebbe approvare lĠattivazione della 
tassa dopo un periodo pi breve, come i 14 o 28 anni proposti dai 
costituzionalisti del 1787. Per maggiori informazioni consultate il 
sito web http://cyberlaw.stanford.edu/lessig/blog/archives/EAFAQ.html o 
http://eldred.cc]
Se unĠopera ha perso il suo valore commerciale sarebbe inutile che 
lĠautore paghi per rinnovare il diritto dĠautore.
Se invece la tassa viene pagata lĠopera viene registrata in un database 
per permettere di contattare facilmente lĠautore al fine di chiedergli 
i permessi di utilizzo. In tal modo da un lato si facilita una 
procedura abbastanza ostica e, dallĠaltro, i pochi che possono trarre 
ancora guadagno da unĠopera si garantiscono ulteriori guadagni senza 
impedire lĠaccesso libero a tutte le altre opere.
Sarebbe auspicabile che tutti gli stati, come primo piccolo passo verso 
una nuova economia della proprietˆ intellettuale, adottino questa 
procedura. Dopo la decisione presa dalla Corte Suprema sembrerebbe 
necessario prendere coscienza che una radicale rivoluzione legale non  
attuabile in modo repentino, ma solo con una lenta sensibilizzazione 
dellĠopinione pubblica e continue richieste moderate pi facilmente 
controllabili e accettabili.Leonardo Boselli propone che la tassa di 
rinnovo triennale del diritto di sfruttamento economico di unĠopera sia 
pari al prezzo di copertina dellĠopera moltiplicata per un coefficiente 
a seconda di chi paga: pi basso se  lĠautore, un p˜ di pi se sono 
gli eredi. In questo modo viene premiato chi tiene bassi i prezzi.
Nel caso in cui lĠopera sia collettiva la soluzione potrebbe essere che 
solo chi paga si garantisce e spartisce i diritti di sfruttamento 
economico. Se uno degli autori non paga una volta perde i diritti a 
vita, a meno che non giunga a differenti accordi con gli altri autori; 
se paga pi di un autore, i diritti vengono spartiti equamente o 
secondo gli accordi precedentemente tenuti tra i vari autori.
I proventi derivanti dalla microtassa potrebbero essere 
obbligatoriamente spesi per scopi etici e sociali, ad esempio per 
incentivi allo sviluppo dei paesi poveri, per campagne umanitarie, per 
finanziare la ricerca, per campagne di sensibilizzazione ecc.



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