La Corte dei Conti torna a sostenere l’Open Access/The Italian Court of Auditors renews its support for Open Access

La Corte dei Conti torna a sostenere l’Open Access

di Deborah De Angelis

Gli esiti dell’attività di controllo svolta nel 2022 dalla Corte dei Conti sulla digitalizzazione del patrimonio culturale italiano (di cui si era scritto qui) sono stati pubblicati, nei giorni scorsi, con la Deliberazione 20 ottobre 2023, n. 76/2023/G, in merito alla quale sono stati già pubblicati diversi articoli a commento.

La Corte dei Conti nel ribadire la centralità dell’adozione di politiche di Open Access nella digitalizzazione e valorizzazione delle immagini del patrimonio culturale italiano in pubblico dominio, non ha potuto non notare come il recente D.M. 161 dell’11.4.2023 sulle “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali” si collochi in aperta controtendenza alle istanze già rassegnate dalla Corte stessa nel suo precedente intervento, incidendo negativamente sulle attività di studio e di ricerca, sulla valorizzazione del patrimonio culturale italiano, nonché rispetto ad una più ampia circolazione della conoscenza (sulle criticità del decreto in commento si era già espressa gran parte della comunità dei professionisti della cultura e, in tal senso, anche il Capitolo italiano di Creative Commons). 

Come confermato dai giudici contabili, l’Open Access “ha da tempo dimostrato di essere un potente moltiplicatore di ricchezza, non solo per le stesse istituzioni culturali (si vedano le ben note best practices nazionali ed internazionali), ma anche in termini di incremento del PIL ed è quindi considerato un asset strategico per lo sviluppo sociale, culturale ed economico dei Paesi membri dell’Unione”.

Nella deliberazione, inoltre, si fa notare come l’introduzione di un siffatto tariffario non tenga conto delle caratteristiche peculiari su cui si basa il funzionamento del web, né tanto meno del potenziale danno alla collettività, ponendosi in contrasto anche con le indicazioni del Piano Nazionale di Digitalizzazione del patrimonio culturale (PND). Prosegue la Corte riconoscendo come la strategia perseguita dal Ministero della Cultura con l’adozione del predetto decreto sia miope per ciò che concerne lo sviluppo del potenziale della digitalizzazione in termini scientifici, di conoscenza, ma anche come volano per la crescita culturale e la valorizzazione turistica del territorio. 

Alla luce della ribadita posizione della Corte dei Conti a sostegno di politiche di accesso aperto per la diffusione delle immagini dei beni culturali in pubblico dominio, ci si chiede come il Ministero della cultura possa rimanere fermo sulle proprie convinzioni ignorando gli incredibili benefici che l’Open Access può offrire, come peraltro già dimostrato dalle istituzioni culturali in tutto il mondo che hanno deciso, con successo, di sposare l’approccio aperto per la condivisione del patrimonio in loro custodia.

Si auspica, pertanto, che il Ministero voglia tornare sui suoi passi recependo anche le istanze provenienti dai professionisti della cultura che più volte si sono espressi in favore dell’accesso aperto al patrimonio culturale, rendendosi disponibile ad un sereno e propositivo confronto con tutta la comunità di riferimento.

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The Italian Court of Auditors renews its support for Open Access

The results of the control activities conducted in 2022 by the Italian Court of Auditors on the digitization of Italy’s cultural heritage (previously discussed here) have been released in recent days through Deliberation October 20  2023, no. 76/2023/G, which has already prompted several commentaries.

While emphasizing the importance of adopting Open Access policies in the digitization and enhancement of images of Italy’s public domain cultural heritage, the Court of Auditors observes that the recent Ministerial Decree 161 of April 11, 2023, on the “Guidelines for determining the minimum amounts of fees for the concession of use State-owned cultural heritage,” goes against the trend the Court of Auditors already stated. It negatively impacts the activities of study and research, as well as the valorization of Italy’s cultural heritage and broader knowledge circulation. (Many cultural professionals and the Italian Chapter of Creative Commons had already expressed concerns about the decree).

As confirmed by the Court of Auditors, Open Access “has long proven to be a powerful wealth multiplier, not only for cultural institutions themselves (as evidenced by well-known national and international best practices) but also in terms of increasing Gross Domestic Product (GDP). Therefore, it is considered a strategic asset for the social, cultural, and economic development of European Union member countries.”

It is pointed out that the introduction of such a fee structure does not take into account the unique characteristics underlying the functioning of the web, nor does it consider the potential harm to the community. This stance is also in contrast with the National Plan for the Digitization of Cultural Heritage (PND). The Court continues by recognizing that the strategy pursued by the Ministry of Culture through the adoption of the decree is short-sighted concerning the development potential of digitization in scientific and knowledge terms, as well as its role as a catalyst for cultural growth and the tourism enhancement of the territory.

In light of the reiterated position of the Court of Auditors in support of Open Access policies for the dissemination of images of public domain cultural heritage, questions arise about how the Ministry of Culture can stand firm on its convictions, ignoring the incredible benefits that Open Access can offer. This is despite the demonstrated success by cultural institutions worldwide that have chosen to embrace an open approach to sharing the heritage in their custody.

It is hoped, therefore, that the Ministry will reconsider its position, taking into account the pleas from cultural professionals who have repeatedly advocated for Open Access to cultural heritage. The hope is for the Ministry to be open to a constructive dialogue with the entire relevant community.

Immagine: Corte dei Conti - Sede centrale di Viale Mazzini a Viale Giuseppe Mazzini, n. 105, Roma, 9 September 2015, di Carlo Dani, rilasciata con licenza CC BY SA 4.0, Fonte Wikimedia Commons

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