[community] usare licenze open non è difficile; eppure… il caso wired

Mirko Lamberti mirkolamberti a yahoo.it
Gio 23 Gen 2014 19:11:18 CET


Grazie mille per la risposta Simone,
ho cominciato a leggere l'articolo e difatti mi sembrava di averlo già
letto a suo tempo hehe. Sono d'accordo sul fatto che non sia affidabile una
copia in mano a una qualsiasi persona. per questo mi riferivo a terzi.
Conosci il vecchio sito WayBackMachine ora chiamato web.archive.org ? E'
una macchina del tempo del web. Ai link che riporto di seguito, si possono
rivedere le vecchie home page di Wired (ma anche di tanti altri siti come
Google fino alle origini!). E' interessante vedere un articolo con il logo
CreativeCommons.
Ecco alcuni link per esplorare un po':

- http://web.archive.org

- http://web.archive.org/web/20090331190958/http://www.wired.it/ » vecchia
homepage del 31 marzo 2009
-
http://web.archive.org/web/20130329214225/http://daily.wired.it/news/internet/2013/03/28/facebook-commenti-ordine-6472658.html»
articolo del 29 marzo 2013 con logo creative commons

Ora, io non ci capisco molto di leggi e confido in te che sei l'Avvocato in
materia. Se un sito come questo fosse "un pubblico ufficiale"? Oppure se
potesse certificare che i download e le relative copie in cache sono fatte
su processi automatizzati rigidamente controllati e liberi da vizi o altre
possibilità di manipolazione. A questo proposito mi viene in mente un
sistema come quello di dati replicati/codificati/distribuiti che Google usa
con i documenti di Google Drive per proteggere i dati dei clienti a
pagamento impedendo che possano essere visti addirittura dai dipendenti
stessi di Big G.
In questo caso potrebbe essere valido come cosa? Certificato, sicuro e,
soprattutto consultabile da tutti sia per chi vuole dimostrare, sia per chi
volesse cercare informazioni.


Per il discorso del ritorno indiretto, lì penso che sia una gran bella
questione che potrebbe indirizzare le aziende per il prossimo futuro. Viene
spontaneo pensare che se solo un paio di aziende grosse riuscissero a
vedere un buon ritorno la cosa decollerebbe in un batter d'occhio.








Il giorno 23 gennaio 2014 08:31, Simone Aliprandi <
simone.aliprandi a gmail.com> ha scritto:

> Per rispondere a TUTTA LA LISTA, utilizzate il comando 'Rispondi a tutti'
> o 'Rispondi alla lista';
> con il comando 'Rispondi', invece, risponderete solo all'autore del
> messaggio.
> -------------------------------------------------------------------
>
>
> Ciao Mirko.
> Sì, ho già scritto sul tema.
> La produzione in giudizio di ciò che è sul web è sempre un aspetto
> delicato del diritto processuale.
> Invito a leggere questi due post i particolare:
> - Il valore probatorio di una pagina web
>
> http://www.mysolutionpost.it/blogs/it-law/piana/valore-probatorio-pagina-web.aspx
> dove si spiega che la semplice copia cache è poca cosa per il processo
> italiano (molto radicato su prove documentali)
> - Le licenze Creative Commons sono irrevocabili?
> http://aliprandi.blogspot.com/2014/01/licenze-cc-irrevocabili.html
>
> Riguardo invece al discorso dell'incentivo... bella domanda. Di certo
> chi utilizza licenze CC non lo fa con scopi direttamente di
> monetizzazione. Ma più che altro per aumentare la visibilità e la
> riutizzabilità della sua opera. Quindi il ritorno al massimo è
> indiretto.
>
> Grazie. Un caro saluto.
>
> Il 23 gennaio 2014 12:11, Mirko Lamberti <mirkolamberti a yahoo.it> ha
> scritto:
> > Ciao Simone,
> > ammetto che scrivo poco a questa lista, ma seguo con interesse i tuoi
> > articoli.
> > Rileggendo questo tuo pezzo, mi domandavo un paio di cose. Nulla di nuovo
> > rispetto a quanto detto immagino.
> >
> > E se ogni pezzo fosse registrato da qualche parte? A che punto siamo in
> > questa direzione? Non so, mi viene in mente un sistema tipo "Copia in
> cache"
> > di Google che recupera la pagina web, l'articolo, musica o quant'altro e
> lo
> > archivia documentando autore, data e ora di archiviazione e tipo di
> licenza
> > scelta. In questo modo si potrebbe stabilire la paternità ed
> eventualmente
> > controllare link e copie su altri siti web. Una cosa gestita da un terzo
> > organo, non dall'autore. L'autore produce il pezzo, lo pubblica, applica
> il
> > logo e comunica il link. Il sistema fa tutto. Oppure il sistema, come un
> > motore di ricerca, va in internet alla ricerca del codice del logo e
> > archivia la pagina.
> >
> > Altra cosa che mi è venuta in mente è che probabilmente non è chiaro
> ancora
> > alle imprese (ed anche a me sfugge un po' il nocciolo dell'argomento)
> quale
> > ritorno possano avere dall'utilizzo di una licenza come questa piuttosto
> che
> > da un'altra. Parlo sia in termini di ritorno economico sia in termini di
> > ritorno di popolarità. Wired non avrebbe bisogno di aumentare tanto la
> sua
> > popolarità e quindi dovrebbe esserci un incentivo di tipo economico
> > (aumentare le vendite della rivista per esempio) che possa motivarla a
> > comportarsi in questa maniera.
> >
> > Se per caso hai già scritto articoli a riguardo - e mi sono sfuggiti -
> dimmi
> > pure che li cerco sul tuo blog. Al momento scrivo un po' di corsa poiché
> sto
> > preparando un paio di lavori da consegnare oggi. Ho letto però la tua
> e-mail
> > e mi è sembrato interessante rispondere.
> >
> > Buona giornata a tutti!
> > Mirko
>
>
> --
> Simone Aliprandi - http://www.aliprandi.org
> _______________________________________________
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