[community] Federico Morando è il nuovo Lead di Creative Commons Italia

Giuseppe Futia giuseppe.futia a gmail.com
Lun 17 Dic 2012 13:19:49 CET


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      Federico Morando è il nuovo Lead di Creative Commons Italia

ccit

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comunicato

	

Torino, 17 dicembre 2012. *Federico Morando*, managing director e 
research fellow del Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di 
Torino (DAUIN), è il *nuovo Lead di Creative Commons Italia*. Lo ha 
annunciato ieri sera a Torino il prof. *Juan Carlos De Martin*, 
fondatore, insieme al Prof. Marco Ricolfi dell'Università di Torino, nel 
2003 di Creative Commons Italia. *Creative Commons Italia* è il gruppo 
di lavoro - coordinato dal Centro Nexa su Internet & Società del 
Politecnico di Torino - che rappresenta Creative Commons in Italia.

de-martin"/Federico Morando sono anni che partecipa alle attività di 
Creative Commons sia a livello nazionale sia all'estero/" afferma il 
*prof. De Martin*. "/Il suo mix di competenze giuridiche, economiche e 
digitali e la sua passione per i temi CC l'hanno rapidamente fatto 
diventare una figura di riferimento apprezzata da tutti. Sono quindi 
certo che Federico sarà uno straordinario lead del gruppo di lavoro CC 
Italia: a lui va il mio più sentito in bocca al lupo e tutto l'appoggio 
del Centro Nexa!/."

morando"/A inizio 2006 ho partecipato per la prima volta a una riunione 
del gruppo di lavoro di CC Italia: è stato entusiasmante (e strano!) 
vedere giuristi, ingegneri, economisti e scienziati politici discutere 
di dettagli giuridici, visti come strumenti operativi per favorire la 
creatività online. Grazie a questo fantastico gruppo di lavoro, a 
partire dai precedenti lead, Marco Ricolfi e Juan Carlos De Martin, alla 
community degli utenti CC ed a nuovi partner, sono sicuro che i prossimi 
anni vedranno un'ulteriore crescita dei beni comuni al servizio della 
creatività e della conoscenza/."

In merito al contributo di CC Italia al movimento CC globale, il 
fondatore di Creative Commons, il prof. *Lawrence Lessig* (Harvard), ha 
inviato al Centro Nexa il seguente messaggio:

lessig"/Nel 2003 venni a Torino per lanciare uno dei primi gruppi di 
lavoro nazionali Creative Commons. Tornai poi nel dicembre 2004 per il 
lancio della versione italiana delle licenze. Da allora la comunità 
italiana Creative Commons ha contribuito moltissimo al successo del 
movimento globale CC: grazie di cuore!/"

A livello internazionale le licenze CC sono state adottate in numerosi 
contesti, dai numerosi blog di semplici cittadini della rete a 
istituzioni come la Casa Bianca USA, da artisti emergenti a band famose 
in tutto il mondo. I *Radiohead*, per esempio, /rock band/ inglese che 
ha venduto 30 milioni di dischi in tutto il mondo, nel 2008 ha 
rilasciato i dati del proprio video "House of Cards" sotto licenza CC. 
Questa scelta ha scatenato la fantasia dei fan della band: il designer 
Tiago Serra ha utilizzato *Blender*, software /open source/ per la 
modellazione e l'animazione 3D, per trasformare il video originale in 
una serie di coordinate spaziali grazie alle quali è stato in grado di 
realizzare, tramite un processo di stampa tridimensionale, una *scultura 
del volto di Thom Yorke*, voce solista del gruppo. Poiché si è trattata 
di un'opera derivata, e la licenza lo consentiva, per la riproduzione e 
la distribuzione del suo lavoro Serra non ha dovuto chiedere alcun 
permesso ai Radiohead.

L'album "34 Ghosts IV" del gruppo statunitense *Nine Inch Nails* è stato 
il primo album rilasciato in Creative Commons a ricevere una nomination 
ai *Grammy Awards*, uno dei premi più importanti degli Stati Uniti per i 
risultati conseguiti nel settore dell'industria musicale. Nonostante gli 
utenti abbiano potuto scaricare e condividere liberamente l'album, i 
NIN, grazie alla vendita di edizioni speciali, hanno incassato secondo 
Wired <http://blog.wired.com/music/2008/03/nine-inch-nai-2.html> *1,6 
milioni di dollari soltanto nella prima settimana dalla pubblicazione*.

Anche musei e biblioteche hanno deciso di sfruttare le licenze CC per 
favorire la diffusione dei propri contenuti. La *National Portrait 
Gallery* (NPG), nel Regno Unito, ha apportato quest'anno alcune 
modifiche alla licenza 
<http://www.museumsassociation.org/museums-journal/news/22082012-npg-changes-image-licensing-to-allow-free-downloads> 
sulle proprie immagini, consentendo il download gratuito per fini non 
commerciali: tale cambiamento implica *53 mila immagini* in più a 
disposizione degli utenti di Internet.

Nel 2010 un gruppo di *biblioteche di Colonia* in Germania assieme al 
Centro Bibliotecario della Renania-Palatinato, ed in cooperazione con il 
Centro Servizi Bibliotecari del Nord Reno-Vestfalia, ha adottato lo 
strumento dell'*open access* e del *pubblico dominio* per i dati 
relativi ai propri cataloghi bibliotecari (*5.4 milioni di record*), 
rendendoli così pubblicamente accessibili e consultabili in rete, nonché 
riutilizzabili. Tra gli scrittori, *Cory Doctorow*, autore canadese di 
fantascienza e co-editore del famoso blog Boing Boing, è uno dei più 
grandi sostenitori delle licenze e la maggior parte dei suoi libri è 
liberamente scaricabile da Internet. Altri esempi di opere CC sono 
riportati nel box a seguire su Creative Commons.

In Italia importanti realtà del panorama editoriale come *La Stampa*, 
con il suo archivio storico, *Il Fatto Quotidiano* e *Internazionale* 
hanno adottato e messo a disposizione contenuti sotto licenza CC. Stessa 
scelta è stata adottata da alcuni blog fra i più seguiti in Italia come 
*Spinoza.it* e il blog di *Beppe Grillo*. Inoltre amministrazioni 
pubbliche tra cui la *Regione Piemonte*, attraverso il suo portale di 
dati aperti <http://www.dati.piemonte.it/>, enti di ricerca come *Istat* 
e imprese quali ad esempio Enel hanno deciso di diffondere dati e 
informazioni sfruttando le licenze CC. Tra i moltissimi esempi italiani 
di rilascio di contenuti con licenza CC segnaliamo La città di Asterix 
<http://lacittadiasterix.blogspot.it/>, /story telling/ multimediale sul 
processo di integrazione di alcuni ragazzi afghani in Italia, realizzato 
dalla giornalista *Carlotta Mismetti Capua*. Oltre ad aver vinto il 
*premio Ischia di giornalismo*, il progetto è stato riproposto in un 
*cortometraggio* realizzato da Leonardo Cinieri Lombroso che si è 
aggiudicato nel 2010 il *premio MyRome*, iniziativa promossa da Camera 
di Commercio di Roma, in collaborazione con il RomaFictionFest, per 
celebrare la città di Roma attraverso cortometraggi della durata di 
cinque minuti. Il progetto è inoltre diventato un libro, scritto dalla 
stessa Mismetti Capua, intitolato "*Come due stelle nel mare*", 
pubblicato sotto licenza CC da *Edizioni Piemme Mondadori*. Molte altre 
opere Creative Commons sono segnalate quotidianamente sulla pagina 
Facebook CC Italia e in molti altri forum online.

Qualche dato su Creative Commons in Italia

	

Secondo le rilevazioni di CC Monitor 
<http://monitor.creativecommons.org> il numero di licenze CC adottate in 
italia è di 5.530.005 (dati aggiornati al 22 maggio 2010). Questo dato 
ci colloca al 3° posto su 52 paesi. Allo stesso tempo, quasi la metà 
(43.57%) è del tipo più restrittivo (Attribuzione-Non commerciale-Non 
opere derivate) relegando l'Italia al 38° posto su 52 paesi per "grado 
di libertà" delle licenze adottate. All'11 ottobre 2012, il sito Flickr 
ospitava 241.183.394 scatti distribuiti con licenze CC 
<http://www.flickr.com/creativecommons/> e al 25 luglio 2012, YouTube 
offriva 4 milioni di video distribuiti con licenze CC 
<http://youtube-global.blogspot.it/2012/07/heres-your-invite-to-reuse-and-remix-4.html>.

I primi passi di Creative Commons in Italia

	

*18 novembre 2003*: il professor *Lawrence Lessig*, fondatore di 
Creative Commons e all'epoca docente a Stanford, annuncia a Torino 
l'*inizio del lavoro di preparazione delle licenze Creative Commons 
italiane*. In questa prima fase il progetto è guidato dal prof. Marco 
Ricolfi del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università di 
Torino, col coinvolgimento del CNR di Torino (Juan Carlos De Martin) per 
la parte tecnica.

*16 dicembre 2004*: Lawrence Lessig torna a Torino per il convegno (con 
festa) di *lancio delle licenze CC italiane*. *In quella occasione* il 
prof. De Martin diviene *Lead* del gruppo di lavoro CC Italia, col prof. 
Ricolfi nel ruolo di *Legal Lead*.

Biografia di Federico Morando

	

*Federico Morando* è managing director del Centro Nexa su Internet e 
Società <http://nexa.polito.it/people/fmorando> del Politecnico di 
Torino, dove la sua attività di ricerca è focalizzata sul dominio "open 
content" ed "open data". Già docente di diritto dei beni immateriali 
presso l'Università Bocconi, insegna presso il master in Proprietà 
Intellettuale organizzato congiuntamente dall'Organizzazione Mondiale 
per la Proprietà Intellettuale (OMPI) e dall'Università di Torino. È 
membro dell'Open Data Team di Regione Piemonte ed uno dei principali 
esperti italiani di licenze libere per il riuso dei dati pubblici. 
Laureato in economia presso l'Università Bocconi, dopo un master in 
economia teorica ha focalizzato i suoi studi sull'intersezione tra 
economia, diritto e nuove tecnologie, conseguendo un Ph.D. in analisi 
economica del diritto presso le Università di Torino e Gand.

Che cosa sono Creative Commons e Creative Commons Italia

	

Creative Commons <http://creativecommons.org> è un'organizzazione 
non-profit fondata nel 2001 da Lawrence Lessig 
<http://lessig.org/info/bio> con sede a San Francisco, che sviluppa e 
promuove strumenti legali gratuiti (/in primis/, le licenze Creative 
Commons <http://creativecommons.org/licenses/>) in grado di massimizzare 
la creatività, la condivisione e l'innovazione, in particolare online. 
Per favorire il ricorso creativo a opere di ingegno altrui, nel pieno 
rispetto delle leggi esistenti, Creative Commons offre diverse 
articolazioni dei diritti d'autore ad artisti, giornalisti, docenti, 
istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera 
ampia le proprie opere. Tra gli esempi più famosi di utilizzo delle 
licenze Creative Commons c'è sicuramente quello di MIT OpenCourseWare 
<http://ocw.mit.edu/>, progetto del Massachusetts Institute of 
Technology, che mette a disposizione liberamente il proprio materiale 
didattico. Anche il sito ufficiale della Casa Bianca, Whitehouse.gov 
<http://www.whitehouse.gov/copyright>, pubblica i propri contenuti sotto 
licenza Creative Commons, così come anche un'importante azienda 
farmaceutica, *GlaxoSmithKline*, ha ceduto tutti i diritti del suo set 
di dati riguardanti la malaria, che comprende più di 13.500 composti 
noti per essere attivi contro questa malattia.

Creative Commons Italia <http://www.creativecommons.it/> (CCIT) è il 
gruppo di lavoro italiano affiliato a Creative Commons e parte del 
progetto CC Affiliate Network 
<http://wiki.creativecommons.org/CC_Affiliate_Network>. Il gruppo di 
lavoro volontario è formato da giuristi, tecnologi ed altri esperti, che 
sin dal 2003 si occupano della traduzione italiana delle licenze 
Creative Commons e soprattutto del loro adattamento al sistema giuridico 
nazionale. Il gruppo di lavoro è coordinato dal Centro Nexa su Internet 
& Società <http://nexa.polito.it/> del Politecnico di Torino (DAUIN), 
che ospita e gestisce anche il sito <http://www.creativecommons.it/> e 
le mailing list <http://www.creativecommons.it/Liste> di CCIT. Con il 
supporto della community dei "commoners" italiani, il Centro Nexa 
organizza anche iniziative di divulgazione e socializzazione, come gli 
incontri CCIT <http://creativecommons.it/eventi> e i Creative Commons Party.

Per restare aggiornati sulle attività di Creative Commons Italia:

- Twitter: @cc_italy <https://twitter.com/cc_italy>

- Facebook: http://www.facebook.com/cc.italia

- Mailing list CC Italia: 
https://creativecommons.it/cgi-bin/mailman/listinfo/community

See our events calendar <http://nexa.polito.it/events> if you're curious 
about future luncheons, discussions, lectures, and conferences not 
listed in this email. Our events are free and open to the public, unless 
otherwise noted.

	

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Società sono disponibili all'indirizzo http://nexa.polito.it. Weekly 
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