[Community] share music o cc commerciale no derivate (lunga chiedo venia)

Micaela Gallerini mat.r.gl a gmail.com
Mer 30 Lug 2008 20:11:13 CEST


Il 30 luglio 2008 16.19, fede <brunology a alice.it> ha scritto:


> Sì, è un comportamento piuttosto diffuso, mi pare.

non direi che sia un comportamento diffuso, ma è un comportamento
accettabile per la licenza Creative Commons.

> Un autore pubblica con CC, ma poi sul suo sito si trova solo la versione
> a pagamento.

non è vero, sul mio sito si trovano solo le versioni gratuite dei
tutorial, articoli, e-book e quant'altro ne uscirà più avanti e non
sono l'unica che ha adottato questa strategia di mercato. Se ho
intenzione di vendere qualche prodotto editoriale lo faccio altrove su
siti specializzati, sia che venda i pdf sia che abbia intenzione di
vendere su carta.
E vuole sapere come vanno le cose? nessuno mi ha mai pagato mezzo
centesimo, questo per il discorso che faceva il Sig. Aliprandi "se
trovo le cose gratis su un sito perchè dovrei pagarle su un altro?"
quindi il suo discorso in realtà non gira molto, mi dispiace

> Chi vuole trovare la copia gratuita deve rompersi un po' le
> scatole a cercarla in rete (tanto prima o poi si trova).
> Capisco che in questo modo si spera di vendere di più..

purtroppo non è proprio così e non lo si fa per questa ragione. In
realtà si vende di più, veda il gruppo di cui ho parlato in altra
e-mail precedente, open office, ubuntu, debian, opensuse, mandriva è a
pagamento come sistema operativo, mi pare che abbia un ottimo
successo, se vuole le tiro fuori molti libri pubblicati sotto CC
direttamente e che siano a pagamento.
Che ci sia qualcuno che prende il materiale e lo ripubblica in rete o
su p2p, non significa necessariamente perdere soldi.

> Ma non è una strategia che apprezzo molto, e non sono nemmeno tanto
> sicuro che paghi alla fine..
>

veda sopra...^__^

> Non mi sorprende che lo faccia una grande azienda (mi viene in mente
> Feltrinelli e alcuni libri pubblicati con licenze CC), ma mi stupisce un
> po' che lo faccia un artista emergente che si autopromuove su Internet.
>

a dire il vero non c'entra molto artista emergente o non emergente,
veda e-mail precedente e quanto detto sopra, non solo. Cioè è un
concetto molto più profondo anche solo del guadagno che una persona
deve avere.

>
> Certo, queste libertà rimangono anche se l'autore propone le sue opere
> solo a pagamento, scelta che rende solo più difficile per il pubblico
> reperirle gratuitamente.
>

se è a pagamento perchè dovrebbero reperirle gratuitamente? poi come
ho detto anche io, la licenza non lo vieta, ma pensare principalmente
che una licenza CC o copyleft sia prima gratuita e poi forse se per
qualche puro caso ci scappa il morto pago, non è corretto.

> Però mi sembra che questo modo di distribuire non sia poi così lontano
> da quello tradizionale, soprattutto nel rapporto tra autore e pubblico.
> Il famoso accesso libero alla cultura è un po' scaricato sulle spalle
> del pubblico.

Non confondiamo l'accesso libero alla cultura con è tutto gratis, non
è vero che è tutto gratis. Le faccio un esempio, mettiamo caso che lei
lavori come revisore di bozze in una casa editrice che pubblica sotto
CC (ossia quelli che in pratica riscrivono il libro in lingua
italiana, indipendentemente dal fatto che il libro sia stato tradotto
o meno loro modificano il libro anche radicalmente fino a che piace
all'editore) facendo un orario lavorativo di 8 ore al giorno per 1200
€ al mese, al netto di tasse sono 930€ ca, più buoni pasto, ok ora
arriviamo alla fine del mese e il suo capo decide che il suo lavoro
non deve essere retribuito, la motivazione di tutto questo è "se posso
avere il tuo lavoro a gratis perchè dovrei pagarlo?".
E' lo stesso discorso che fa lei, quello che le ho dimostrato è un
lavoro reale che viene pagato realmente in busta paga per le case
editrici maggiori, in ritenuta d'acconto per quelle minori, ma sempre
un lavoro intellettuale e che in pratica serve alla pubblicazione di
un libro in questo caso CC, la feltrinelli ha fatto così, ha pagato un
revisore di bozze, lei dice che chi pubblica sotto CC deve pubblicare
a gratis, ma se il libro viene pubblicato gratuitamente vuol dire che
non si avranno i soldi per pagare il revisore di bozza, in questo caso
lei, le piacerebbe non avere lo stipendio per il lavoro che ha fatto?

Pubblicare ha un costo, anche solo l'acquisto di un dns dove mettere
un sito costa e in Italia costa molto di più che all'estero,
mediamente dai 50 ai 100€ al mese per un server senza nessuna pretesa,
se poi vuole inserire pagine del tipo paypal, si sale a 150-200€ al
mese più il certificato ssl che costano all'incirca 150€ all'anno e
che per siti dove si detengono informazioni personali degli utenti
devono avere una protezione adeguata con ssl legge 196/03 che
sicuramente i giuristi conosceranno meglio di me, è comunque
consultabile insieme a tutte le direttive emanate fino ad oggi sul
sito del garante della privacy.

[lievemente ironica]Ora non penso che caschi il mondo se un italiano
per la prima volta in vita sua pensi che il lavoro debba essere
retribuito con i soldi [/lievemente ironica]

> E mi viene il sospetto che questi autori sperino di avere
> a che fare con un utente ignorante di Internet e di CC, che
> probabilmente comprerà invece di procurarsi ciò che vuole legalmente e
> gratuitamente (perché magari non sa dove trovarlo o non sa nemmeno che
> ha il diritto di scaricare un'opera CC dalle reti p2p).
>

guardi il 98% della popolazione italiana non sa assoltumente nulla di
internet, nè come funziona e nemmeno a cosa serva a dire il vero...XD

ed il bello è che sono proprio quelli che si scaricano il mondo in p2p
e pensano che sia tutto a gratis, anche le e-mail che non sanno nulla
di internet, quindi bypassiamo per cortesia e mi tappo la bocca che è
meglio per tutti...:#

> Ecco, invece di un rapporto di fiducia e di collaborazione, mi sembra si
> crei un rapporto di diffidenza in cui ciascuno - autore e lettore - si
> guarda con circospezione, temendo di essere fottuto dall'altro.
>

Sì, è vero si crea un rapporto di questo tipo quando il lavoro altrui
non viene assolutamente calcolato in quanto tale, quando si pretende
che tutto sia a gratis, quando si dice se non me lo dai gratis tanto
prima o poi qualche lamer o tramer o cracker mi pubblica la versione
libera e tu ti attacchi. Come le ho detto prima non penso che lei
lavori gratuitamente, per cui non vedo perchè non retribuire in un
compenso equo-solidale le persone che lavorano e che producono
materiale alternativo alle cipolle nel campo.
Se invece il lavoro degli altri è apprezzato e retribuito equamente,
quindi non stiamo parlando di pagare 15.000 € per una canzone o un
libro, ma di dare un giusto contributo per una produzione che
permetterà all'autore di produrre ancora, magari con i suggerimenti
giusti produrre cose migliori e di mantenere il sito che ha
acquistato.
Se non si da il giusto, e ripeto il giusto, compenso agli autori, si
rischia di non vedere più produzioni di quel dato autore, d'altronde
non mi pare che si mangi gratuitamente, io se vado al supermecato pago
ciò che prendo, non me lo regalano e se voglio mangiare devo
guadagnare. Anche se avessi un lavoro diverso per cui potrei
mantenermi personalmente, comunque come ho fatto notare i server
costano ed i certificati pure, qualcuno li deve pur pagare e se non ha
un introito da qualche parte, quando i soldi finiscono finisce anche
il lavoro.
Vale anche per i progetti opensource, c'è lo stesso discorso di mezzo,
lì è anche peggio perchè se si hanno dei collaboratori si devono
pagare anche i collaboratori, non è che fanno tutto a gratis, posso
collaborare gratuitamente con qualcuno ma comunque devo avere un
riconoscimento per ciò che faccio che sia anche fiducia e rispetto.
Sicuramente ci sono autori bravi e quelli meno bravi, il mercato decide.


> E' un peccato che sia così, perché mi pare che invece tante opere di
> successo del mondo CC siano nate al contrario grazie ad un accordo e ad
> un impegno reciproco tra autore e pubblico/comunità. (i corti della
> Blender Foundation sono forse l'esempio migliore, per quanto ne so).
> Ci sono poi altri casi esemplari (e siamo appena all'inizio).. non mi
> sembra quindi utopico augurarsi questo tipo di rapporto.

Guardi le spiego come funziona in realtà in Italia, penso sia molto giovane.

Mi chiamo Pinco pallo e sono l'amico del famossimo cantante Regio X,
pubblico sotto CC e sfondo subito.

Mi chiamo Pinco pallo e non ho contatti di nessun tipo, pubblico sotto
CC e nessuno mi caga (chiedo scusa per il francesismo)

Come le ho detto sopra, io ho roba sia in vendita sia gratuita, non ho
mai avuto un acquisto nemmeno in lontananza di quello che ho fatto.
Giustamente mi si è detto gentilmente che "solo i bravi si pagano",
quindi logicamente parlando io non sono brava quindi non ho nessun
diritto ad avere mezzo centesimo.
Peccato però che sono piena di plagi sulla mia roba, non sto parlando
di mancati link o altro, proprio di plagi, copia-incolla dei miei
articoli modificando l'intestazione, modo di gestione dell'articolo
identico al mio e la firma che non è la mia.
Se non sono così brava come dicono perchè mi plagiano?


>
> In conclusione, l'autore può fare quel che vuole, ma - secondo me - deve
> stare molto attento alle sue decisioni, perché influenzeranno il
> rapporto col suo pubblico..che non conta poco

Guardi glielo ripeto è solo una questione di mentalità, in italia c'è
la mentalità del "non pago" o meglio "di quanto è bello rubare agli
altri e farla franca", se l'autore decide che il suo materiale
(qualunque esso sia) è solo ed esclusivamente a pagamento, la sua
decisione è da rispettare, se vuole comprare compra se non vuole
comprare non compra come si fa in un negozio regolare. Se un artista
decide di pubblicare gratuitamente si rispettano i limiti della
licenza inserita.

Certi discorsi mi sembrano come quelle persone che pur di avere la
maglietta firmata piuttosto di andare in un negozio e comprarla a
prezzo pieno, la comprano rubata al mercato delle pulci, non
contraffatta, la stessa merce, senza offesa non sto dicendo che è un
ladro, ma mi ha ricordato il discorso che mi ha fatto una volta una
persona.

La fiducia tra un autore ed il suo pubblico non si ha solo se si
pubblica gratuitamente qualcosa, si ha nel momento in cui l'autore si
vede rispettato dal suo pubblico sia per se stesso sia per le sue
pubblicazioni, sia nelle sue eventuali decisioni in merito alle
pubblicazioni, alle licenze scelte o altro.

E' assolutamente riduttivo dire gratis = fiducia con il pubblico.

Comunque anche il mio è un parere personale, senza offesa per nessuno
ognuno è libero di pensare come più gli pare...^^

buona serata a tutti

-- 
"in the sky make a plumb nife"
Rashna
Micaela Gallerini



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