[Community] [cc-it] Segnalazione: "Come utilizzare una licenza Creative Commons e guadagnare dalla libera circolazione della propria opera?"
Nicola A. Grossi
nag a area01.org
Lun 14 Lug 2008 22:12:01 CEST
Davide d'Atri ha scritto:
>
> Cerco solo di rispondere a questa tua idea che generale della "musica
> libera". é un'idea molto vaga e per certi versi anche vecchia. ripeto
> è dal 98 con vitaminic che un artista può liberamente uplodare e far
> scaricare la propria musica gratis. é dal 1948 (non ricordo
> esattamente) che il codice civile italiano dice che un artista non
> iscritto siae può liberamente diffondere in esercizi pubblici e
> privati senza che l'esercente debba pagare la siae (naturalemente
> l'esercente deve solo mettere musica non protetta siae).
> è dal 2002 che il creative commons mette a disposizione strumenti
> efficaci per la diffusione più o meno libera. é da qualche anno che
> qualsiasi persona può creare senza troppi sforzi un database di musica
> libera (esistono vari csm ready-to-go.. ti invito anzi a farne uno
> così ti accorgi dei costi di gestione dell' "intermediazione"...)
Non si tratta di far scaricare la musica gratis ecc. :-)
Si tratta di creare i presupposti perché gli artisti possano trovare
visibilità senza essere "adottati" da qualche intermediario.
Si tratta di dare la possibilità agli artisti di gestire i propri
diritti e gestire la propria musica in modo efficace e senza intermediari.
Non esiste una ricetta, ma tante azioni che possono essere intraprese
per arrivare a questo.
Si tratta di perfezionare gli strumenti giuridici (perché hanno punti
deboli): quello che tu chiami "troppa burocrazia".
Si tratta di creare un database universale e di operare affinché i
grandi parassiti non abusino della propria posizione (e si tratta di
fare questo non con ciance, ma a suon di esposti).
Si tratta di promuovere davvero gli artisti come fa, ad esempio, Anomolo.
Si tratta di creare le piattaforme di cui ho detto.
Si tratta di creare nuovi circuiti per la diffusione della musica (ad
esempio con Filozero gli sconosciuti prendono il posto, negli esercizi
pubblici, dei figli degli intermediari).
In tutto questo non trovo traccia né di ambiguità né di senilità.
Ma ognuno ha giustamente il suo punto di vista e vede quello che vuole
vedere.
>
> Il nocciolo della vicenda è però che da una parte gli artisti hanno
> molte più possibilità, dall'altra hanno difficoltà ad emergere come
> sempre e a guadagnare... troppa musica in giro... e quindi fondamente
> dare loro strumenti che ne possano facilitare la carriera e questi
> strumenti devono essere diversi a seconda del segmento di mercato in
> cui è presente l'artista (musica di nicchia, mainstream, emergente,
> professionista, star...). Questi strumenti che tu lo voglia o no sono
> forniti da "intermediari". che essi siano tecnologici, esperti,
> professionisti, artisti loro stessi (o se preferisci chiamali in altro
> modo...). questi intermediari sono la linfa vitale della competizione
> alle società di collezione di compensi e alle major in quanto
> aggregano artisti indipendenti e magari sconosciuti e li fanno
> diventare per la prima volta quasi "potenti". il 99% degli artisti
> indipendenti si rivolgono a questi (da myspace all'etichetta
> discografica sotto casa). I restanti tengono la musica nel cassetto.
> che poi molti "intermediari" siano scorretti o che molti business
> model non ci piacciono..beh.. su quello sono d'accordo.. ma dire che
> l'artista indipendente può fare tutta una serie di cose da solo
> attraverso la libera diffusione della musica è fuorviante. Diciamo che
> siamo andati forse già un pò avanti.... erano argomenti di qualche
> anno fa...
Non credo proprio che sia descrivendo il sistema attuale ("che si
alimenta attraverso delle flebo" (C) Elio) si possa delinearne uno migliore.
"Che tu lo voglia o no" è una frase senza senso perché volere è potere e
gli intermediari non sono la morte o un evento atmosferico... :-)
"Che tu lo voglia o no" si può dire a uno schiavo. E in effetti c'è una
logica schiavista dietro gli intermediari, gli Sfruttatori dell'era
digitale.
E non sai quanto si arrabbiano se provi a dirgli che non sono
indispensabili. Ma la verità è che gli intermediari (oggi, non nel 1948)
non sono indispensabili. Merito anche di CC avere diffuso questa
consapevolezza. Ed è proprio questa non indispensabilità la chiave di
volta per la liberazione degli autori, che oggi sono proprietari dei
mezzi di produzione e di diffusione.
Io credo che le nostre idee partano da posizioni comprensibilmente molto
distanti e inconciliabili.
Per cui valuta tu se valga la pena continuare questa discussione (specie
in pubblico), visto che ci stiamo ripetendo già da un po'.
Per quanto mi riguarda credo di avere espresso sufficientemente la mia
opinione e non trovo stimoli ad andare avanti.
bye
nag
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