[Community] L’Olanda ufficializza le licenze Creative Commons
Lorenzo De Tomasi
lorenzo.detomasi a gmail.com
Dom 23 Set 2007 02:04:25 CEST
On 9/19/07, Nicola A. Grossi <nicola.grossi a scarichiamoli.org> wrote:
> sulla situazione italiana sei, da una parte, un po' rimasto indietro,
> dall'altra, un po' rimasto confuso perché:
Ringrazio il Grossi per il puntuale e preciso corso di aggiornamento :-P
Ammetto di invidiare il suo tanto tempo libero e la sua produttività :-)
C'è sempre da imparare e, fortunatamente esistono le occasioni per un
confronto con persone competenti che, attraverso la "fiamma" della
loro "incontestabile saggezza", sono in grado di epurare le opinioni
altrui dalle imprecisioni.
> 1. attualmente Siae consente, a certe condizioni, la gestione autonoma
> dei diritti da parte dell'iscritto (cosa che è assai preferibile all'assurda
> imposizione di una licenza specifica, imposizione resa ancor più
> incomprensibile dal fatto che si tratta di una sperimentazione di 1
> anno... finito il quale cosa accade??)
Se ammetto l'imprecisione sulle recenti innovazioni della Siae e il
pericolo dell'indeterminatezza sulla gestione di quelle opere allo
scadere del progetto pilota, non condivido la critica all'imposizione
di nuove "regole".
Personalmente, laddove non è mai chiaro come comportarsi, come nei
casi di determinazione degli utilizzi commerciali o dell'utilizzo di
opere protette in base ai principi di fair use (che non esiste in
Italia se non come brandelli sparsi in un caotico calderone di leggi e
leggine), credo sia utile definire regole chiare che riducono le
incomprensioni e la confusione derivanti da concetti nebulosi.
L'importante è che a queste imposizioni si giunga attraverso processi
aperti e partecipati (lo dimostra il pessimo risultato raggiunto a
"porte chiuse" dai nostri parlamentari riguardo l'articolo 70 della
legge n. 633 del 22 aprile 1941).
Tornando a cosa accadrà tra un anno, quando terminerà il progetto
pilota, se penso che la domanda sia lecita, non vedo alternative alla
sperimentazione temporanea di una gestione così innovativa. Auspico
garanzie sul futuro delle opere che partecipano al progetto, ma, non
avendo sotto mano una traduzione del contratto olandese, non posso
affermare che non siano già presenti.
Forse gli errori di Creative Commons Olanda sono stati proprio quelli
di non aver avviato e pubblicizzato, fin da subito, una discussione
pubblica nazionale internazionale, com'è invece stato fatto per le
licenze, ma sinceramente non sono a conoscenza del loro operato nei
Paesi Bassi. Auspico garanzie sul futuro delle opere che partecipano
al progetto, ma, non avendo sotto mano una traduzione del contratto
olandese, non posso affermare che non siano già contemplate.
> 2. per quanto riguarda quello che ha fatto il buon Ermanno (che appare
> poco ma opera molto) per la gelateria Fior di Luna, si poteva ottenere
> lo stesso risultato in modo più semplice, lasciando l'onere della prova
> alla Siae (alla Siae non importa un fico secco delle licenze cc, art
> libre, copyzero x ecc., alla Siae interessa soltanto sapere che i brani
> che filodiffondi non sono di autori iscritti alla Siae; chiarito questo,
> la Siae è fuori gioco indipendentemente dal fatto che i brani siano
> licenziati o meno): questo implica l'utilizzo della firma (olografa o
> digitale) da parte di licenzianti e licenziatari, ma si fa certamente
> prima a sottoscrivere una licenza che a prendere in ostaggio il
> direttore dell'ufficio siae :-)
Penso che il principale traguardo raggiunto da Ermanno nella vicenda
della gelateria sia stato l'aprire una breccia nella Siae nella
direzione del riconoscimento e dell'ufficializzazione delle licenze
copyleft e con alcuni diritti riservati.
Certo avrebbe potuto semplificare le cose lasciando l'onere della
prova alla Siae, senza interpellarla e senza giungere a un compromesso
ma, pur essendo consapevoli dell'escamotage passivo, abbiamo preferito
cercare una via istituzionale che creasse un precedente.
Anche perché la soluzione che suggerisci tu non prende "abbastanza" in
considerazione il fatto che molti autori vorrebbero comunque percepire
un equo compenso dall'utilizzo commerciale delle proprie opere. In
base alla tua proposta, gli autori dovrebbero o non iscriversi alla
Siae o iscriversi gestendo autonomamente i propri diritti; soluzioni,
che, purtroppo, come fa realisticamente notare la Siae nelle proprie
faq, non sono facilmente sostenibili da un singolo: "L'autore può
teoricamente decidere di curare direttamente i rapporti con gli
utilizzatori per tutelare i propri diritti, ma di fatto
l'intermediazione di una organizzazione specializzata e capillare è
indispensabile". In poche parole, molti autori sarebbero costretti a
rinunciare a ogni forma di retribuzione del loro lavoro basata
sull'equo compenso (a meno che non diventino ispettori di sé stessi):
la scelta obbligata è o etica o commerciale, non esistono alternative
intermedie, sfumature… Pensate sia un approccio corretto?
Giungere a un compromesso istituzionale, cercare di fare breccia nella
Siae, di hackerarla (come direbbero Matilde Ferraro e Roberto Tupone),
è la strada che stiamo cercando di percorrere Ermanno, io e altri del
network di Frontiere Digitali, prendendoci il tempo dovuto per scelte
non affrettate. A nostro parere l'ufficializzazione delle licenze con
alcuni diritti riservati da parte del "nostro unico ente intermediario
autorizzato" (per ora) è la via da percorrere per ottenere i migliori
risultati sul lungo periodo. Penso che altre iniziative, come
FiloZero, per cui ti faccio i miei complimenti, siano rischiose, anche
se positive poiché fanno discutere. E ti dico che sarei il primo ad
essere felice se quello che promette non comportasse rischi (credo
anche pesanti dal punto di vista legale) per gli stessi autori e gli
esercenti che aderiranno entusiasti ma inconsapevoli…
Cordiali saluti
--
Lorenzo De Tomasi
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