[Community] Quelli che ti odiano a prescindere...
Nicola Alcide Grossi
copernico a larivoluzione.it
Mer 9 Mar 2005 17:32:54 CET
Su una lista ho letto queste parole di S*phz:
"... moltissimi di quelli che hanno provato ad interagire con le liste
CC per porre domande o per sollevare problemi o anche per dare una mano
hanno trovato il rimbombante silenzio delle AI e i flame di Grossi...e
non e' un bella cosa!!"
Ora io vorrei ricordare a S*phz un paio di cosette:
1. Chi ha risposto alle domande tue e dei tuoi amici (in pubblico e in
privato) in sede di stesura del vademecum "Rilasciati!"? Al punto che interi
pezzi di e-mail sono state copiate e incollate in "Rilasciati!"?
Grossi.
2. Chi ha cercato di mettere in evidenza il tuo "Giardino Violetto" nel
silenzio di una lista che, come tu stesso dici, preferisce andarsi a
prendere i Godon in Francia anziché promuovere musica di artisti italiani?
Grossi.
3. Chi ha sottolineato proprio quest'ultimo aspetto in lista?
Sempre e solo Grossi.
E tu, per un batibeccuccio che avemmo in lista (e ti ricordo anche perché lo
avemmo: tu arrivasti in lista lamentandoti del fatto che nessuno rispondeva
alle tue domande... con tutta la fatica che i volontari mettevano e mettono
nel progetto le tue parole suonarono davvero stonate, anche perché non
corrispondenti al vero!)
A me piace dire le cose in faccia e non dietro le spalle;
a me piace la chiarezza perché non ho nulla da perdere ad essere chiaro;
rispetto le persone nella misura in cui le persone ripettano me;
mai e poi mai attacco per primo;
mi piace la gente che propone e non quella che solo protesta;
mi piace chi ha inventiva, chi ha tatto, chi è onesto.
Allora, caro S*phz, sai che ti dico, per usare un termine musicale?
ARRANGIATI! :D
P.S.
Perdonate lo sfogo, ma certe forme di ringraziamento proprio non le tollero.
Roba da pazzi... 8-/
Saluti, Nicola.
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La nostra coscienza
ci sembra inadeguata,
quest'assalto di tecnologia
ci ha sconvolto la vita.
Forse un uomo che allena la mente
sarebbe già pronto,
ma a guardarlo di dentro
è rimasto all'ottocento.
- Giorgio Gaber -
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