[Community] Ditelo a Beppe Grillo e vediamo cosa vi risponde.
eliogabelli a excite.it
eliogabelli a excite.it
Mer 15 Giu 2005 14:07:29 CEST
Quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito.
Quindi, non bisogna guardare il dito, però, dopo avere ben guardato la luna,
un breve sguardo alla faccia
proprietario del dito, secondo me, andrebbe dato. Perché dopo avere guardato
in faccia
il proprietario del dito, mi sento più tranquillo.
E' quindi per mia tranquillità che ho fatto una piccola ricerca sui dirigenti
di Creative Commons
e ne ho trovato uno sul quale è il caso di soffermarsi.
In un primo momento, aveva attirato la mia attenzione il filmmaker Davis
Guggenheim (noto agli italiani per avere diretto "E.R. Medici in prima linea")
e figlio di un pluripremiato premio Oscar: Guggenheim lavora con la multinazionale
Warner Bros (recentemente accusata davanti all'antitrust italiana) e questo
mi sembrava una contraddizione... ma poi ho trovato la "gallina dalle uova
d'oro" e la mia attenzione si è dunque spostata su Joichi Ito.
Chi è Joichi Ito? Molti già lo conosceranno per averlo visto sulle prime
pagine di quotidiani e riviste specializzate e non specializzate (anche il
"Time" gli ha dedicato la copertina): stiamo parlando di un membro della
CyberElite, un venture capitalist che è stato indicato dal World Economic
Forum come "Global Leader of Tomorrow", "Leader Globale del Domani" (ossia
uno dei futuri leader dell'economia mondiale).
Tra le sue numerose attività imprenditoriali ne spicca una (quella di maggior
successo): Joichi Ito finanzia e co-dirige una società, 3Dsolve Inc. (<http://www.3dsolve.com/>
<http://www.3dsolve.com/people.html>), quotata 6100 milioni di dollari (mi
gira la testa... ), che ha vinto l'appalto per fornire all'esercito americano
e alla marina militare americana i simulatori per addestrare i soldati americani
(sullo stesso sito di 3Dsolve si possono vedere simpatici esempi simulazione
in cui vengono simpaticamente uccisi oppositori iracheni): si chiama simulation
learning...
una bella trasmissione e condivisione di sapere... una trasmissione a raffica.
:-)
Ma vi sbagliate se pensate che io ponga un problema "etico" a Joichi Ito,
perché Joichi Ito se lo è posto da solo.
E questo è logico: Joichi Ito, infatti, è stato la mente della campagna elettorale
del candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti Howard Dean,
contrario all'intervento in Iraq (ma possibilista circa un intervento in
Corea del Nord).
Così, Joichi Ito si è preso una pausa di riflessione: e dopo averci pensato
bene ha scelto di accettare la proposta di Frank Boosman, co-fondatore di
3Dsolve: <http://www.boosman.com/blog/archives/2004/01/joi_ito_invests.html>,
sul cui blog apprendo anche che 3Dsolve è stata premiata dalla celebre rivista
"Military Training Technology" (ecco un po' di copertine: <http://www.military-training-technology.com/covers.cfm>)
per essere stata "una compagnia che ha prodotto un significativo impatto
sull'industria dell'addestramento militare".
Per sapere cosa diceva Ito sullo stesso blog di Boosman un anno prima di
investire in 3Dsolve, andate qui: <http://www.boosman.com/blog/archives/2003/02/joi_ito_on_iraq.html>
Sento acclamare Beppe Grillo (che tra l'altro è di Genova come me, anche
se io vivo a Pisa) perché ha adottato le creative commons: andategli a raccontare
quello che vi ho raccontato io e poi vediamo cosa vi risponde. Beppe non
è molto informato su certe problematiche, del resto non ha mai parlato di
brevetti software e sulla home del suo blog c'è un filmato con una codifica
proprietaria che io con linux non riesco nemmeno a vedere. Però, andate a
raccontargli queste cose e vediamo cosa dice.
Vediamo se minimizza.
Andate a raccontare queste cose ai verdi, che mi pare abbiano preso molto
a cuore le creative commons.
Non è Cortiana che traccia collegamenti tra l'opporsi alla guerra preventiva
e il promuovere le creative commons???
Andate a raccontargli queste cose, e vediamo cosa dice. Vediamo se minimizza.
Quelli che riporto sono fatti: solo fatti, informazioni. Nessuna dietrologia:
nessuna accusa.
Questa è "frontologia": ti metto di fronte informazioni vere e non manipolate
(che tu stesso puoi verificare) e tu poi sei libero di dedurne ciò che vuoi.
Ma voglio proseguire riportando altri fatti, ossia quello che dice uno dei
massimi studiosi della new economy, Jeremy Rifkin: <http://www.hackerart.org/storia/hacktivism/2_3_2.htm>
"In questo nuovo «capitalismo culturale» il vantaggio competitivo è dato
dal «capitale intellettuale», cioè da una spiccata capacità nella comunicazione.
L?attività produttiva diretta è delegata a un ramificato sistema di appalti
che conserva elementi preindustriali di produzione e di organizzazione e
spesso tutte le rigidità della società fordista. Se il lavoro manuale e lo
sfruttamento non scompaiono è altrettanto vero che la fonte della ricchezza
risiede sempre più nelle idee e nel renderle produttive, ma per far questo
è necessario creare comunità.
La concentrazione del sapere è un rischio del «capitalismo culturale». E
non riguarda solo il monopolio che hanno alcune imprese sulle biotecnologie
o quello di Bill Gates nel software."
"La rete è infatti un potente strumento per produrre, distribuire e vendere
merci e servizi di tipo nuovo. E se non si può dire che la rete rappresenti
una nuova tecnologia o un nuovo media poiché assomma tecnologie preesistenti,
integrate in un lungo processo evolutivo, è tuttavia possibile dire che l?economia
che essa genera è di tipo nuovo. È un?economia della conoscenza.
La conoscenza reticolare è un fattore economico e il suo valore è un valore
di connessione: pian piano che la rete cresce, aumentano le informazioni
in circolazione, aumentano le conoscenze e le relazioni. È questa la nuova
economia. Poiché la conoscenza non è un bene scarso è possibile produrre
valore a partire dalla sua costante innovazione. Questa innovazione si genera
in complesse filiere sociali entro cui operano gli individui. I processi
di terziarizzazione dell?economia e la smaterializzazione delle merci riconfigura
il rapporto fra impresa e individuo. L?individuo è al centro della nuova
produzione di merci nel senso di Rifkin.
Secondo Rees Mogg, con la rete l?individuo potrà sottrarsi al controllo dello
stato e vendere prodotti e servizi liberamente sul mercato globale dando
luogo a un «friction free capitalism»."
"La circolazione di queste informazioni prelude alla costruzione di comunità
produttive, come dice Rifkin. Le aziende hanno capito che i mercati digitali
sono creati dalle comunità. Le comunità sono composte da soggetti che sono
produttori e consumatori dei beni relazionali che la nuova economia sforna.
Questi prodotti creano le economie del desiderio che sfruttano la socialità
per creare merci immateriali."
Lessig parla di "produzione collettiva della cultura": questo va direttamente
nella direzione del capitalismo culturale.
Io impresa posso attingere a una grande produzione creativa organizzata,
non devo pagare diritti d'autore, non devo fare ricerche di mercato (perché
il mio target sono le stesse persone che creano e che dopo "avere lavorato
per me" riacquistano da me ciò che loro stessi hanno prodotto) e non devo
farmi nemmeno pubblicità (perché i "miei" prodotti sono già noti).
Io impresa ci metto un supporto (un pezzo di plastica: tanto basta al commercio
del digitale) e tu ci metti la tua creatività, il tuo lavoro, il tuo tempo,
il tuo gusto... e poi anche i tuoi soldi. Ecco a voi servito il capitalismo
culturale.
"Ma io uso una creative commons non commercial quindi la mercificazione culturale
non può avvenire!".
Con una non commercial ci si può fare pubblicità... e la pubblicità è l'anima
del commercio.
Ma io ho l'impressione che con una cc non commercial si possa fare anche
di più (è stato proprio il "caso non commercial" che mi ha spinto a scrivervi,
perché mi ha messo in mano il tassello che mi mancava).
Perché creative commons non rompe il silenzio su quel "prevalentemente" e
ci spiega che usare una non commercial esclude la possibilità che il licenziatario
tragga guadagni economici? Che gli costa??? Non vi sembra leggerissimamente
strano???
In realtà, a mio modo di vedere, non è strano: se parlassero dovrebbero dire
la verità e la verità è che (volendolo o non volendolo) vi hanno fregato.
:-)
Lo capite che non possono dirvi che il riassuntino per gli esseri umani (o
per gli stupidi, dovremmo dire) dice una cosa mentre il testo per gli avvocati
(che evidentemente sono come gli sbriba: detengono la verità e la capacità
di leggere) ne dice un'altra??
Non ci credete? Follia? Dietrologia, psicopatologia? Avrete modo di capirlo,
basta aspettare, già i primi segnali sono arrivati con il casino scoppiato
per BzzAgent (Ito ha commentato sul suo blog, indignato: "E allora dovremmo
smettere di vendere magliette... ma che discorsi sono mai questi...": questi,
caro Ito, sono i discorsi di un'umanità che non vuole farsi prendere in giro
anche dal digitale dopo secoli di prese per i fondelli analogiche. :-)
Io per i miei testi uso le licenze che usano quelli del mondo del software
libero: due righe, semplici semplici, che scrivo io nella piena consapevolezza
di quello che scrivo. E scusate se, evidentemente, è poco. :-)
Elio
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