[Community] Re: Glorioso, ma siamo proprio sicuri che... ?

Andrea Glorioso sama a miu-ft.org
Lun 25 Lug 2005 13:19:22 CEST


>>>>> "Nicola" == Nicola A Grossi <k2 a larivoluzione.it> writes:

    > Andrea Glorioso Scrive:

    >> In ogni caso, parlare di rete telematica disgiuntamente dai
    >> protocolli che la utilizzano ha poco senso.  La nascita di
    >> ARPANET e successivamente di Internet non sarebbe stata
    >> possibile senza il lavoro di ricerca sul protocollo NCP, poi
    >> evolutosi nei protocolli TCP/IP.

    > Un'auto  senza motore resta  un'auto,   anche se  non ha   senso
    > salirci   sopra per  viaggiare.   Ma  un  motore  non è un'auto.
    > Internet  utilizza un  protocollo,  ma non  *è* un protocollo: è
    > qualcosa di più.

E cosa sarebbe questo di piu`?

    >> Il collegamento tra le quattro universita` era volto
    >> all'utilizzo piu` efficiente di strutture di ricerca afferenti
    >> ai programmi finanziati dal DARPA (struttura militare).

    > La  connessione sembrerebbe un po'  labile per parlare di *scopi
    > militari*.   Comunque credo di  avere   capito la tua  opinione:
    > secondo te se  una cosa è volta  all'utilizzo più efficiente  di
    > strutture di   ricerca afferenti a  programmi  finanziati da una
    > struttura militare  ha  uno    scopo  militare. Però   poi   non
    > meravigliamoci se  qualcuno,  tessendo  trame  sottili, arriva a
    > dire che Creative Commons è militarista. :-)

Io mi meraviglio comunque, perche` confrontare:

(a) una situazione in cui il Dipartimento della Difesa, tramite un suo
    dipartimento, finanzia lo sviluppo di protocolli volti a costruire
    una  rete  per facilitare le   ricerche di persone  finanziate dal
    Dipartimento della   Difesa  medesimo e  i cui  risultati verranno
    usati dal Dipartimento in  questione (e non  da altri - chi lavora
    in ambito militare, pur  essendo ricercatore, non  ha generalmente
    una gran liberta` nel diffondere i risultati del proprio lavoro)

con

(b) una  situazione   in  cui   *uno*   dei membri  del    "board"  di
    un'associazione che  ha uno scopo ben  definito, la  produzione di
    licenze di copyright e  la promozione delle medesime, ha  lavorato
    *anche* per l'esercito

e  da  questo  derivare scopi o    intenzioni  di taglio militaristico
nell'associazione di   cui   al  punto  (b)   mi  sembra   sintomo  di
complottismo e dietrologia.

    >> Naturalmente, la vita non e` un sistema binario, e quanto sopra
    >> va sempre sfumato in base alla situazione e anche rispetto alla
    >> mia emotivita`.  Puo` darsi che in certe situazioni il
    >> comportamento di un dirigente di Creative Commons - sia pur non
    >> significativo per quanto riguarda l'elaborazione delle licenze
    >> - sia per me talmente insopportabile da influenzare il mio
    >> appoggio all'associazione.
 
    > Ecco, ti ringrazio per  la tua onestà: è  questo secondo me  ciò
    > che è accaduto per    alcune persone.  E'  questo il  meccanismo
    > psicologico  di cui dobbiamo  prendere atto, perché è sulla base
    > di meccanismi psicologici di  questo tipo che  si acquista o  si
    > perde  consenso.  Il  problema non è  questa   o quella persona,
    > secondo me, il problema è  la  credibilità, ed essere  credibili
    > non  significa,  purtroppo, essere   meritevoli  di credito.  La
    > credibilità  si  forma  spesso  sull'incredibile: tanto  più  un
    > politico è incredibile tanto più è creduto... è un paradosso che
    > dobbiamo tenere  ben  presente.   Capisci dove voglio  andare  a
    > parare (o a sbattere, a seconda dei  punti di vista)? Facciamoci
    > furbi: le  questioni   tecniche  vanno risolte    *subito*,  con
    > autorità    tecnica.  Le    questioni   politiche   (o    meglio
    > psicologiche),  invece,  a mio   avviso,  vanno trattate  con  i
    > guanti: perché non  puoi sperare di  andare davanti ad un  pazzo
    > con la ragione e spiegargli che ha torto.  Anche perché il torto
    > e  la ragione, in questo  genere di cose, non  stanno mai da una
    > parte sola.

In  questo caso mi pare  che  si siano degli   errori (se non vogliamo
parlare di  torto) molto chiari.   Vedi sopra  circa  il confronto tra
punto (a) e punto (b).

Sull'andarci con i piedi di piombo nelle  questioni politiche, mi pare
che  Creative Commons  (Italia  o meno) lo faccia  da  tempo, tanto da
essere accusata di  immobilismo.   L'arte politica consiste anche  nel
sapere    quando   certe dichiarazioni potrebbero   guastare  rapporti
strategici nel medio e lungo periodo, a fronte di proclami che fungono
da  semplice contentino per il  grande pubblico.  I membri di Creative
Commons Italia  sono ben consci  del pericolo, e  per quanto ne so non
sono  usi ad esporsi  con comunicati,  annunci, articoli o quant'altro
prima di avere piena coscienza dei fatti, dato che questo poi comporta
il rischio di dover  ritrattare il tutto a  breve giro e perdere cosi`
credibilita`.

Per quanto riguarda me, che non  sono membro di Creative Commons (come
ho precisato nell'articolo)  mi riservo il  piacere  di essere un  po'
piu`  diretto nelle mie comunicazioni.  Anche   se ti posso assicurare
che l'articolo  che e` stato  pubblicato  e` stato  sottoposto a varie
revisioni per ammorbidirlo, dato che di fronte a certe affermazioni e`
forte   la  tentazione di   rispondere   concisamente con   il vecchio
proverbio sulla madre dei cretini.

    >> Capire chi si ha di fronte e` sempre una buona cosa, ma questo
    >> non significa necessariamente dover sottostare ad ogni singola
    >> fola, generata da un utilizzo un po' disinvolto del potere
    >> comunicativo che Internet mette a disposizione unitamente
    >> all'incapacita` (o mancanza di volonta`) di effettuare qualche
    >> verifica prima di criticare.

    > Certo. Ma è  meglio abbracciare  l'errante per riportarlo  sulla
    > retta strada.  Abbracciarlo, non   spingerlo. In questi  casi io
    > dico: psicologia, psicologia,  psicologia. Hai letto i  commenti
    > al  tuo   articolo?   L'ironia, ad     esempio, è   la cosa  più
    > provocatoria che  esista: meno  ironia e più  simpatia ("sentire
    > *insieme*"). E'  un consiglio che mi  permetto di  darti ed è lo
    > stesso consiglio che  ho  dato a  De  Martin e soprattutto  a me
    > stesso (che sono quello che ne ha più bisogno di tutti).

L'ironia   ha il bruttissimo difetto  di  riuscire simpatica ad alcuni
(solitamente quelli che  piu` o meno  sono  gia` d'accordo con  te) ed
offensiva per tutti  gli altri.  Io preferisco  basarmi sui fatti, per
quanto mi e` possibile,  ed affidarmi alla  razionalita` di chi legge.
Anche perche`, detta come va  detta, non ritengo particolarmente utile
il supporto di  chi troppo razionale non e`  e si lascia sospingere da
una  parte  all'altra  a   seconda di  come  tira  il  vento delle sue
emozioni.  

Naturalmente, YMMV [0].

Ciao,

--
Andrea Glorioso             sama a miu-ft.org         +39 333 820 5723
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