[Community] Re: Glorioso, ma siamo proprio sicuri che... ?

Nicola A. Grossi k2 a larivoluzione.it
Lun 25 Lug 2005 11:12:54 CEST


Andrea Glorioso Scrive: 

>>>>>> "Nicola" == Nicola A Grossi <k2 a larivoluzione.it> writes:
> 
>     > http://punto-informatico.it/p.asp?i=54276 Leggendo l'articolo di
>     > Glorioso sulle CCPL (che mi auguro contribuisca a chetare le
>     > acque e non a creare tzunami... perché la rete è come il fuoco:
>     > se ci soffi sopra, o lo spegni o lo alimenti),  
> 
> Me  lo auguro,  anche se   non ho dubbi  che il   mio articolo  verra`
> interpretato  da alcuni come propaganda militarista  di  un venduto ai
> poteri forti.

Militarista non credo... insomma, che interesse avresti ad essere 
militarista (sia chiaro che per me non sei né militarista né venduto ai 
poteri forti)? 


> Le prime ricerche  sui  protocolli  che  avrebbero poi   portato  alla
> creazione dello  stack TCP/IP  (su cui  si  regge tutta  l'Internet di
> oggi) furono finanziate  dal DARPA (Defense Advanced Research Projects
> Agency), parte del  DoD  (Department of Defence) del  Governo Federale
> degli Stati Uniti, istituito  (con il nome di   ARPA) nel 1958 con  la
> Direttiva 5105.15.

Internet è una rete telematica, non è un protocollo. Giusto?
Anche secondo "Hacker Journal", "THE ARPA NETWORK" è stato il primo nucleo 
di Internet (così è *nata* *Internet*), ma tale rete collegava 4 università.
Quindi lo scopo del primo nucleo di Internet *non era militare*. Giusto? 

 

> Io non ho sostenuto che le licenze Creative Commons non abbiano un
> contenuto etico o ideologico. Questo e` vero per qualsiasi attivita`
> umana (e forse anche non umana).  

Non ti ho attribuito ciò. 


> Quello che  ho detto -  e che continuo a  sostenere - e` che  non vedo
> alcun  nesso plausibile  tra le attivita`  di un  membro  del board di
> Creative  Commons e l'utilita`   strategica, rispetto ai propri valori
> etici e alla  propria ideologia,  delle  licenze prodotte da  Creative
> Commons, soprattutto  considerando che l'associazione Creative Commons
> non  e`   in se` parte  del   rapporto  derivante  dall'utilizzo delle
> licenze.

Fammi capire, tu riconosci una strategia politica nell'operato di Creative 
Commons e dunque nell'associazione Creative Commons? Una strategia politica 
insita nelle licenze stesse (vedi in particolar modo, "Developing Nations 
2.0.")?
Se la riconosci, non ti sembra normale che un sostenitore di Creative 
Commons, e dunque di quella strategia politica, pretenda una coerenza tra 
politici (i dirigenti di Creative Commons: valutati anche sotto il profilo 
umano, professionale... ) ed azioni politiche?
Se tu vieni a sapere che il tuo politico predica bene e razzola male (cioè, 
ad esempio, propone una legge per la tutela dell'infanzia e nel privato mena 
il figlioletto): continui a votarlo? Continui a sostenerlo?
Certamente continui a sostenere la causa, ma come fai a non essere critico?
Dico "critico", non "polemico": come fai, tu, elettore di quel politico, a 
non criticarlo? Detto "terra terra": non ti cade un po'?
E se ti cade un po', non ti vengono dei sospetti (magari infondati), delle 
paure? Il PSI aveva tanti elettori: perché a un certo punto li ha persi?
La causa non valeva più? 

Sia chiaro che il mio discorso non riguarda Joichi Ito: è un discorso 
generale basato sul fatto che tutto ciò che accade non sempre ha una 
spiegazione razionale. Per essere forti e sopravvivere bisogna anche essere 
buoni psicologi: la psicologia di massa è un elemento strategico dal quale 
non possiamo prescindere se vogliamo essere forti. 

 

Saluti,
n.a.g. 





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