[Community] Pre-Illuministi? (risposta a newbrainframes)
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Mar 15 Feb 2005 12:20:12 CET
* Luca Egitto su newbrainframes.org
http://www.newbrainframes.org/journal/art.php?id=732
[...] Inquadrata in una circostanza in cui e' lo Stato a finanziare un opera
il cui autore e' di fatto esautorato dal dominio sul proprio lavoro quando
quest'ultimo vede la luce, tale prospettiva ha un non so che di
pre-illuminista. Perche' risale alla Rivoluzione Francese il riconoscimento
del diritto dell'autore non solo ad essere riconosciuto padre dell'opera ma
anche a deciderne il tempo e le modalita' di pubblicazione, e quindi lo
sfruttamento economico.[...]
Danilo Moi risponde:
Il problema qui è un altro: in che maniera qualcosa che è finanziata tramite
risorse pubbliche può essere fruibile da coloro *che l'hanno già pagata*?
In che maniera ciò che è "pubblico dominio" può essere realmente
accessibile?
Nota bene: per il pubblico dominio europeo i diritti morali sono
inalienabili (quindi crolla subito l'obiezione "l'autore deve essere
riconosciuto come padre dell'opera")
Inoltre: il problema della "mediazione" tra le istanze del
"soggetto/individuo" e quelle della "comunità" è parte di una sfida
fondamentale che ci attende tutti.
L'aspetto concernente la proprietà intellettuale è quindi solo una parte di
un fenomeno ben più vasto.
E' una "sfida storica" e implica tutti gli ambiti: etico, giuridico,
politico, sociale...oserei anche ontologico. (Una "rivoluzione culturale"
implica sempre la ridiscussione delle categorie filosofiche fondamentali,
talora ne introduce di nuove; "il virtuale" in questo caso è un buon
esempio...sempre che si sia d'accordo sul fatto che l'introduzione di
Internet nella storia costituisca qualcosa di rivoluzionario)
Nessuno pretende quindi, tantomeno lo pretendiamo noi, di avere soluzioni
definitive e generali su cosa sia o cosa debba essere questa
"pacificazione", questa "mediazione" tra il "soggetto creatore" e la
"comunità-fruitore" poichè tale soluzione appunto non può che compiersi in
"sincronia" con tutti gli altri aspetti.
(In generale, sul piano filosofico: rideterminazione della categoria
io-altro)
Sicuramente la soluzione non è nel *feudale* sistema dell'applicazione del
diritto d'autore, dei marchi e dei brevetti attuali.
(Altro che "pre-illuminisiti" quindi)
Pretendere però di cambiare un sistema giuridico se non cambia chi lo scrive
è assurdo...quindi il problema si fa politico (non è casuale che
"Scarichiamoli" in qualche modo ambisca a questo "cambiamento")
Ma se cambia "chi lo scrive" cambiano anche le modalità tramite le quali
viene scritto (e devono cambiare le strutture istituzionali), cambiano i
parametri di valutazione di cosa sia lecito e illecito (e il problema si fa
etico e morale)...etc etc
Come si vede le problematiche implicate non sono per niente secondarie.
Mi soffermo però brevemente, sulla "pacificazione io-altro" nell'ambito
della proprietà intellettuale.
Le Creative Commons costituiscono senza dubbio un buon "tentativo", **almeno
teoricamente**. (Come chiarito più volte infatti senza la soluzione dei
diversi problemi giuridici che esse determinano anche questo positivo
aspetto va a farsi allegramente benedire)
Noto però un fenomeno inquietante anche a livello teorico: personalmente lo
chiamo "divinizzazione dei commons". (Ogni volta che qualcosa o qualcuno
viene divinizzato cominciano i problemi)
Molte "buone idee" hanno una sorte miserabile. (E questo si sa)
La sorte miserabile che sembra toccare alle Creative Commons è la totale
miscomprensione di questa "volontà di equilibrio", il "Common" prende
infatti il sopravvento a scapito della "creazione e della sensibilità
individuale".
Il "Creative" viene annichilito nella banalità del "Common".
Questo "degenerare teorico" potrebbe però avere implicazioni tutt'altro che
teoriche: si potrebbe infatti manifestare molto facilmente nella
determinazione di una struttura atta a gestire e spacciare la produzione
intellettuale di massa (fenomeno ormai autoevidente)
Quindi: altro che "Scarichiamoli Pre-illuminista"!
Qui si corre il rischio di rafforzare le strutture e le modalità *feudali*
che attualmente operano (non solo nell'ambito della proprietà intellettuale)
e si corre tale rischio proprio pensando di opporsi a tali strutture.
Il tornare indietro di un paio di secoli, per dirla **esplicitamente**, non
è "Scarichiamoli!"
...oserei dire anzi che questa "divinizzazione dei commons" ha una certa
affinità con i "luddite riots": in questo caso però "Il nemico da
distruggere" non è un oggetto fisico è "la creatività e la genialità
individuale" vista come "nemica del common".
L'affinità, anche in questo caso, sta appunto nel fraintendere "quale sia il
vero nemico".
Un esempio per chiarire: quante volte abbiamo dovuto sentire che la
"No-derivatives" non è una licenza libera?
Perchè il "common" prende appunto il sopravvento e tutto deve divenire
"comune", per tanti il semplice ipotizzare che un autore non gradisca la
modifica di una sua opera non è diffusione della **CONOCENCIA**
Perchè la "non-commercial" da tanti non è reputata una "licenza libera"?
Perchè il "common" anche in questo caso prende il sopravvento: e l'autore,
per un superiore fine comune, la "CONOCENCIA", dovrebbe *regalare* il frutto
del proprio lavoro sempre e comunque e rimanere un morto di fame.(eppure la
non commercial prevede sempre e comunque la libera diffusione per fini
non-commerciali...più libero ed equo di così??)
Concludo: "Scarichiamoli Pre Illuminista"?...beh, appunto si cerca di
superare l'attuale feudalesimo! :-)
Un saluto
Danilo Moi
danilomoi at creativecommons.it
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Il mercante meditò sul potere ed escogitò la democrazia al fine di comprarsi
i voti (D. Moi)
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