[Community] cina

Nicola A. Grossi k2 a larivoluzione.it
Ven 2 Dic 2005 21:35:44 CET


Giacomo Cosenza ha scritto:

>
>>> Questa estate sono stato a Praga a vedere il Don Giovanni proprio 
>>> nel teatro dove Mozart ne diresse la prima. Li manderei tutti li a 
>>> vedere se hanno il coraggio di starnazzare il loro diritto d'autore. 
>>> E se non possono permettersi loro di starnazzare, possono forse 
>>> starnazzare come oche av(i)ariate le bmg, le sony, o qualsiasi altra 
>>> major?
>>
>>
>>
>> Starnazzano perché la legge gli permette di farlo: perché mai non 
>> dovrebbero starnazzare?
>
>
> no, non e' vero che starnazzano per questo. come mai nessuno starnazza 
> quando la sony viola i diritti delle licenze GPL ed LGPL (e puoi 
> scommetterci che ci sono altre valanghe di pacchetti proprietari che 
> lo fanno. Come mai il comune di milano dice nelle pubblicita' in 
> metropolitana indirizzate ai consumatori "Tu sei il vero pirata" con 
> tanto di benda sugli occhi? Non credo che sia la legge a 
> consentirglielo. Altrimenti do fianco dovrebbe mettere un altro 
> manifesta indirizzato alla SonyBMg dove dice: voi siete i veri pirati.

Parlavi dello starnazzamento del diritto d'autore da parte degli artisti 
e major. Ed io a quello mi sono riferito.
Se invece mi parli di violazioni di copyright (tale è la violazione di 
una licenza libera), il discorso, logicamente, cambia.


>
>> Se una legge avvantaggia te imprenditore, che fai? Dici: "No, non mi 
>> interessa, per me questa legge non esiste perché è ingiusta! Non me 
>> la meritavo!"?
>
>
> no. se sono un imprenditore, cosa che sono, non dico questa legge non 
> esiste perche' e' ingiusta, vado a bruxelles, cosa che ho fatto a 
> spese mie, mentre i lobbisti andavano a spese di confinfdutria, e li 
> parlo con gli eurparlamentari italiani per discutere e chiarire le 
> posizioni, PRIMA CHE LEGIFERINO
>
Benissimo. E quando hanno legiferato che fai? Ti avvali o no dei 
vantaggi che la legge ti offre?
E chi non va a Bruxelles? Merita di essere colpevolizzato?

>>
>>
>>> Forse dovremmo tutti imparare a comprendere meglio il ruolo degli 
>>> attori dell'intera catena del valore (o del dolore?) che si 
>>> frappongono tra gli artisti e il pubblico. Chi aggiunge valore 
>>> esistera' anche nell'economia dell'abbondanza digitale. Chi lo ha 
>>> aggiunto nell'economia della privazione fisica non e' detto che 
>>> continuera' a fornire valore aggiunto. In caso negativo speriamo 
>>> sparisca, o almeno che sia sufficientemente agile di mente per 
>>> cambiare in corsa.  Non sono forse gli stessi che si sono inventati 
>>> la real-time enterprise?
>>>
>>> Quello che vedo, per ora, e' che, per non perdere le posizioni,  se 
>>> ne inventa di tutti i colori, compresa la "criminale" violazione del 
>>> diritto d'autore nella realizzazione di un DRM realizzato 
>>> starnazzando al lupo al lupo in in difesa del diritto d'autore. 
>>> Questo e' la loro concezione della real-time enterprise: lobbare per 
>>> farsi fare leggi ad aziendam.
>>
>>
>>
>> E ritorniamo al solito punto: se un bel giorno una serie di norme 
>> chiamate EUCD rafforzano diritti connessi e DRM ad uso e consumo di 
>> major ed editoria, è perché ci sono dei signori, ben pagati (doppio 
>> senso?), che legiferano.
>
>
> fino a quando la trasparenza non entra in campo, quasi sempre grazie 
> alla rete (vedi proprio i brevetti e, recentissimamente, AGICOM sull'ADSL)


Sì, la trasparenza è fondamentale.


>
>> Il concetto di lobbying è statunitense, 
>
>
> lobbare non e' un reato. e' che in italiano prende un'accezione 
> negativa, ma io lo intendo in modo anglosassone. e a blx e' prorpio 
> quello che fatto: lobbing.

Certo che non è un reato: allora che ognuno faccia i propri interessi. 
Se si accetta la logica del lobbying, allora *tutti* hanno il diritto di 
lobbare, pure quelli che hanno interessi diversi dai tuoi. Il fatto è 
che quelli che hanno interessi diversi dai tuoi sono molto più forti di 
te. Carta canta.


>
>> l'EUCD è figlia dello statunitense DMCA: forse è il caso di 
>> sottolineare politicamente la nostra dipendenza economica e culturale 
>> dagli USA. E' un po' riduttivo dire che le aziende sono cattive 
>> perché sono brave a fare i loro interessi (quando li fanno nella 
>> piena legalità).
>
>
> certo possono investire un mucchio di milioni in attivita' di lobbing 
> per comprare i legislatori, ma le cose stanno cambiando, perche' i 
> consumatori non piu' tanto citrulli e la rete e' sempre piu' ampia, 
> infatti e' proprio la trasperenza  ela neutralita' della rete che 
> adesso voglio attaccare. la trasprenza fa paura alle aziende che 
> vogliono comprare le leggi e ai politici che sanno che prima o poi si 
> vota e non possono piu' tanto facilmente fare buon viso e cattivo 
> gioco, perche' i nostri occhi sono tanti e vedono quasi ovunque.


Sulla necessità di trasparenza sono pienamente d'accordo con te. E, come 
te, credo che la rete, l'informazione spontanea sia davvero una grande 
risorsa.


>
>>
>>
>>
>>> Noi dobbiamo aiutare gli artisti nella realizzazione del loro sogno, 
>>> che non e' mai quello di diventare indicibilmente ed immoralmente 
>>> ricchi, ma di ritornare al pubblico i talenti che hanno avuto la 
>>> fortuna di avere in dono. Anche questo e' un principio di 
>>> reciprocita'. Forse ritorneremo a sognare anche noi qualcosa di 
>>> diverso dalla crescita del PIL inversamente proporzionale alla 
>>> crescita di senso.
>>>
>>> Certo deve essere tutto economicamente sostenibile. E siamo qui per 
>>> sperare di arrivarci uniti. Queste sono sono alcune delle molte 
>>> stupidaggini che ho pensato. E tu cosa hai pensato?
>>
>>
>>
>>
>> Eh... caro Mimmo, penso che se tutti gli artisti meritevoli potessero 
>> avere pubblicità sul Corriere, in radio, sul web...
>> tanti veri talenti emergerebbero. Purtroppo c'è chi può permetterselo 
>> e chi non può permetterselo... sai com'è...
>
>
> ma non la vogliono per diventare arcimiliardari. la volgiono per farsi 
> conoscere. e' su questo che dobbiamo aiutarli.
> Mimmo


Sì, certo, la pubblicità serve a farsi conoscere. C'è chi può farsi 
conoscere di più e chi può farsi conoscere di meno.
Chi è più pubblicizzato ha già soldi e/o buone amicizie: credo proprio 
che diventare arcimiliardario non sia il suo primo obiettivo.


Saluti,
n.a.g.



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