Presentazione del libro “Conservazione dei diritti dell’autore e diritto di pubblicazione secondaria in ambito scientifico”, “Più Libri Più Liberi” – Roma, 4 dicembre 2024
Il 4 dicembre 2024, presso la Fiera “Più Libri Più Liberi” a Roma, è stato presentato il libro “Conservazione dei diritti dell’autore e diritto di pubblicazione secondaria in ambito scientifico”, un’opera che affronta tematiche cruciali riguardanti la tutela dei diritti degli autori e le politiche di accesso alla letteratura scientifica, realizzato nell’ambito del progetto Right2Pub – La voce della comunità scientifica su rights retention e secondary publishing right, finanziato dall’iniziativa internazionale Knowledge Rights 21. L’incontro, che ha visto una buona partecipazione di pubblico in presenza, ha ospitato gli interventi di tre giornalisti contribuendo ad ampliare il dibattito su temi di così importante attualità, tra cui Gina Pavone, Alessandro Beltrami e Andrea Capocci, intervistati da Deborah De Angelis, coordinatrice italiana del progetto internazionale KR21 e curatrice del libro insieme a Sebastiano Faro e Ginevra Peruginelli.
De Angelis ha ricordato che la condivisione della conoscenza rappresenta il presupposto fondamentale per l’esistenza stessa della scienza, quale processo collettivo di ricerca e di creazione basato sulla collaborazione e la revisione critica dei risultati e che ciò ha spinto alcuni Stati in Europa ad adottare strumenti legislativi per consentire l’accesso aperto alla conoscenza in ambito scientifico. Sarebbe opportuno considerare l’esigenza di una disciplina specifica delle opere scientifiche all’interno della legislazione sul diritto d’autore che, per le sue peculiarità, riconosca all’autore la facoltà di decidere liberamente le condizioni di accesso e disseminazione della sua opera scientifica. Ha ricordato, infatti, come si stia lavorando per l’accoglimento, a livello legislativo, di tali prerogative.
Gina Pavone, tecnologo al CNR e giornalista esperta in analisi dei dati, ha aperto la discussione mettendo in evidenza l’importanza di una conoscenza accessibile e non “chiusa in un fortino”, soprattutto quando si tratta di scienza che è al servizio della società. Pavone ha argomentato l’importanza dell’apertura dei dati, sostenendo che la scienza deve essere accessibile a tutti, in quanto bene comune. Ha criticato, poi, l’irrazionalità del sistema attuale, in cui, la spesa pubblica è destinata all’accesso alla letteratura scientifica, ma spesso non è coordinata con politiche di open access che potrebbero, invece, realizzare gli obiettivi della condivisione della conoscenza a costi inferiori se non pari a zero, in un contesto in cui i risultati della ricerca rimangono spesso difficilmente accessibili a causa di barriere editoriali e politiche restrittive. Secondo Pavone, tale situazione crea una contraddizione che danneggia l’intera comunità scientifica e la società.
Alessandro Beltrami, giornalista del quotidiano “Avvenire” e del mensile “Luoghi dell’Infinito”, ha sottolineato l’importanza di trattare il diritto d’autore come una materia fondamentale nella formazione culturale, evidenziando il suo stretto legame con il concetto di democraticità. In particolare, ha evidenziato come tutti, non solo gli addetti ai lavori, dovrebbero essere consapevoli dei diritti degli autori e delle dinamiche legate alla pubblicazione scientifica. Beltrami ha posto, poi, l’accento sul fatto che una conoscenza diffusa dei diritti d’autore può aiutare a comprendere meglio le dinamiche di sfruttamento della ricerca e la necessità di una maggiore apertura nell’accesso alle informazioni scientifiche.
Andrea Capocci, giornalista de “Il Manifesto” e con una lunga carriera nel campo della fisica dei sistemi complessi, ha richiamato l’attenzione sul fatto che sono ormai passati venti anni dalla Dichiarazione di Messina – un documento cruciale nella discussione sull’accesso aperto alla letteratura accademica. Capocci ha evidenziato la crescente dicotomia tra le grandi case editrici e l’accesso aperto, un conflitto che rischia di ridurre l’autore a una figura marginale, spogliata della sua centralità. Secondo Capocci, è essenziale riconoscere la scienza come welfare dello stato, un bene pubblico che dovrebbe essere condiviso liberamente per il beneficio della collettività, nell’auspicio di trovare spazi costanti di dialogo tra comunità scientifica e giornalismo.
L’incontro ha offerto uno spunto di riflessione sull’importanza di ripensare il sistema di pubblicazione scientifica, in modo da garantire l’accesso libero e sostenibile ai risultati della ricerca, nel rispetto dei diritti degli autori e con una maggiore apertura verso la condivisione dei risultati della ricerca a beneficio di tutta la società.
L’evento ha sottolineato la necessità di una riforma nel campo del diritto d’autore nel contesto delle pubblicazioni scientifiche. I relatori hanno invitato a trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti degli autori e la promozione di un sistema che favorisca una diffusione più equa, democratica e accessibile della conoscenza scientifica, nella convinzione che la scienza debba essere patrimonio di tutti.
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Traduzione in inglese:
Presentation of the Book: “Conserving Authors’ Rights and Secondary Publishing Rights in the Scientific Field”
“Più Libri Più Liberi” – Rome, December 4, 2024
On December 4, 2024, at the “Più Libri Più Liberi” fair in Rome, the book “Conserving Authors’ Rights and Secondary Publishing Rights in the Scientific Field” was presented. This work addresses critical issues surrounding the protection of authors’ rights and policies on access to scientific literature. It was developed as part of the Right2Pub project—an initiative amplifying the scientific community’s voice on rights retention and secondary publishing rights—funded by the international program Knowledge Rights 21.
The event drew a significant in-person audience and featured insights from three journalists—Gina Pavone, Alessandro Beltrami, and Andrea Capocci—interviewed by Deborah De Angelis, the Italian coordinator of KR21 and co-editor of the book, along with Sebastiano Faro and Ginevra Peruginelli.
De Angelis emphasised that sharing knowledge is the cornerstone of science as a collective inquiry and creation process driven by collaboration and critical review. She highlighted how some European countries have adopted legal frameworks to enable open access to scientific knowledge and advocated for specific provisions for scientific works within copyright legislation. Such provisions would allow authors to decide freely on the access and dissemination of their works.
Key Contributions from the Panel:
- Gina Pavone, a technologist at the National Research Council (CNR) and a journalist specialising in data analysis, stressed the importance of accessible knowledge. She critiqued the current system, in which public funds are spent on accessing scientific literature without coherent open-access policies. Pavone called for more inclusive and cost-effective solutions, arguing that science, as a public good, should not be locked behind barriers.
- Alessandro Beltrami, journalist for Avvenire and Luoghi dell’Infinito, highlighted the critical need to integrate copyright education into cultural training. He stressed that awareness of authors’ rights and the dynamics of scientific publishing is essential, not just for professionals but for society at large.
- Andrea Capocci, journalist for Il Manifesto and a physicist specialising in complex systems, reflected on the 20 years since the Messina Declaration—a pivotal moment in the open-access movement. He underscored the ongoing conflict between large publishers and open access, advocating for recognising science as a public good that should be freely accessible to all.
The discussion called for rethinking the scientific publishing system to ensure free and sustainable access to research results while respecting authors’ rights. The speakers urged balancing protecting authors with fostering equitable, democratic, and accessible knowledge dissemination.
This event highlighted the pressing need for copyright reform tailored to scientific publications, reinforcing the idea that science is a collective heritage for the benefit of all.