Immagine di Rafabollas rilasciata con licenza CC BY SA 4.0 Fonte Wikipedia
Il presente articolo è la traduzione, a cura del Capitolo italiano CC, dell’articolo “Now is the Time for Open Access Policies – Here’s why” pubblicato sul sito www.creativecommons.org il 19 marzo 2020.
ADESSO E’ IL MOMENTO GIUSTO PER IMPLEMENTARE POLITICHE DI OPEN ACCESS – ECCO PERCHE’!
di Victoria Heath e Brigitte Vèzina
19 marzo 2020
Durante il fine settimana, si sono susseguite una serie di notizie che hanno colpito sicuramente anche gli scettici più irriducibili dell’open access. Con il titolo “Trump vs Berlin”, il quotidiano tedesco Welt am Sonntag ha riportato l’informazione che il Presidente Trump avrebbe stanziato 1 miliardo di dollari in favore della società biofarmaceutica tedesca CureVac affinché destinasse solo agli Stati Uniti il vaccino per il COVID-19 sui cui sta lavorando.
In risposta, Jens Spahn, Ministro tedesco della sanità, ha dichiarato che un accordo del genere era completamente “fuori discussione” e Peter Altmaier, Ministro tedesco dell’economia, ha risposto: “La Germania non è in vendita”. D’altro canto, i sostenitori della scienza aperta si sono infuriati di fronte a tale eventualità. La professoressa Lorraine Leeson del Trinity College di Dublino ha twittato: “Questo NON è il momento per questo tipo di comportamento: si dimostra in completo contrasto con tutto il lavoro dell’#OpenScience che, invece, proprio in questo momento sta dando un aiuto fondamentale. Questo è il momento della solidarietà, non dell’egoismo”. La Casa Bianca e CureVac hanno poi negato ogni rapporto.
Ci troviamo in un momento cruciale della nostra storia: dobbiamo cooperare concretamente per rispondere ad un’emergenza sanitaria globale senza precedenti. Ora più che mai dobbiamo applicare il mantra “Se condividiamo, vincono tutti”. Alla luce di ciò, soprattutto in tempi di crisi, riteniamo indispensabile sottolineare l’importanza dell’open access e nello specifico della scienza aperta.
Perchè l’open access è importante soprattutto durante un’emergenza sanitaria globale
“NHS24 thanks” by Scottish Government (March 4, 2020) rilasciata con licenza CC BY-NC
Uno degli aspetti più importanti per la tutela della salute globale, soprattutto di fronte a minacce concrete e urgenti, è quello di fornire dati ed informazioni scientifiche affidabili e aggiornati ai cittadini, ai funzionari di governo, agli operatori umanitari e sanitari nonché agli scienziati stessi.
Numerosi finanziatori della ricerca scientifica come la Gates Foundation, la Hewlett Foundation e la Wellcome Trust applicano da anni politiche di open access ed alcuni di loro hanno chiesto maggiori sforzi per condividere le ricerche relative al COVID-19 al fine di arginare rapidamente ed efficacemente l’epidemia.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha rilasciato materiale scientifico con licenza CC BY-NC-SA, dimostrando, invece, un approccio più cauto rispetto alle politiche di open access, che non soddisfa le necessità impellenti della comunità scientifica di accedere e sviluppare le proprie ricerche su informazioni cruciali.
Tutte le organizzazioni finanziate con fondi pubblici dovrebbero: 1) Adottare politiche di open access in base alle quali tutte le ricerche finanziate con fondi pubblici devono essere rilasciate con licenza aperta (ad esempio CC BY 4.0) o in pubblico dominio. Ciò significa rendere articoli e dati della ricerca scientifica liberamente utilizzabili da altri, agevolando la collaborazione tra scienziati ed accelerando il raggiungimento di risultati rilevanti. 2) Garantire che tutte le risorse educative (video, infografiche ed altri strumenti multimediali) siano rilasciate con licenza aperta per facilitare il reperimento di informazioni utili ed affidabili per i cittadini .
La corsa alla ricerca di un vaccino per il COVID-19 rende evidente perché l’accesso rapido e senza restrizioni ai contenuti della ricerca scientifica e ai materiali educativi è vitale.
A causa delle caratteristiche della malattia, infatti, ed in considerazione del fatto che la stessa era completamente sconosciuta agli scienziati prima dell’epidemia, ora divenuta globale, è evidentemente impossibile per un’organizzazione, istituzione o governo affrontare tale crisi da soli. A riprova di ciò, va considerato che gli sforzi che si stanno attuando in tutto il mondo per il vaccino non sarebbero possibili se i funzionari e ricercatori cinesi non avessero condiviso già all’inizio di gennaio 2020 informazioni cruciali sulla natura del virus.
Ci troviamo in un momento decisivo della nostra storia: dobbiamo cooperare concretamente per rispondere ad un’emergenza sanitaria globale senza precedenti. Ora più che mai dobbiamo applicare il mantra “Se condividiamo, vincono tutti”.
“Novel Coronavirus SARS-CoV-2” by National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) rilasciata con licenza CC BY.
Con i casi di COVID-19 che hanno superato rapidamente i 200.000 casi a livello globale, è necessario ed urgente che l’intera comunità scientifica lavori insieme al personale sanitario di tutto il mondo per trovare e rendere disponibili trattamenti e vaccini.
Il 13 marzo scorso, i consulenti scientifici governativi di 12 paesi hanno pubblicato una lettera aperta chiedendo agli editori di rendere accessibili i lavori e i dati della ricerca scientifica sul COVID-19. “Data l’urgenza”, si dice nella lettera, “è particolarmente importante che gli scienziati e i cittadini possano accedere ai risultati della ricerca il prima possibile”. Inoltre, i materiali educativi messi a disposizione da organizzazioni intergovernative come l’OMS, dovrebbero essere disponibili senza restrizioni: tutto ciò non solo è necessario rispetto all’emergenza in corso ma è anche perfettamente coerente con la missione pubblicistica degli enti citati.
Prima che questa lettera aperta fosse pubblicata, molti scienziati avevano già iniziato a rendere accessibili il proprio lavoro e i dati utilizzando piattaforme come bioRxiv, ArXiv e Gisaid. La scorsa settimana, oltre 32.000 persone hanno firmato una petizione per “sbloccare la ricerca sul coronavirus” promossa dall’organizzazione no profit Free Read. In risposta, editori come Elsevier, Oxford University Press, Springer Nature e The Lancet hanno iniziato a rimuovere i hanno iniziato a rimuovere le richieste di pagamento per consentire l’accesso agli articoli correlati al COVID19. Anche i media di tutto il mondo, tra cui il New York Times, Bloomberg, The Atlantic, Clarin, Publico, Globo e Folha, stanno rimuovendo le richieste di pagamento dai propri contenuti riguardanti il COVID-19. Singoli scienziati, in collaborazione con i media, hanno persino iniziato a rilasciare con licenze aperte grafici informativi che spiegano concetti scientifici complessi. Ad esempio, questa GIF dell’esperta di malattie infettive Dr. Siouxsie Wiles che illustra come possiamo “appiattire la curva”, è stata rilasciata con una licenza Creative Commons Attribution Sharealike (CC BY-SA 4.0).
“Flattening the curve” by Siouxsie Wiles and Toby Morris rilasciato con licenza CC BY-SA.
Molti sostenitori dell’open access hanno accolto positivamente questi sforzi in favore dell’apertura della ricerca scientifica sul COVID-19, sottolineando però questo approccio avrebbe dovuto essere portato avanti già da molto tempo. Michael Eisen, biologo della UC Berkley e redattore della rivista scientifica ad accesso aperto eLife, ha dichiarato su WIRED: “Questo approccio dovrebbe essere quello previsto in relazione a tutta la materia scientifica, non solo per quanto attiene al COVID-19, già da 25 anni a questa parte. Ma sono felice di vedere che ora stia finalmente succedendo”.
Sul suo sito web, Plan S sostiene che le richieste di pagamento limitano una “notevole quantità di risultati della ricerca per una grande parte della comunità scientifica e della società nel suo insieme”. Questo, a sua volta, “ostacola la macchina scientifica dalla base e ne limita la diffusione dei risultati nella società”. Ad esempio, i ricercatori che hanno esaminato l’epidemia di Ebola del 2014 nell’Africa occidentale hanno scoperto che l’accesso alle conoscenze vitali sul virus e sui fattori di rischio prima dell’epidemia è stato inibito dalle richieste di pagamento degli editori. Hanno scritto: “Sebbene l’accesso alla conoscenza di per sé non avrebbe prevenuto o evitato l’epidemia di Ebola, se il personale sanitario fosse stato meglio informato avrebbe potuto adottare misure preventive tempestive ed essere maggiormente attrezzato per mitigare i rischi durante e dopo l’epidemia”.
Ora è il momento di implementare e migliorare le politiche di open access
Per questi motivi, Creative Commons (CC) ha sollecitato l’adozione di politiche di open access da parte di organizzazioni e governi come nel caso della UK Reasearch and Innovation (UKRI). CC sta redigendo relazioni e commenti sul processo di consultazione dell’UKRI relativo all’implementazione delle politiche di open access e presto condividerà materiali simili anche in risposta alla richiesta del U.S. Federal Register in materia di Open Access riguardante pubblicazioni, dati, and Code Resulting From Federally Funded Research.
Le licenze CC sono diventate lo standard internazionale nel campo delle licenze aperte e dopo gli sforzi sostenuti da Creative Commons per la creazione, adozione ed attuazione di politiche di open access da parte di governi ed istituzioni, continuiamo a sostenere con forza la necessità di questo tipo di politiche a beneficio di ricercatori, industria e cittadini in generale. Ciò include la messa a disposizione per il più ampio riutilizzo anche di tutte le informazioni finanziate da organizzazioni internazionali e governi nazionali. CC, inoltre, si impegna a chiarire come può essere applicata la disciplina del fair use in queste circostanze eccezionali, così come la “Dichiarazione pubblica degli specialisti del Copyright nelle biblioteche: Fair use & ricerca e insegnamento da remoto in tempi di emergenza”. Documento pubblicato di recente da un gruppo di esperti bibliotecari del copyright provenienti da college e università degli Stati Uniti, incluso il Massachusetts Institute of Technology.
Grazie ai membri e alla comunità CC di Uruguay e Brasile, questo articolo è stato tradotto in spagnolo e portoghese.
Per ulteriori indicazioni sull’implementazione di politiche di open access e sull’utilizzo del CC License Suite, contattaci all’indirizzo e-mail: info@creativecommons.org – siamo qui per aiutarti.