[community] corte costituzionale e licenze CC
Simone Aliprandi
simone.aliprandi a gmail.com
Lun 22 Apr 2013 00:05:01 CEST
[fonte: http://aliprandi.blogspot.it/2013/04/corte-costituzionale-sperimenta-cc.html]
Per la mia solita rubrica "L'angolo del pedante", segnalo un nuovo
caso di applicazione approssimativa delle licenze CC; un caso degno di
nota dato che si tratta nientepopodimenoche... della Corte
Costituzionale.
Sul sito della Consulta nelle scorse settimane è infatti comparsa una
nuova sezione "sperimentale" (così è definita) per il rilascio in
spirito "open data" dell'intero dataset del sito. Non solo libera
consultazione online di provvedimenti e massime, ma possibilità di
scaricare il tutto in formato XML e riutilizzarlo per altri scopi.
Molto bene! La mossa è più che lodevole. Un bell'esempio da seguire
anche da parte di altri organi giurisdizionali.
Ma non posso fare a meno di rilevare alcune imprecisioni dal punto di
vista della gestione dei diritti e del licensing. E siccome non
resisto alla tentazione della pignoleria... ecco qui.
Pignoleria n. 1
Il suddetto disclaimer (disponibile all'url
http://www.cortecostituzionale.it/ActionPagina_1177.do) recita:
"I dati sono disponibili in formato xml e rilasciati con licenza
Creative Common (CC BY SA 3.0) per il libero riuso."
Allora... innanzitutto manca la "s" nella parola "Commons". E questo
potrebbe essere un semplice e innocuo refuso. Poi manca il nome esteso
della licenza (che sarebbe "Attribuzione - Condividi allo stesso modo
3.0 Italia") e il link al testo della licenza. Questa modalità di
applicazione è ovviamente indicata dalle linee guida di Creative
Commons, dai vari manuali e opuscoli disponibili in rete e soprattutto
dalla buona prassi giuridica.
Non si tratta di una pignoleria superflua ma di una questione
determinante dal punto di vista giuridico. Infatti, affinchè
l'applicazione di una licenza ad un'opera esplichi i suoi effetti
correttamente, è necessario che il collegamento opera-licenza sia
sempre chiaro e scevro da equivoci. Questo perchè l'utente dell'opera
deve essere messo in grado di conoscere realmente quali sono i termini
d'uso dell'opera. In mancanza di chiarezza, l'utente è portato - per
non rischiare di sbagliare - a contattare il detentore dei diritti e
chiedere conferma... vanificando così la funzione di
disintermediazione tipica delle licenze CC.
La presenza del link è ovviamente un bel passo verso la chiarezza e la
certezza. Ma quantomeno bisognerebbe iniziare dal chiamare la licenza
con il suo nome.
Scrivere semplicemente "CC BY SA 3.0" (in assenza del link) NON E'
SUFFICIENTE. Innazitutto il significato delle sigle BY e SA non è noto
a tutti; dunque anche ipotizzando un utente diligente che volesse
cercare il significato di quella dicitura, non è detto che riesca a
trovare le informazioni corrette. Poi in quelle parole abbreviate
manca un'INFORMAZIONE FONDAMENTALE, ovvero la giurisdizione della
licenza. Immagino che la Corte Costituzionale intendesse utilizzare la
licenza in versione italiana. Ma non è detto. Messo così, si potrebbe
pensare anche ad una versione "internazionale", ovvero neutra rispetto
alla giurisdizione.
Pignoleria n. 2
La laconica enunciazione di cui sopra è in parziale contraddizione con
il disclaimer che si trova cliccando sul link "note legali" presente
nel footer del sito, nel quale si legge:
"La Corte costituzionale fa divieto, in assenza di espressa
autorizzazione, di riprodurre, estrarre copia, ovvero distribuire le
informazioni testuali e gli elementi multimediali disponili sul sito
per finalità commerciali."
La licenza CC by sa infatti consente tranquillamente anche il riuso a
fini commerciali.
Ergo, anche se si tratta di una fase "sperimentale" sarebbe opportuno
aggiornare queste "note legali" onde evitare di creare ulteriore
incertezza e confusione.
Pignoleria n. 3
Inoltre... vorrei cogliere l'occasione per riflettere sulla frase: "La
voce "open data" del sito è attiva in via sperimentale."
Cosa significa? Che i dati li hanno rilasciati, ma in realtà non sono
sicuri che sia la cosa giusta da fare? Che magari un giorno si pentono
e tolgono la sezione dal sito?
Se così fosse (cosa per altro legittima, dato che il detentore dei
diritti può sempre cambiare licenza alla sua opera), qualcuno dovrebbe
spiegare a chi ha scritto quel disclaimer che comunque tutti coloro
che nel frattempo hanno scaricato i dataset sulla base della licenza
indicata, potranno continuare ad utilizzarli e soprattutto a
ridiffonderli nel rispetto della stessa.
Come chiosa finale, tengo a fare una precisazione. In realtà la
gestione dei diritti d'autore sulle informazioni di cui abbiamo qui
discusso va riferita unicamente al database right (il famoso diritto
sui generis), che agisce sull'organizzazione del database più che sui
suoi contenuti. A livello di contenuti, infatti, se escludiamo le
massime (che potrebbero essere considerate opere dell'ingegno a sè
stanti coperte da un diritto d'autore o quantomeno un diritto
connesso), sui testi dei provvedimenti della Corte Costituzionale NON
C'E' ALCUN COPYRIGHT in virtù dell'art. 5 della legge 633/41; di
conseguenza sono di pubblico dominio e quindi riutilizzabili
liberamente anche senza una licenza che lo permetta espressamente.
Un caro saluto.
--
Simone Aliprandi - http://www.aliprandi.org
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