[Community] share music o cc commerciale no derivate
fede
brunology a alice.it
Mer 30 Lug 2008 16:19:21 CEST
Il giorno lun, 28/07/2008 alle 20.27 +0200, Micaela Gallerini ha
scritto:
> Il 28 luglio 2008 20.01, Erik Vansaren <vansaren a hotmail.it> ha scritto:
>
> >
> >
> > Ahem...quindi avere la CC attribuzione, non commerciale, no derivate vuol
> > dire?
> >
> > A. Puoi mettere la musica online sul tuo sito ma deve essere scaricabile
> > gratuitamente sebbene tu possa anche metterla in vendita, ma deve essere
> > comunque anche scaricabile gratuitamente, quindi ci sar chi la scaricher e
> > non ti dar niente e chi la scaricher e ti dar il prezzo di vendita che
> > hai messo.
> > B. Puoi mettere la musica online sul tuo sito, la puoi vendere e non sei
> > obbligato a renderla scaricabile gratuitamente.
> >
> > Io ero partito con B, poi sono arrivato ad A, adesso leggendo Micaela torno
> > a B? oppure c' un misunderstanding generale?
> >
>
>
> anche io sono sempre partita con B ed ho continuato con B...:D
>
> ci son persone che pubblicano su copyleft ma vendono il loro prodotto
> senza lasciarlo in versione gratuita. Ce ne sono tantissime di
> persone, l'autore che sceglie se e quali prodotti rilasciare in
> versione gratuita, non detto che tutti i suoi prodotti siano
> gratuiti, n che tutti debbano essere per forza non gratuiti.
>
Sì, è un comportamento piuttosto diffuso, mi pare.
Un autore pubblica con CC, ma poi sul suo sito si trova solo la versione
a pagamento. Chi vuole trovare la copia gratuita deve rompersi un po' le
scatole a cercarla in rete (tanto prima o poi si trova).
Capisco che in questo modo si spera di vendere di più..
Ma non è una strategia che apprezzo molto, e non sono nemmeno tanto
sicuro che paghi alla fine..
Non mi sorprende che lo faccia una grande azienda (mi viene in mente
Feltrinelli e alcuni libri pubblicati con licenze CC), ma mi stupisce un
po' che lo faccia un artista emergente che si autopromuove su Internet.
> Quindi, in parole povere:
>
> - lei crea musica
> - la vende sul suo sito (paghi con pay-pal e ti scarichi la musica, le
> consiglio di dare anche altre fonti di pagamento, es. post pay, cos
> chi non ha carta di credito pu acquistare il suo prodotto lo stesso).
> - una volta che qualcuno ha acquistato un suo brano, lui pu:
>
> a) copiarlo su supporto, su ipod, o su chiavetta elettronica (una,
> due, trecento volte), un supporto solo o tutti insieme non fa
> differenza.
> b) pu passarlo al suo amico che non ce l'ha, ma vuole ascoltare la
> musica prima di comprare lo stesso pezzo o un album intero.
> c) pu usarlo in una festa paesana in cui nessuno paga il biglietto o
> vende qualcosa, o magari alla festa degli scout agesci, tanto per fare
> un altro esempio.
> eccetera eccetera.
>
Certo, queste libertà rimangono anche se l'autore propone le sue opere
solo a pagamento, scelta che rende solo più difficile per il pubblico
reperirle gratuitamente.
Però mi sembra che questo modo di distribuire non sia poi così lontano
da quello tradizionale, soprattutto nel rapporto tra autore e pubblico.
Il famoso accesso libero alla cultura è un po' scaricato sulle spalle
del pubblico. E mi viene il sospetto che questi autori sperino di avere
a che fare con un utente ignorante di Internet e di CC, che
probabilmente comprerà invece di procurarsi ciò che vuole legalmente e
gratuitamente (perché magari non sa dove trovarlo o non sa nemmeno che
ha il diritto di scaricare un'opera CC dalle reti p2p).
Ecco, invece di un rapporto di fiducia e di collaborazione, mi sembra si
crei un rapporto di diffidenza in cui ciascuno - autore e lettore - si
guarda con circospezione, temendo di essere fottuto dall'altro.
E' un peccato che sia così, perché mi pare che invece tante opere di
successo del mondo CC siano nate al contrario grazie ad un accordo e ad
un impegno reciproco tra autore e pubblico/comunità. (i corti della
Blender Foundation sono forse l'esempio migliore, per quanto ne so).
Ci sono poi altri casi esemplari (e siamo appena all'inizio).. non mi
sembra quindi utopico augurarsi questo tipo di rapporto.
In conclusione, l'autore può fare quel che vuole, ma - secondo me - deve
stare molto attento alle sue decisioni, perché influenzeranno il
rapporto col suo pubblico..che non conta poco
IMHO
Federico
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