[Community] proposta dmint.it
Nicola A. Grossi
k2 a larivoluzione.it
Mar 26 Set 2006 10:59:46 CEST
Giacomo Cosenza ha scritto:
>Non dimenticate che è uno sforzo di sintesi che parte da posizioni molto
>distanti tra loro e che le ha dovute inevitabilmente conciliare, ma
>senza mai scendere a compromessi che ne riducessero la portata e
>l'importanza
>
>
Infatti non si capisce cosa ci stanno a fare le licenze creative commons
lì in mezzo.
Se io voglio permettere ad altri di copiare e distribuire liberamente un
contenuto,
che senso ha metterci un DRM (quand'anche si tratti di un iDRM)?
O la licenza perde di senso o perde di senso il DRM.
Se questo è l'apporto tuo e di Travostino, è un apporto che ha poco
senso, dal mio punto di vista.
Non che sia un apporto deleterio, ma non ha molto senso.
Tra l'altro nel programma c'è scritto che le CC non si basano né sul
copyright né sul pubblico dominio.
Non si capisce allora su cosa si basano. Ma lasciamo perdere.
Più interessante, invece, è il discorso di Chiariglione strettamente
legato all'interoperabilità nuda e cruda.
Ieri ho avuto un lungo scambio con lui (perché mi ha inviato la
proposta) e direi che ci siamo presi abbastanza (ha ritenuto ottime le
mie osservazioni e mi ha invitato
a presentare le mie idee in vista della riunione di novembre);
abbiamo parlato del problema della copia privata e mi ha detto che è un
problema che verrà affrontato nella seconda fase dei lavori (mi ha anche
fatto qualche esempio tecnico).
Comunque lui è favorevole ad introdurre l'obbligo della copia privata
digitale (sia sui contenuti "liquidi" che su quelli "solidi"):
sui contenuti "liquidi" dice che si può fare anche con una licenza che
dia la possibilità di scaricare nuovamente il file danneggiato
(poi bisognerebbe ragionare sui dettagli).
I contenuti "solidi" non vengono presi in consederaizone nel programma,
ma gli ho fatto capire che non si può andare a modificare la norma
parlando solo di quelli (io quando vado a Roma per rivedere il decreto
attuativo dell'EUCD non posso parlare soltanto di contenuti "liquidi"!).
Quindi si è detto disposto a parlare di una situazione che preveda una
convivenza di DRM e iDRM per i contenuti "liquidi" (che è l'attuale
proposta di idrm.it) e una condizione integralista, invece, sui
contenuti "solidi".
In pratica l'unico DRM legale per i CD, DVD... dovrebbe essere l'iDRM
(questo perché a livello di distribuzione "fisica" si creerebbero
ovviamente delle macchie di leopardo): e siamo anche d'accordo sull'ente
di controllo,
che potrebbe essere, almeno ad interim, l'AGCM (la Francia ha già
recepito quella norma non cogente dell'EUCD che "consiglia"
l'interoperabilità... per il resto la Francia è un disastro, ma lasciamo
perdere).
Introdurre il mio discorso sui contenuti "solidi" - dice Chiariglione -
sarebbe un interessante complemento all'attuale proposta per un "nuovo
sistema di delivery".
Nel caso in cui idrm.it prendesse la piega da me auspicata e diventasse
una proposta più completa, più chiara su certi aspetti
e certamente compatibile con la mia, non avrei nessun problema ad
appoggiarla anche nelle sedi istituzionali.
Ma c'è ancora un bel pezzo di strada da fare.
Saluti,
n.a.g.
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