[Community] I Have A Dream

Nicola A. Grossi k2 a larivoluzione.it
Gio 29 Set 2005 12:07:00 CEST


Vi ricordate la risposta di De Martin ad Emmanuele Somma? 

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Caro Emmanuele, 

grazie del tuo messaggio e grazie anche a tutti
coloro che sono intervenuti finora in questo thread. 

Ho sentito lo stream della tua intervista radiofonica
e ho letto quanto hai scritto sul tuo blog. 

In merito farei le seguenti osservazioni, in attesa
di avere l’opportunita’ di esprimermi in maniera
piu’ completa e piu’ per esteso. 

Sono consapevole del punto di vista su CC espresso
da parte (?) del mondo free software (FS).
Ho avuto, per esempio, occasione di confrontarmi
in proposito con Mako Hill, e adesso, indirettamente,
con Emmanuele Somma, che mi sembra sostanzialmente
sulle stesse posizioni. 

Sono opinioni per cui nutro un profondo rispetto, e che mi
hanno fatto e mi fanno tuttora riflettere. 

Tuttavia, dissento. Non sono affatto convinto, infatti, che lo
stesso concetto di liberta’ adottato per il software debba
per forza valere per altri tipo di contenuti creativi.
La visione di Barlow che l’artista debba per forza guadagnarsi
da vivere fornendo servizi faccio fatica a trovarla
in generale convincente: il mio amico compositore
di 75 anni cosa dovrebbe fare per vivere secondo Barlow?
Non e’ mi chiaro. 

Avendo dubbi, trovo, quindi, confortante che Creative Commons
proceda in modo flessibile e pragmatico, orientandosi
grazie ad un dialogo continuo con i creatori, piuttosto che
facendo riferimento ad un preciso impianto concettuale
definito a priori (con tutti i pro ma anche i contro che
questo comporta).
Mi rendo conto che, rispetto al FS, questa
e’ una differenza metodologica e quasi filosofica di
non poco conto; e quindi non mi stupisco
affatto che a qualcuno possa non piacere. 

Mi piace un po’ meno, pero’, che tutte le posizioni che
non coincidano con quelle del FS, siano definite
come meno “libere” (o meno “liberali”).
O meglio: si dica tutto pure quello che si vuole, ci mancherebbe,
ma mi sembra che -visti i poderosi connotati, anche etici,
della parola “liberta’”- avremmo tutti da guadagnarci, secondo me,
a non entrare in discussioni di questo tipo. 

Sempre in tema di liberta’, non condivido anche un altro
punto del discorso di Emmanuele, ovvero, quello
in cui sostiene che opere rilasciate sotto
Attrib- Non Commerciale- No Deriv non aggiungono
nulla alle possibilita’ creative degli utenti.
Il solo fatto che delle opere vengano rilasciate
col permesso esplicito a usufruirne, performarle,
copiarle, distribuirle, ecc. – sia pure con i limiti NC e ND -
e’, a mio parere, un fatto molto positivo. Altrimenti cosa
vogliamo sostenere, forse che le biblioteche non sono positive?
Un terzo punto che ho trovato poco felice dell’intervista
(ma mi rendo conto della difficolta’ tipiche del mezzo radiofonico)
e’ quello, conclusivo, in cui parlava della comunita’ CC
dietro la quale possono nascondersi (vado a memoria)
fini (o persone o azioni, non ricordo) poco liberali.
Una frase che lasciata cosi’, senza spiegazioni, era
effettivamente equivoca, e non solo per l’uso del termine “liberale”
che ormai, almeno in Italia, non vuol piu’ dire, a mio parere,
nulla di preciso. 

Cio’ detto, passo all’ultimo punto, che e’ forse solo un errore
di comunicazione o un fraintendimento, ma che inevitabilmente
attira molto l’attenzione: sulla base di cosa Emmanuele
dice che ci sono delle CCPL (quelle “sbagliate”) che sono “molto meno
libere delle normali norme che si utilizzano attualmente con il copyright”?
Sentita questa frase dell’intervista, sono andato a leggere il suo blog,
dove il suo pensiero su questo punto e’ espresso piu’ per esteso.
Sono rimasto, pero’, lo stesso alquanto perplesso.
Emmanuele, infatti, sembrerebbe pensare che la non-commercial
preclude la possibilita’ di rivolgersi all’autore per concordare
un uso commerciale dell’opera. Ovviamente, non e’ cosi’: la non-commercial
puo’ essere vista, se lo si desidera, come un modo per dire:
“se vuoi fare un uso commerciale, telefonami che vediamo
di metterci d’accordo”. L’autore infatti ha la facolta’ di rilasciare
l’opera con un’altra licenza come e quando vuole.
Uso il condizionale e parlo di probabile errore di comunicazione
o fraintendimento perche’ la stessa facolta’ vale
nel caso del software libero, che, anche se rilasciato con GPL,
puo’ essere dall’autore ri-rilasciato successivamente
con una licenza diversa, anche completamente proprietaria,
fatta salva naturalmente l’irrevocabilita’ e la perpetuita’ della
licenza utilizzata nei rilasci precedenti.
Sono, quindi, certo di non aver ancora capito davvero
cio’ che Emmanuele vuole dirci in proposito. 

Grazie molte per l’offerta di disponibilita’ ad ospitare una
mia replica, o comunque un mio intervento, in una delle prossime
puntate della vostra trasmissione. Teniamoci in contatto,
cosi’ da discutere direttamente, con calma, cosa eventualmente fare. 

Ciao, 

Juan Carlos 

Juan Carlos De Martin
Creative Commons Italia
IEIIT-CNR 

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E' da quando ho letto queste parole (23 giugno 2005) che ho un desiderio: 
quello di ascoltare De Martin su Radioradicale (Radiolinux). 

Perché questo desiderio? Innanzitutto perché è (era?) il desiderio di tante 
altre persone, a incominciare dai diretti interessati (De Martin e Somma); 
poi perché mi sembra giusto che il diritto di replica possa essere 
esercitato attraverso mezzi di comunicazione aventi "pari forza" (De Martin 
non parla abitualmente in radio, né dirige riviste di informatica); infine, 
perché anche tra gli "addetti ai lavori" e tra gli "appassionati" sembra 
esserci parecchia confusione (ma anche parecchio interesse), e dunque una 
discussione sul tema "libertà" non potrebbe far che bene. 

Sono passati più di tre mesi da quel 23 giugno, ma nutro ancora una viva 
speranza. 

Saluti,
n.a.g. 





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