[Community] Vendere "opere CC" su FAIRCOPY: chiamate il Trio Medusa!
s*phz
scarph a autistici.org
Dom 18 Set 2005 11:44:10 CEST
...mentre tu ti preoccupi di sputtanare De Tomasi perche' vende opere
protette da DRM per 50 centesimi, c'e' chi negli ultimi tempi faceva il
paladino delle liberta' digitali e delle licenze Creative Commons e ora
denuncia un ragazzino perche' vendeva su e-bay i dvd dei suoi fantastici
spettacolia 2-3 euri....
http://italy.indymedia.org/news/2005/09/874867.php
Secondo me potremmo cogliere al volo tutta questa situazione, anziche'
per puntare il dito contro il reo (ma d'altronde la tracotanza di Grossi
difficilmente riesce andare oltre la pubblica inquisizione) per
ragionare sulla questione della pubblicazione di opere in copyleft e il
reddito...qualcuno ci sta provando....(vi giro un messaggio apparso su
un'altra lista) magari se ci impegniamo riusciamo a farlo diventare un
buon dibattito anche da queste parti
ciao
scarph
-------- Messaggio Originale --------
Oggetto: [cyber~rights] Elogio della zia
Data: Fri, 16 Sep 2005 19:16:42 +0200
Da: rattus <wbario a tin.it>
Rispondi-A: cyber-rights a ecn.org
A: <cyber-rights a ecn.org>
Devo dire che anch'io mi trovo a trasalire quando leggo notizie come
quella secondo cui Beppe Grillo avrebbe denunciato un ragazzo che
vendeva un CD con il suo spettacolo.
La cosa non farebbe balzare sulla sedia se Grillo non fosse in questo
momento il pontefice massimo delle liberta' digitali in Italia. Ci
prende in giro?
La questione e' tutt'altro che semplice. Il problema per il quale chi
produce delle cose abbia il diritto a qualche compenso e' noto ed
estremamente acuto.
E le levate di scudi in nome del copyleft non servono a molto. Se date
un'occhiata a qualche interessante libro made in USA trovate
inesorabilmente la paginetta in cui l'autore ringrazia la fondazione XYZ
per avergli dato la possibilita' di realizzare il lavoro. Del resto lo
stesso copyleft non s'e' mai sognato di impedire i profitti a chi
utilizza il software libero (Torvalds e' diventato miliardario).
La questione e' spinosa: un lavoro "serio" richiede del tempo e credo
che sia del tutto comprensibile che chi sceglie di approfondire un
argomento quando non spera di essere premiato dalle lobbyes accademiche
speri almeno di essere premiato dal mercato.
Per questa via l'unica soluzione sembrerebbe quella di un mercato
davvero "equo".
Per esempio se google iniziera' davvero a mettere in rete i libri
tendera' a presentarli in modo "indifferenziato" scavalcando le
strozzature delle distribuzioni e dei potentati pubblicitari. (Dubito,
tuttavia, che ci riesca) Ugualmente, sono d'accordo sul fatto che quanti
sperano in una societa' diversa provano sempre un certo imbarazzo nel
misurarsi con questi paradossi e questi compromessi.
Un film come quello della Guzzanti (viva zapatero!) mentre denuncia il
sistema della censura sull'informazione, spera di fare grandi incassi ai
botteghini.
D'altra parte, se non ci fosse la speranza di incassi, "Viva Zapatero!"
non esisterebbe proprio e nessuno potrebbe sviluppare quei residui di
consapevolezza critica che si ricavano dalla visione di un film del genere.
Molti dicono, a ragione, che non si vede proprio la differenza tra
destra e sinistra, una volta accertato che le banche sono le vere
amministratrici della politica.
Tuttavia, a mio modo di vedere, ci sono diversi gradi di profondita'
nelle lotte. Esistono forme d'arte e d'informazione che mirano a creare
consapevolezza critica. Vanno rispettate e, in qualche modo, retribuite.
Anche perche' diversamente muoiono.
Ma sono robe apotropaiche, come l'aglio contro il vampiro. Lo tiene a
bada, ma non l'ammazza.
Esistono poi progetti di lungo periodo che dovrebbero puntare a colpire
seriamente lì dove fa davvero male. Cioe' l'ambito dei processi di
produzione. In fondo questo e' quello che davvero ci affascina del
software libero. Stallman, ne sia o meno consapevole, ha conficcato un
paletto nel cuore del vampiro.
ciao
Rattus
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