[Community] Definizioni & definizioni [era: Pericolo di cagnara]

Nicola A. Grossi k2 a larivoluzione.it
Ven 24 Giu 2005 08:24:09 CEST


Rubini scrive: 

>Prima di remare pro o contro bisognerebbe definire prima "cultura
>libera". Purtroppo non si puo` arrivare ad una definizione univoca
>perche` e` troppo tardi per farlo visto che tutti gia` ne parlano.

Dunque occorre procedere su base empirica e statistica.
E allora possiamo dire che la cultura libera fa riferimento ad opere 
dell'ingegno che sono oggetto di licenze libere od open content.
Che cos'è una licenza libera lo sappiamo su base "filosofica". Che cos'è una 
licenza open content potremmo dedurlo su base "storica".
Le Creative Commons sono di gran lunga le licenze per opere espressive più 
diffuse: potremmo allora dire che la cc by-nc-nd rappresenta il confine 
dell'open content e da qui giungere ad una definizione.
In altre parole, l'open content prevede la rinuncia all'esercizio esclusivo 
di una serie di diritti di utilizzazione economica, una serie di diritti tra 
i quali troveremo *sempre* (il licenziatario non deve trarre un vantaggio 
economico o un compenso monetario diretto dall'esercizio dei seguenti 
diritti): 

a. il diritto di pubblicare l'opera;
b. il diritto di riprodurre l'opera;
c. il diritto di eseguire, rappresentare o recitare in pubblico l'opera;
d. il diritto di comunicare al pubblico l'opera;
e. il diritto di distribuire l'opera;
f. il diritto di pubblicare le opere in raccolta;
g. il diritto di dare in prestito l'opera;
h. diritto di autorizzare il prestito dell'opera da parte di terzi. 

Qui, secondo me, incomincia tecnicamente l'open content.
Questa, secondo me, è la base da cui parte l'open content. 

Ma attenzione: nessuna licenza open content (anche la più "restrittiva") 
esclude categoricamente che il licenziatario possa esercitare anche i 
diritti che non sono oggetto della licenza: semplicemente il licenziatario 
può chiedere al licenziante il permesso di esercitarli e il licenziante può 
accordare questo permesso. E' questa flessibilità, a mio avviso, la 
caratteristica principale dell'open content. 


>Basta vedere quanto sia difficile arrivare ad una definizione
>condivisa di "formato aperto", che di per se e` una questione molto
>piu` semplice.  E basta vedere quanto viene abusato e storpiato "copyleft",
>che non ha nessuno di questi problemi.
 

Ci sono dizionari e dizionari: non esiste un solo tipo di dizionario.
Qualsiasi "dizionario" di matematica io compri, vi troverò sempre formule 
univoche: altrimenti la matematica sarebbe un'opinione. 

Ma se io compro un dizionario della lingua italiana o francese o inglese... 
per ogni termine troverò una lunga serie di definizioni (tra loro anche 
molto diverse).
Non si può cetto dire che questo tipo di dizionario anziché fare chiarezza 
crei confusione: anzi, tante più sono le diverse accezioni indicate dal 
dizionario tanto più ci compiaciamo di avere comprato un buon dizionario.
Perché in quella molteplicità di definizioni si rispecchia la nostra cultura 
, la nostra storia, il nostro pensiero. 

Quindi è normale che sul manuale di un programma trovi un certa accezione di 
"copyleft", così come è normale che su un dizionario della lingua italiana 
trovi quella accezione e anche un'altra accezione. 

Il pericolo non è l'esistenza di due diverse accezioni di uno stesso 
termine, ma la conoscenza di una sola accezione del termine (anche per 
questo esistono i dizionari). 

Per cui il fatto che con copyleft alcuni indichino "un fenomeno sociale e 
culturale" non è un problema: perché nessuno ha intenzione di cancellare il 
significato "originario" del termine (e poi si tratta di due accezioni molto 
diverse: non si corre il rischio di generare confusione). 

Molti termini hanno nel linguaggio comune un senso e nel linguaggio 
giuridico un altro: non per questo la scienza giuridica si è mai trovata in 
crisi.
Il termine "copyleft" entrerà (se già non è entrato) nei dizionari: 
(inform.) def.1, (soc.) def.2, (volg.) def3. ... e così via.
Io ho il dizionario delle lingua italiana della UTET (21 volumi: e ogni 
volume è enorme, con caratteri disposti su tre colonne e piccolissimi): per 
ogni termine trovo pagine e pagine, tantissime citazioni di autori che 
l'hanno utilizzato... e ripercorro la storia d'Italia e del mondo... è
perfino commovente... avverto davvero il sublime matematico kantiano. 

 

 

>Personalmente comunque sono molto scettico sulla claula NC. Il significato
>della clausa NC non cambia se l'opera e` funzionale o espressiva, mentre
>le implicazioni di ND cambiano fortemente.

>Credo che sarebbe interessante confrontare in lista le varie opinioni
>sull'utilizzo commerciale e non commerciale, argomentando i vari
>punti di vista. Non mi sembra sia ancora stato fatto.
 

Se intendi aprire una discussione (certamente interessante) su quest'ultimo 
punto, forse dovresti enucleare più ampiamente il concetto che sta alla base 
della tua osservazione. Grazie. 

 

Saluti,
n.a.g.



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