[Community] dell'intervenire in lista e altre considerazioni

J.C. De Martin demartin_ml a media.polito.it
Gio 16 Giu 2005 02:13:53 CEST


L'ultimo messaggio -come prendo unicamente come spunto per una
riflessione- inviato da “eliogabelli a excite.it” su [community],
oltre al resto, chiede con toni drammatici come mai 
“i dirigenti [sic] di Creative Commons Italia” non siano ancora 
intervenuti in merito al thread sulla clausola non commerciale.

Lasciatemi ignorare, almeno per il momento, le conclusioni che
“eliogabelli” trae da tale silenzio, nonche' la sostanza del thread nc, 
su cui interverro' a parte su [cc-it].

E lasciatemi, invece, osservare che se a “eliogabelli” sostituissimo
“Sig. Rossi” e a “thread sulla clasuola non commerciale” un qualsiasi 
“tema X”, otterremmo un messaggio paradigmatico delle nostre liste, 
che potremmo chiamare: “perche' le AI (le PI, CC-IT, De Martin, ecc.) 
non rispondono/non intervengono/ecc. sul tema X”.

Chissa' perche', a questa domanda, quasi nessuno -neanche 
“eliogabelli”- riesce a non dare immediatamente una risposta, quasi 
sempre negativa: “perche' ci snobbano, perche' hanno qualcosa da 
nascondere, perche' non sanno cosa dire”, eccetera, eccetera.
Colpa nostra: il silenzio e', per sua natura, polisemantico e quindi 
si presta a qualsiasi interpretazione (anche se il buon senso e la 
buona fede dovrebbero far da filtro....)(Tra l'altro, se poi si 
risponde a X, una variante e': "Perche' hanno risposto a X, 
quando Y e' manifestamente piu' importante?", eccetera.)

Provo allora a rispondere io in generale, prendendo la domanda nel suo
senso letterale, come se fosse sempre fatta da persone in perfetta 
buona fede, che hanno a cuore null'altro
che il successo di Creative Commons.

E la risposta e' ovvia: non ho ancora risposto perche' non ci sono
ancora riuscito; appena potro', rispondero'.

Mi piacerebbe rispondere subito a tutto? Altroche'! Senza eccezioni.
Anche solo con due parole. Per dire che ci sono, che seguo, che mi
preoccupo. Inizia a circolare, per esempio, una horror story anonima, 
con musicisti dilettanti, donne avvocato bionde e imprenditori malvagi 
che sembrano usciti da romanzo di Chandler?
Subito intervengo in lista, col supporto -ove necessario- degli amici
giuristi, sempre online anche loro, naturalmente, e sistemo le cose 
-spiegando, ribattendo, sgominando, a seconda dei casi. Mi piacerebbe; 
davvero. Sul serio. Cosi' tanto che in qualche modo provero' comunque 
a farlo; posso senz'altro far meglio di quanto ho fatto finora.

Purtroppo, pero', non siamo in un mondo utopico in cui io (o qualcuno
del team) e' libero di stare costantemente online a rispondere a tutti, 
provocatori e troll inclusi. Noi, e includo la stragrande maggioranza 
dei membri della lista, abbiamo una nostra attivita' principale, e
poi seguiamo nel tempo libero Creative Commons come attivita' extra, 
non remunerata, fatta per passione. Quindi Creative Commons convive per 
forza innanzittutto con un lavoro o lo studio, e poi con famiglia, 
viaggi, letture, vacanze, scadenze, influenze, amici,
ovvero, tutto cio' che costituisce le nostre vite e che a volte ci
lascia un po' piu', a volte un po' meno e a volte niente affatto tempo 
per CC. Certo, se l'inattivita' dura da sei mesi, e' il caso
-come direbbe Woody Allen- di farsi vedere da un medico... 
ma di sicuro gaps anche di diversi giorni sono, in questo contesto 
volontaristico, semplicemente inevitabili.

Possono tali gap produrre danni reali e concreti al nostro movimento?
Solo in un caso, direi: basta prenderci, come mailing list, allo stesso
tempo troppo sul serio e troppo acriticamente.
Basta credere a tutte le horror story (magari anonime e senza dati
specifici).
Basta credere a tutte le obiezioni giuridiche piu' o meno sapientemente
espresse apposta per insinuare i dubbi (fosse per i signori che esprimono 
certi dubbi, la GPL e tutto il momento del software libero non sarebbe mai 
lontamente nato...).
Basta pensare che se CC Italia non risponde entro il fine settimana 
(o anche entro venti giorni, se e' per questo) allora hanno automaticamente 
ragione quelli che gridano che il re Lessig e' nudo o che il cielo delle CCPL 
e' in procinto di cadere.....

Questa mailing list vuole essere la lista della comunita' Creative
Commons, di tutti noi commoners. Questo e' il luogo virtuale in cui 
conversiamo, in cui dovremmo raccontarci le nostre esperienze, aiutarci 
a vicenda, proporre iniziative. La scelta in favore di Creative Commons 
l'abbiamo _gia'_ fatta e stiamo agendo di conseguenza. Il che non vuol dire
affatto che dobbiamo rinunciare al nostro senso critico ne' in merito alle 
licenze, a CC, a CC-IT, al sottoscritto o a chiunque altro.
Ma vuol sicuramente dire che le scelte di base le abbiamo gia' fatte (o
siamo interessati a farle, nel caso dei neofiti). Troppo spesso, invece, 
la discussione -che, vi ricordo, e' pubblica, come pubblici sono tutti 
gli archivi della mailing list- lasciamo (mi ci metto anch'io) che venga
dirottata per minare proprio le scelte che stanno alla base della costruzione 
della nostra comunita'. Riprendiamoci la mailing list;
trattiamo in maniera laica e distaccata i problemi che si presenteranno; 
e, soprattutto, concentriamo sul fare cose concrete 
e sul crescere come comunita' CC.

Un cordiale saluto,

Juan Carlos De Martin





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