[Community] Re: Glorioso, ma siamo proprio sicuri che... ?
Nicola A. Grossi
k2 a larivoluzione.it
Lun 25 Lug 2005 13:48:28 CEST
Andrea Glorioso Scrive:
>>>>>> "Nicola" == Nicola A Grossi <k2 a larivoluzione.it> writes:
>
> > Andrea Glorioso Scrive:
>
> >> In ogni caso, parlare di rete telematica disgiuntamente dai
> >> protocolli che la utilizzano ha poco senso. La nascita di
> >> ARPANET e successivamente di Internet non sarebbe stata
> >> possibile senza il lavoro di ricerca sul protocollo NCP, poi
> >> evolutosi nei protocolli TCP/IP.
>
> > Un'auto senza motore resta un'auto, anche se non ha senso
> > salirci sopra per viaggiare. Ma un motore non è un'auto.
> > Internet utilizza un protocollo, ma non *è* un protocollo: è
> > qualcosa di più.
>
> E cosa sarebbe questo di piu`?
http://www.ehiweb.it/glossario/showparola.php?parola=Internet&Frm_Session=08
ae756dd119d840951e1df75d93386a
"Internet
Entità su scala mondiale che rappresenta l’insieme di tutte le reti IP
interconnesse, cioè le diverse migliaia di reti di computer locali,
regionali e internazionali, interconnesse in tempo reale mediante la serie
di protocolli di internetworking TCP/IP (Trasmission Control
Protocol/Internet Protocol), anche se alcune parti di Internet eseguono e
supportano anche altri protocolli (OSI, Novell IPX, Appletalk, DECnet). Con
il termine Internet si fa riferimento anche ai milioni di computer collegati
a queste reti.".
E' la prima definizione che ho trovato su Internet.
Se ne trovi una in cui si dice che Internet *è* un protocollo, linkala pure.
> >> Il collegamento tra le quattro universita` era volto
> >> all'utilizzo piu` efficiente di strutture di ricerca afferenti
> >> ai programmi finanziati dal DARPA (struttura militare).
>
> > La connessione sembrerebbe un po' labile per parlare di *scopi
> > militari*. Comunque credo di avere capito la tua opinione:
> > secondo te se una cosa è volta all'utilizzo più efficiente di
> > strutture di ricerca afferenti a programmi finanziati da una
> > struttura militare ha uno scopo militare. Però poi non
> > meravigliamoci se qualcuno, tessendo trame sottili, arriva a
> > dire che Creative Commons è militarista. :-)
>
> Io mi meraviglio comunque, perche` confrontare:
> (a) una situazione in cui il Dipartimento della Difesa, tramite un suo
> dipartimento, finanzia lo sviluppo di protocolli volti a costruire
> una rete per facilitare le ricerche di persone finanziate dal
> Dipartimento della Difesa medesimo e i cui risultati verranno
> usati dal Dipartimento in questione (e non da altri - chi lavora
> in ambito militare, pur essendo ricercatore, non ha generalmente
> una gran liberta` nel diffondere i risultati del proprio lavoro)
>
> con
>
> (b) una situazione in cui *uno* dei membri del "board" di
> un'associazione che ha uno scopo ben definito, la produzione di
> licenze di copyright e la promozione delle medesime, ha lavorato
> *anche* per l'esercito
>
> e da questo derivare scopi o intenzioni di taglio militaristico
> nell'associazione di cui al punto (b) mi sembra sintomo di
> complottismo e dietrologia.
Complottismo no, perché i complotti non si improvvisano, ci vuole talento.
Comunque, la mia era una battuta per dirti che io "mi meraviglio" *in
entrambi i casi*. Per me il nero è nero: il marrone scuro è marrone scuro,
non è nero.
> >> Naturalmente, la vita non e` un sistema binario, e quanto sopra
> >> va sempre sfumato in base alla situazione e anche rispetto alla
> >> mia emotivita`. Puo` darsi che in certe situazioni il
> >> comportamento di un dirigente di Creative Commons - sia pur non
> >> significativo per quanto riguarda l'elaborazione delle licenze
> >> - sia per me talmente insopportabile da influenzare il mio
> >> appoggio all'associazione.
>
> > Ecco, ti ringrazio per la tua onestà: è questo secondo me ciò
> > che è accaduto per alcune persone. E' questo il meccanismo
> > psicologico di cui dobbiamo prendere atto, perché è sulla base
> > di meccanismi psicologici di questo tipo che si acquista o si
> > perde consenso. Il problema non è questa o quella persona,
> > secondo me, il problema è la credibilità, ed essere credibili
> > non significa, purtroppo, essere meritevoli di credito. La
> > credibilità si forma spesso sull'incredibile: tanto più un
> > politico è incredibile tanto più è creduto... è un paradosso che
> > dobbiamo tenere ben presente. Capisci dove voglio andare a
> > parare (o a sbattere, a seconda dei punti di vista)? Facciamoci
> > furbi: le questioni tecniche vanno risolte *subito*, con
> > autorità tecnica. Le questioni politiche (o meglio
> > psicologiche), invece, a mio avviso, vanno trattate con i
> > guanti: perché non puoi sperare di andare davanti ad un pazzo
> > con la ragione e spiegargli che ha torto. Anche perché il torto
> > e la ragione, in questo genere di cose, non stanno mai da una
> > parte sola.
>
> In questo caso mi pare che si siano degli errori (se non vogliamo
> parlare di torto) molto chiari. Vedi sopra circa il confronto tra
> punto (a) e punto (b).
Come ti dicevo, credere all'incredibile è un errore molto chiaro (spesso),
ma è un errore umano.
> Sull'andarci con i piedi di piombo nelle questioni politiche, mi pare
> che Creative Commons (Italia o meno) lo faccia da tempo, tanto da
> essere accusata di immobilismo.
Per questioni tecniche, non politiche. Anche politiche? Forse sì, ma non le
ho vissute, diciamo.
> L'arte politica consiste anche nel
> sapere quando certe dichiarazioni potrebbero guastare rapporti
> strategici nel medio e lungo periodo, a fronte di proclami che fungono
> da semplice contentino per il grande pubblico. I membri di Creative
> Commons Italia sono ben consci del pericolo, e per quanto ne so non
> sono usi ad esporsi con comunicati, annunci, articoli o quant'altro
> prima di avere piena coscienza dei fatti, dato che questo poi comporta
> il rischio di dover ritrattare il tutto a breve giro e perdere cosi`
> credibilita`.
Si corre il rischio di perderla ugualmente se non si dice subito:
"Un attimo, abbiate un po' di pazienza e vedrete che vi risponderemo".
Ciò a volte è stato detto, altre volte no: e nel silenzio si sono creati dei
"mostri". Era normale.
> Per quanto riguarda me, che non sono membro di Creative Commons (come
> ho precisato nell'articolo) mi riservo il piacere di essere un po'
> piu` diretto nelle mie comunicazioni. Anche se ti posso assicurare
> che l'articolo che e` stato pubblicato e` stato sottoposto a varie
> revisioni per ammorbidirlo, dato che di fronte a certe affermazioni e`
> forte la tentazione di rispondere concisamente con il vecchio
> proverbio sulla madre dei cretini.
Sapessi quante volte mia madre mi ha dato del cretino (giustamente)...
Ma questa è un'altra storia, scusa.
>
> >> Capire chi si ha di fronte e` sempre una buona cosa, ma questo
> >> non significa necessariamente dover sottostare ad ogni singola
> >> fola, generata da un utilizzo un po' disinvolto del potere
> >> comunicativo che Internet mette a disposizione unitamente
> >> all'incapacita` (o mancanza di volonta`) di effettuare qualche
> >> verifica prima di criticare.
>
> > Certo. Ma è meglio abbracciare l'errante per riportarlo sulla
> > retta strada. Abbracciarlo, non spingerlo. In questi casi io
> > dico: psicologia, psicologia, psicologia. Hai letto i commenti
> > al tuo articolo? L'ironia, ad esempio, è la cosa più
> > provocatoria che esista: meno ironia e più simpatia ("sentire
> > *insieme*"). E' un consiglio che mi permetto di darti ed è lo
> > stesso consiglio che ho dato a De Martin e soprattutto a me
> > stesso (che sono quello che ne ha più bisogno di tutti).
>
> L'ironia ha il bruttissimo difetto di riuscire simpatica ad alcuni
> (solitamente quelli che piu` o meno sono gia` d'accordo con te) ed
> offensiva per tutti gli altri. Io preferisco basarmi sui fatti, per
> quanto mi e` possibile, ed affidarmi alla razionalita` di chi legge.
> Anche perche`, detta come va detta, non ritengo particolarmente utile
> il supporto di chi troppo razionale non e` e si lascia sospingere da
> una parte all'altra a seconda di come tira il vento delle sue
> emozioni.
Ecco hai appena definito l'essere umano. :-)
Saluti,
n.a.g.
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