[Community] Pesce a Fore No Project.

mariopesceafore a lifegate.it mariopesceafore a lifegate.it
Dom 3 Lug 2005 14:58:26 CEST


Terra mia

                                                                            TERRA
MIA

Sono ritornato a Napoli, nella mia terra, da due giorni esatti,
quarantotto ore, mi piacerebbe scrivere in vacanza ma così non è, per un
precario le vacanze forzate sono un incubo, una perenne paura di non
trovare più lavoro e terminare on the road in un contesto storico che beat
non è più, anzi i fottuti ribelli beat sono stati dimenticati ed
addomesticati con Bob Marley e tutta la cultura reggae della sofferenza
giusta.
Insomma, come tutte le estati mi ritrovo la mia vita da ordinario ribelle
globalizzato finita per ritrovarmi per incanto sulla soglia della povertà
e della paura napoletana della disoccupazione permanente, quella che porta
i napoletani su tutte le spiagge del globo a vendere cocco bello e fresco
per tirare a campare.
So già cosa state pensando di me, pesce a fore è il solito spacca mischia,
perché invece d’affliggere tutti con i suoi lamenti non cerca un
gallerista per vendere le sue cose e tirare a campare? Non vi nascondo che
uno spiritello ludico in me mi consiglia spesso questa cosa, insieme a lui
ci sono anche tutti gli affetti più cari che non comprendono il mio
“lavoro” fino in fondo, come moltissimi di voi d’altronde.
No, questo mercato dell’arte neoliberista globale mi mortificherebbe
molto, troppo, poi mi sono già svergognato abbastanza non trovate?
Insomma la solita estate dannata passata a scontrarsi con vecchi fantasmi 
mai abbandonati errando per l’Italia ed a rincorrere la memoria di una
propria identità storica domata da secoli ma mai sedata completamente.

                                                                           ACTION?

Labriola, il DDT artista del Pesce a Fore No Project sostiene che per
rendere evidente e plateale la nostra ribellione bisognerebbe tornare alla
vecchia strategia, quella che qualche anno fa ci portò sulla prima pagina
de “Il Mattino”, assaltare musei e gallerie con passamontagna stile
zapatista ed opere ribelli, non sono d’accordo, creare un contro evento
favorisce l’avversario, l’evento è sempre strumentale, si costruisce e
decostruisce all’occorrenza.
Gli dico che credo solo nel sogno e nel potere reale della parola di
realizzarlo a costo zero, questo sistema dell’arte inarco capitalista è
malato, malattia evidente, basta puntare il dito e farla notare a tutti,
anche ai più accesi ed interessati sostenitori come Politi e Bonito Oliva,
loro possono modificare le cose rinunciando in minima parte ad i loro
introiti personali e loro vorrei indurre a ragionare.
 Certo, sono ingenuo, lo sono per precisa scelta ideologica, amo il mare,
mi è sempre sembrato un luogo di libertà, la mia estate la passo da anni
sul solito scoglio pubblico di Mergellina, leggo “Il Manifesto” e vedo la
città, la mia gente che soffre e stenta con il mio accento bastardo,
perché sto raccontando questo?

                                                                    SOGNO
COLLETTIVO

Per dire che su questi scogli c’è un sogno collettivo da secoli, non
guidato e non strumentalizzato da nessuno, naturale, telepatico,
energetico, tutta la città sommersa nei bassi dei vicoli, tutta insieme e
senza mettersi d’accordo con la forza della volontà e del sogno ha reso
balneare un posto che balneare non è e forse non è mai stato, la forza del
sogno collettivo, dell’allucinazione che fa fare il bagno tra pisci di
ratti e cozze inquinate a turisti facoltosi occidentali e non, un
allucinazione ma meravigliosa, un anziano pensionato dice: la Sardegna è
questa qua, perché buttare soldi?
 Un’allucinazione meravigliosa, questo mi ha reso la pelle così dura, con
quella vivo, nell’inganno e con l’inganno della mia terra benedetta e
maledetta dal sangue di San Gennaro.
 Su questi scogli nessuno sa chi sia Bonito Oliva, non sanno di questo
svenduto Rinascimento Napoletano e non lo rispettano come lui sostiene,
semplicemente lo ignorano ed io invidio questa loro virtù.

                                                                     ANTICORPI

Il Vesuvio è davanti a noi, davanti me c’è un vecchietto che raccoglie
piccole cozze in un sacchetto rezza staccandole dallo scoglio, mi torna in
mente un altro vecchietto che da bambino scugnizzo Lazzaro napoletano in
cerca di libertà per istinto mi consigliava di fare subito il bagno per
sviluppare gli anticorpi e vivere in armonia con il mio corpo in queste
acque inquinate, altro che Castaneda.
Gli anticorpi? Sviluppati al punto da prendere il sopravento sulla mia
coscienza, diffidano di questo sistema fatto di principi, principino e
baronetti politici che arte non sanno proprio cosa sia, diffidano delle
promesse da galleria, ricordate Machiavelli? “un principe ha sempre
ragioni legittime per venire meno alla parola data”, legittimo, ma
ometteva che anche il suddito ha sempre delle ragioni egualmente legittime
per mandare a cagare sua maestà.

PESCE A FORE NO PROJECT






Cosa è ora il Pesce a fore no project? Un gruppo di precari principalmente
partenopei che dopo l’Accademia di Belle Arti di Napoli vagano  in giro
per la loro nazione rincorrendo un sogno che forse non c’è, figli della
stessa allucinazione collettiva che ci fa credere tutti che una poltica
nazionale e regionale sia ancora possibile in un contesto che è
privatizzato da quaranta e più anni, questi sognatori allucinati vagano
per la nazione (?) raccogliendo commenti sulla propria arte relazionandosi
a gente umile, semplice e disinteressata, cercano alleanze e complici,
tentano dalla periferia del sistema di comandare rispettando il loro ruolo
di sudditi naturali, contro il neoliberismo artistico ed anarchico
dell’Impero e per l’umanità.

IL CHIAPAS è A UNO SPUTO DA NAPOLI, DALLE ACQUE DEL PORTO DI NAPOLI BELLE
QUANTO QUELLE DELLA SARDEGNA,
TOMMASO ANIELLO D’AMALFI, PESCIVENDOLO.





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