[Community] Re: "Libera Cultura, Libera Conoscenza"
Nicola Alcide Grossi
copernico a larivoluzione.it
Gio 3 Feb 2005 12:00:02 CET
> Moi risponde:
> Secondo lei perchè esiste la filologia?
> Non esiste forse *anche* perchè esiste il plagio?
> Inoltre: plagiare è solo "modificare" un opera?
> No, ovviamente plagiare può essere ben più "articolato" e "infido".
> Quindi: di scrittori senza dignità è zeppo il mondo.
Ma quelli non sono scrittori, sono scribacchini.
Un conto è facilitare la diffusione delle opere, un conto è diffondere
l'idea che per creare opere, per essere artisti, basti essere collagisti.
Non bisogna assolutamnente confondere i due aspetti.
Tutti sanno suonare con la Bontempi, ma mettili davanti a un pianoforte e
poi vediamo cosa sanno fare. Per quanto riguarda la diffusione dei contenuti
(chiamarla diffusione di cultura non mi sembra esatto) ragionare in termini
di quantità è buona cosa, ma per quanto riguarda l'arte può essere un
errore: il rischio è quello di pensare di essere cantanti perché qualcuno
(la rete, ad esempio) ti guarda mentre canti al karaoke.
E' facile giocare a fare gli artisti quando non si ha il talento, è facile
giocare a fare i ribelli quando si è uno standard del conformismo.
Le Creative Commons, *da questo punto di vista*, rappresentano non uno
sviluppo culturale ma la legalizzazione del plagio e la mortificazione del
talento: si alzano i livelli qualitativi generali (complice anche la
tecnologia) e diventa sempre più difficile capire chi è bravo e chi lo fa.
In questo modo non è soltanto l'arte a diventare di tutti ma anche il
talento: e questo è un pericolo perché non corrisponde a verità.
Alla fine, come dice Giorgio, "tutto è falso, il falso è tutto".
> Grossi scrive:
> [..]
> L'uomo non è all'altezza delle proprie invenzioni: per cui occorre una
> strategia che non punti agli ideali (che spesso sono un modo per scoprirsi
> ipocriti :D) ma allo stomaco.
> [..]
> Concludo:
> Davvero occorre puntare allo stomaco?
> Io penso si possa e si debba fare appello al cervello.
> ...ma come fare affidamento su un cervello senza lo stomaco :-)
A quelli come lei, Moi, non servono appelli al cervello, perché già lo
usano.
Ma anche a quelli che lo usano poco non servono appelli: proprio perché lo
usano poco. Lo stomaco, comunque, è una metafora cerebrale, è la
rappresentazione di una mentalità: quando si parla allo stomaco si parla ad
un modo di pensare e si cerca di fare di vizio virtù.
Saluti (cc)opernicani, Nicola.
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Tutti pensano a cambiare l'umanità, ma nessuno pensa a cambiare se stesso.
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