[Community] Carta dei diritti e dei doveri del ricercatore
Thomas
thomas.margoni a creativecommons.it
Ven 18 Feb 2005 18:21:54 CET
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Nicola Alcide Grossi wrote:
> Questa Carta è un documento ancora in elaborazione proposto dalla Rete
> Nazionale dei Ricercatori Precari.
> La si pubblica per allargarne l'elaborazione a tutti i soggetti
> interessati al futuro della ricerca e dell'università nel nostro paese,
> rigettando i limiti di una prospettiva corporativa e burocratica. La
> discussione è appena iniziata.
>
> 1) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di contribuire a determinare
> il progresso della conoscenza e di porre il sapere a servizio non solo
> della comunità scientifica, ma dell'intera società.
> 2) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di contribuire a scegliere i
> metodi di trasmissione del sapere con una riflessione libera, non
> dettata da tornaconto personale né asservita a interessi di singoli o di
> gruppi. L'autonomia del lavoro del ricercatore si esprime in primo luogo
> nella libertà di scelta degli ambiti di studio. L'insegnamento deve
> essere la più diretta espressione della qualità della ricerca.
> 3) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di difendere l'indipendenza
> e la libertà della comunità scientifica e del suo patrimonio di
> conoscenze quali strumenti essenziali per il progresso civile, culturale
> ed economico di una società democratica.
> 4) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di aderire al principio per
> cui i risultati della ricerca non possono essere piegati all'interesse
> dei privati né alienati con il ricorso a brevetti e a vincoli di
> pubblicità. La libertà è requisito indispensabile per la qualità della
> ricerca e per la sua capacità di innovazione. Il rapporto con
> finanziatori, privati o pubblici, deve essere sempre regolato da questo
> principio.
> 5) Il ricercatore ha il diritto di accedere ad una condizione di lavoro
> che garantisca pienamente la sua autonomia e libertà di ricerca nel
> tempo, e riconosca il suo contributo alla produzione dei saperi. La
> comunità scientifica ha il dovere di reclutare il corpo docente e di
> ricerca con selezioni comparative condotte con criteri concorsuali
> trasparenti e rigorosi.
> 6) La scelta di intraprendere il mestiere del ricercatore non deve
> essere condizionata dall'estrazione economica e sociale. Le strutture
> universitarie e di ricerca hanno l'obbligo di tutelare questo diritto
> formando alla ricerca, selezionando i nuovi ricercatori sulla base di
> criteri trasparenti, e ponendo i nuovi ricercatori nelle condizioni
> lavorative (riferite a contratto di lavoro e condizioni/mezzi di
> produzione) necessarie a sviluppare la qualità del loro lavoro.
> 7) Il ricercatore ha il diritto e il dovere di accrescere con continuità
> e con l'impiego di tutte le proprie forze intellettuali le sue
> competenze, la sua produzione scientifica e il suo contributo didattico.
> 8) L'Unione Europea e gli Stati membri hanno il dovere di sostenere le
> strutture universitarie e di ricerca e la costruzione di un'Area europea
> della ricerca con investimenti discussi e pianificati in modo il più
> possibile aperto, per favorire la circolazione del corpo docente (in
> particolare delle giovani leve), e ridurre il dislivello delle
> opportunità di sviluppo del settore della ricerca fra i diversi paesi.
> La circolazione dei ricercatori deve essere il frutto di un progetto di
> scambio e di crescita, e non la scelta obbligata di singoli costretti ad
> abbandonare le sedi di provenienza e gli oggetti della propria ricerca
> per mancanza di risorse.
> 9) La Comunità Europea e gli stati membri hanno l'obbligo di garantire
> pari risorse a tutti gli ambiti disciplinari, indipendentemente dal loro
> immediato valore economico e produttivo; e di sostenere con adeguati
> finanziamenti le discipline che appaiono meno in grado di attrarre gli
> investimenti dei privati.
>
>
>
> Saluti, Nicola.
> ________________________________________
> La nostra coscienza
> ci sembra inadeguata,
> quest'assalto di tecnologia
> ci ha sconvolto la vita.
> Forse un uomo che allena la mente
> sarebbe già pronto,
> ma a guardarlo di dentro
> è rimasto all'ottocento.
> - Giorgio Gaber -
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