[Community] Il P2P secondo NewGlobal.it
Fabio Sabatino
my.iguru a gmail.com
Lun 14 Feb 2005 02:51:39 CET
Io avevo gia' proposto tempo fa' un sistema che funzionasse in maniera simile.
Un sistema che centralizzi su un sito i metafile (.torrent) che
permettono di scaricare tramite un client il file dalla rete P2P. Il
metafile puo' contenere tutti i dati informativi che si desidera
limitandosi a una manciata di KB di peso, il client BitTorrent e' open
source, quindi adattabile a qualsiasi esigenza senza il bisogno di
creare un sistema da zero.
L'efficienza del sistema fornito da BitTorrent e' fuori discussione,
basta vedere le varie distribuzioni Linux che offrono il download
tramite BitTorrent, giusto per citare un uso legale di quel sistema.
I metafiles .torrent racchiudono l'hash del file che s'intende
scaricare, volendo potrebbe raccogliere anche l'indirizzo del server a
cui quel file e' registrato con FIRMA DIGITALE. Il client modificato
ad hoc legge dal metafile l'hash e l'indirizzo del server a cui e'
registrato, il server che dev'essere autorizzato da un ente statale
tramite certificazione, controlla l'hash, verifica che il file in
questione sia firmato e da' l'ok finale. Il client comincia a
scaricare.
E' chiaro, distinto ed evidente che le case discografiche hanno paura
di un sistema simile (vedi http://punto-informatico.it/p.asp?i=51532)
perche' sanno che cio' significherebbe la fine del loro lucro dal
sistema di distribuzione tradizionale, perche' darebbe agli autori
cio' che e' degli autori: i loro benedetti diritti, rimuovendo anche
una volta e per tutte i problemi di distribuzione perche' verrebbero
eliminati i costi della stessa e tutti avrebbero la possibilita' di
distribuire su scala mondiale.
A me questa cosa appare come una ovvia evoluzione umana, se le grandi
case ne hanno paura e' perche' lo sanno bene anche loro, che
dall'evoluzione umana hanno poco da guadagnarci.
E noi stiamo ancora qui a guardarli ingrassare, aspettando solo che
inventino l'undicesimo comandamento: Non scaricare via P2P !
On Mon, 14 Feb 2005 00:45:40 +0100, Nicola Alcide Grossi
<copernico a larivoluzione.it> wrote:
> Con prefazione del Senatore Cortiana.
>
> http://www.newglobal.it/p2p/p2pnew.htm
>
> "Dimostrare la consapevolezza dell'utente finale di condividere software che
> violi il diritto d'autore non è cosa del tutto semplice, e questo ai fini
> sia penali che civili. Case di produzione e forze dell'ordine, che usano
> iscriversi ai servizi o adottare potenti sniffer, non sempre leciti, per
> monitorare le attività degli utenti, non hanno vita facile. Il grado di
> consapevolezza dell'utente chiaramente sale in funzione della sua
> esperienza, ma non sempre è facile conoscere in anticipo il contenuto e le
> caratteristiche del software che si scarica in Rete. Così quando un utente
> scarica il file denominato "xyz.exe" si può ipotizzare che non ne conosca i
> contenuti, fintanto che il file non sia stato completamente scaricato. Del
> resto una volta installato e valutato – ad esempio con una ricerca mediante
> "Google" - che il programma è di tipo "proprietario", è consigliabile
> cancellarlo dal computer, al fine di evitare rogne con le forze dell'ordine.
> Ad ogni buon conto è difficile dimostrare che si fosse consapevoli, almeno
> in anticipo, della violazione del copyright".
>
> Ecco: il punto, come ho detto più volte, è proprio questo: l'incertezza.
> Bisogna creare un sistema sicuro... qualcuno ha qualche idea da affiancare
> alla mia?
>
> http://www.renomo.net/pipermail/community/2005-February/000118.html
>
> Saluti, Nicola.
> ________________________________________
>
> La nostra coscienza
> ci sembra inadeguata,
> quest'assalto di tecnologia
> ci ha sconvolto la vita.
> Forse un uomo che allena la mente
> sarebbe già pronto,
> ma a guardarlo di dentro
> è rimasto all'ottocento.
>
> - Giorgio Gaber -
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