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<p>La vicenda ha davvero del paradossale. Scusarsi con delle persone per aver rispettato la licenza decisa da quelle stesse persone.</p>
<ul>
<li>"Ciao Marco, usa pure la mia auto, ecco chiavi, carta di circolazione e dichiarazione autografa per il permesso d'utilizzo"</li>
<li>bruummm</li>
<li>"Aho, ma sei scemo, usi la mia auto?!!"</li>
<li>"Scusa tanto, hai ragione tu, ho sbagliato".</li>
</ul>
<p>Forse però il vero problema è una delle ambizioni connesse alle Creative Commons, ovvero quella di essere licenze accessibili a tutti, comprensibili, chiare, e soprattutto... comprese. E' una gran bella ambizione ma credo che non tenga conto di un elemento: l'essere umano.</p>
<p>L'internet degli esordi la ricordiamo tutti (o no?): c'era tutta gente munita di spalle quadrate (la primissima "internet" anni '80, addirittura composta solo da professori e ricercatori universitari innovativi, in maggioranza statunitensi, lo ricordo bene). Era lecito aspettarsi da quell'ambiente una certa risposta e un certo livello di fertilità culturale.</p>
<p>Non credo che il livello in assoluto sia sceso, semplicemente ora l'utente medio è cambiato completamente. Le persone con spalle quadrate restano, ma diluite nella massa di utenti che rispecchiano la società e il suo livellamento culturale dell'ultimo cinquantennio.</p>
<p>Non lo chiamerei un fallimento. Forse è solo necessario più tempo. Ma restano da non dimenticare quelli che chiamerei limiti dell'essere umano. Se vogliamo una scuola in cui tutti abbiano le stesse possibilità, dobbiamo per forza abbassarne il livello (e al massimo prevedere percorsi alternativi sulla base della meritocrazia). Sono gli effetti collaterali di quella bella cosa che si chiama democrazia ("<span class="st">quel sistema dove il popolo viene preso a calci dal popolo su mandato del popolo" C.B.</span>)</p>
<p>Vero che internet per certi versi sembra imbambolare la capacità critica delle persone. Prima era un luogo di pionieri, capaci di risolvere problemi e cavarsela da ogni meandro. Ora è un luogo dove c'è risposta a tutto, dove tutto sarebbe verificabile, ma dove nessuno verifica. Ma questo è un problema squisitamente formativo (dal liceo in suo, forse anche un po' prima), causato proprio da quelli con le spalle quadrate che si stanno smussando. O formiamo le generazioni, o c'è poco da fare.</p>
<p>L'ho presa un po' larga per dire: non credo vi sia un fallimento o una colpa nelle licenze, delle licenze non possono insegnare il senso critico, casomai è nella scuola. E, più in definitiva, forse, ci si scontra anche con un limite insuperabile dell'uomo (medio): il 95% delle persone se ha una porta aperta passa di lì, non prova ad aprire quella socchiusa per verificare quale sia quella corretta.</p>
<p>LS</p>
<p><br /><br />Luca Spinelli<br />www.lucaspinelli.com</p>
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