mi sembra che stiamo giungendo ad un punto d'incontro comune. Nel senso che anche tu riconosci che che all'artista indipendente servano iniziative di intermediazione: "Innovative sarebbero quelle piattaforme in cui domanda e offerta si incontrano".<br>
<br>Ora mi pare che ci sia un problema con la parola "intermediazione". Facciamo l'ipotesi che qualsiasi piattaforma che metta in comunicazione domanda ed offerta possa essere considerata un'attività di intermediazione. A questo punto myspace può essere considerato un intermediario. Così come potrebbe essere considerato un'attività di intermediazione un programma file sharing (attraverso la sua intermediazione tecnologica users sono connessi e possono condividere)<br>
<br>A questo punto è solo un problema di individuare quali intermediari sono più o meno efficienti, più o meno equi, più o meno sostenibili nel lungo tempo. A questo punto diventa solo un porblema di essere realistici e con foglio excel alla mano calcolare eventuali surplus (se proprio vogliamo fare i conti in tasca a i business). <br>
<br>In sostanza quello che voglio dire è che le attività di intermediazione sono costose e più tecnologiche sono (o lavoro intensivo) e più costose diventano. é forse quindi troppo semplicistico dire che quell'intermediazione o quell'altra intermediazione siano più o meno parassitarie. Bisognerebbe analizzare a fondo i differenti business model. <br>
<br>Myspace genera pubblicità per l'artista indipendente ma non guadagni (almeno non direttamente). Altri intermediari generano guadagni e meno pubblicità. <br><br>L'importante è che ci sia scelta per l'artista in modo da rispettare le loro esigenze. Certo è che tecnologie e lavoro umano a disposizione dell'artista vanno in qualche modo remunerate. <br>
<br>IN passato i "parassiti" erano presenti in quanto c'era oligopolio o addirittura monopolio. Per fortuna grazie a gli "intermediari del web" le cose stanno cambiando. <br>Davide<br><br><div class="gmail_quote">
2008/7/14 Nicola A. Grossi <<a href="mailto:nag@area01.org">nag@area01.org</a>>:<br><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;"><div class="Ih2E3d">
Per rispondere a TUTTA LA LISTA, utilizzate il comando 'Rispondi a tutti' o 'Rispondi alla lista';<br>
con il comando 'Rispondi', invece, risponderete solo all'autore del messaggio.<br>
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</div>Francamente io il nuovo non lo vedo. Non voglio essere polemico a tutti i<br>
costi ma davvero non lo vedo.<br>
Vedo semmai il rinnovamento del vecchio sistema "parassitario", in cui una<br>
catena di intermediari si frappone tra l'autore e gli utilizzatori.<br>
<br>
Che senso ha oggi, per l'autore, con gli strumenti che ha a disposizione<br>
(possiede infatti i mezzi di produzione, di diffusione e anche, grazie alle<br>
licenze modulari, di gestione),<br>
farsi sfruttare da una net-label del tipo descritto da liberius? Chissà come<br>
si chiamerebbe marxianamente il surplus di cui beneficiano questi<br>
intemediari... ultrasurplus? :-)<br>
<br>
Innovativo sarebbe semmai, come nello spirito (originario? spero di no) di<br>
CC, che l'autore gestisse direttamente i rapporti con gli utilizzatori,<br>
senza intermediari di sorta.<br>
Innovative sarebbero quelle piattaforme in cui domanda e offerta si<br>
incontrano e l'autore riesce a gestire i propri interessi senza<br>
intermediari.<br>
Mancano forse i mezzi tecnologici?<br>
<br>
Quello sarebbe il vero 2.0 in questo campo.<br>
Però non possiamo aspettarci questa rivoluzione dai commercianti. Loro si<br>
occupano dei propri sacrosanti interessi.<br>
<br>
Dopodiché bisogna anche tenere presente un dato di fatto: le scelte degli<br>
artisti c.d. emergenti.<br>
Non possiamo pensare che gli autori siano acefali. Possiamo anzi dire che<br>
scelgono nel proprio interesse.<br>
<br>
Quanti giovani artisti italiani si rivolgono alle net-label? Pochissimi.<br>
Perché?<br>
Ci sarà pure un motivo, no?<br>
<br>
E invece tutti hanno un myspace.<br>
<br>
Allora l'interesse primario è evidentemente quello di farsi conoscere, non<br>
quello di fare "affari" con una net-label.<br>
<br>
Quindi stiamo attenti a confondere l'innovazione con il rinnovamento del<br>
vecchio paradigma economico. :-)<br>
<br>
Innovativo è qualcosa che rivoluziona un sistema, non qualcosa che trova il<br>
modo di salvarlo.<br>
<br>
Innovativo è, ad esempio, il copyright 2.0 di cui parla Ricolfi.<br>
<br>
Poi si può discutere sull'opportunità di quel copyright 2.0, ma non c'è<br>
dubbio che si tratta di innovazione.<br>
<br>
Infine, resta da chiederci, chi cura gli interessi dell'autore fuori dal<br>
giro di affari delle net-label?<br>
<br>
Ecco che ritorna la SIAE, e le net-label tutte intorno.<br>
No, per carità, voglio scendere. :-)<br>
<br>
bye<br>
<font color="#888888">nag<br>
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Questa e' la lista Community (<a href="mailto:Community@creativecommons.it">Community@creativecommons.it</a>)<br>
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